La Firenze preziosa di FloReMus
Dal 6 al 25 settembre l’edizione 2025 del festival dell’Homme Armé: concerti, conferenze, visite guidate, luoghi e organi da riscoprire
09 settembre 2025 • 5 minuti di lettura

L’edizione numero nove di FloReMus, il festival fiorentino del Rinascimento in musica promosso e organizzato dall’ensemble L’Homme Armé, propone concerti, “visite musicali”, osservazione di preziosi manoscritti, riscoperte di luoghi ancora ignoti al turismo, conversazioni condotte da specialisti sui temi cardine dei programmi musicali. Un programma ricchissimo per cui rimandiamo al sito www.hommearme.it (il pubblico può prenotare i concerti solo attraverso il sito), limitandoci a sottolineare come più che mai tutto ciò rimandi a una Firenze preziosa e anche un po’ segreta, che fa la sua resistenza alla Firenze com’è oggi, e la fa anche grazie ai fedeli estimatori, che hanno raccolto con un crowdfunding i soldi, 5000 euro, che mancavano.
Anche per l’edizione 2025, fra i dieci concerti, troviamo la distinzione fra i concerti serali affidati a noti interpreti del panorama della musica antica, e i concerts à boire, più brevi e affidati a gruppi emergenti, ma spesso non meno stimolanti per varietà e raffinatezza dei programmi, il tutto condito da ambientazioni diverse, nei luoghi già visitati da Flo.Re.Mus, e che, in alcuni casi, proprio questo festival ha aiutato a far riscoprire (come, nelle passate edizioni, la splendida Biblioteca di Michelozzo nel complesso di San Marco): in questa nona edizione la chiesa di San Remigio e il Cenacolo del Fuligno di via Faenza.
Diciamo dunque dei concerti serali. Sabato 6 settembre (ore 21.15) nell’auditorium di Sant’Apollonia, era presente un gruppo storico della musica antica italiana che mantiene nel tempo la propria linea di ricerca e esecuzione, La Reverdie (Claudia e Livia Caffagni, Elisabetta de Mirkovich, Teodora Tommasi, Matteo Zenatti), ancora una volta alle prese con un Medioevo avanzato e stavolta pienamente in linea con il focus fiorentino: Il paradiso di Francesco. Un giardino cortese nella Firenze del Trecento, dove Francesco è il grande Francesco Landini, il compositore di maggior rilievo dell’Ars Nova italiana. Per chi voleva saperne di più su questo paradiso, la domenica seguente nella chiesa di S. Maria e S. Brigida al Paradiso (Via Benedetto Fortini 99), a ingresso libero, c’è stata la conferenza di Luciano Artusi - ancora con la partecipazione della Reverdie - Luoghi e musiche del “Paradiso degli Alberti”, sulle tracce di un luogo perduto, appunto la Villa del Paradiso della celebre famiglia fiorentina, sulla scorta di un testo famoso, appunto Il Paradiso degli Alberti tradizionalmente attribuito a Giovanni di Gherardo da Prato. Il secondo concerto serale è sempre all’auditorium di Sant’Apollonia, sabato 13 settembre, con la Cappella Pratensis impegnata nelle musiche di Guillaume Du Fay, e anche questo concerto, come il precedente, si riallaccia a temi fiorentini, giacché proprio Du Fay è l’autore del celebre mottetto Nuper Rosarum Flores per la cerimonia di riconsacrazione della cattedrale di Santa Maria del Fiore (1436) dopo il completamento della cupola del Brunelleschi. Ma qui al centro del programma non è il Du Fay italiano, bensì quello borgognone, con una selezione al cui centro è la Missa Ecce Ancilla Domini secondo la sua fonte più antica e autorevole, il libro corale della corte borgognona, Bruxelles 5557. Il concerto è preceduto alle 17, alla Biblioteca delle Oblate, dalla conferenza di Peter De Laurentiis, per illuminarci sulle complesse e sofisticate liturgie dei riti religiosi della corte borgognona. Altro concerto serale domenica 21 settembre al Cenacolo del Fuligno di via Faenza: torna a collaborare con L’Homme Armé Giovanna Baviera, voce e viola da gamba, in Solo in due, il “cantar alla viola” dal Rinascimento a oggi, musiche di Jacques Arcadelt, Luzzasco Luzzaschi, Pierre Sandrin, e autori contemporanei per illustrare la pratica del cantare accompagnandosi alla viola propria delle corti rinascimentali, riecheggiando il mito di Orfeo. Infine, il 25, sempre al Cenacolo del Fuligno, l’ensemble ospitante, L’Homme Armé diretto da Fabio Lombardo, rende omaggio al cinquecentenario palestriniano con un concerto intitolato Virgo et Mater. Intorno alla musica sacra di Giovanni Pierluigi da Palestrina, musiche di G. Pierluigi da Palestrina, Domenico Ferrabosco, Pierre Cadéac, Josquin Despres. Anche in questo caso il concerto è accompagnato da una conferenza, il giorno prima, il 24, alla Biblioteca delle Oblate alle 18, con Marco Mangani che ci parlerà di “Palestrina tra mito e realtà”, ossia le vicende che hanno portato alla costruzione del mito palestriniano dal clima della Controriforma a quello romantico.
Segnaliamo qualcosa fra i concerti à boire e le altre iniziative. Lunedì 8 settembre, ore 19, al Cenacolo del Fuligno, Lamenti d’amore. Passioni e tentazioni barocche col duo Le Musicali Favelle (Marco Cristelli, tenore, Carlo D’Ariano, tiorba), musiche di Biagio Marini, Giovanni Girolamo Kapsberger, Claudio Monteverdi, Giovanni Rovetta per cantare l’amore infelice con l’ineguagliata intensità del primo Barocco musicale italiano; giovedì 11 settembre, ore 19, al MAD di piazza delle Murate, Solo alla fenestra. Versi e note sulla Vita e la Morte, con l’Ensemble Le Belve Erranti, musiche di Cipriano de Rore e Orlando di Lasso, in un programma bello nella sua serietà, il cui nucleo è costituito da sei stanze petrarchesche musicate da Orlando di Lasso. Le conferenze, come già nelle ultime edizioni, allargano la tematica del festival per capire come si suonava e cantava, ma anche come si pensava e si viveva nella Firenze culla del Rinascimento. Ad esempio, giovedì 18 settembre, ore 18, Biblioteca delle Oblate, la conversazione di Francesco Guidi Bruscoli Banchieri e mercatanti. Attività economiche nella Toscana del Quattro-Cinquecento, in cui si parlerà di Firenze come culla del capitalismo, e del mecenatismo delle grandi famiglie di banchieri e mercanti, i Medici ma non solo. Due organi storici di cui riascoltare il suono, in due luoghi non meno preziosi: nella chiesa di Santa Felicita Soprarno (oggi visitata solo da un turismo culturalmente più elevato della media, quello che si ricorda che qui sta uno dei capolavori del Manierismo italiano, la Deposizione del Pontormo), l’organo di Onofrio Zeffirini (1572), domenica 14 settembre, ore 18.30, con Giacomo Benedetti all’organo e la partecipazione delle voci femminili dell’ensemble Baroque Lumina, in un itinerario attraverso le origini della musica strumentale per organo, l’organo nella liturgia monastica, la pratica dell’“alternatim” ossia alternanza fra organo e coro nella successione dei versetti liturgici. Nella chiesa di San Remigio, altro gioiello sconosciuto ai più (ma L’Homme Armé in passato vi aveva già tenuto dei concerti), l’organo di Giovanni Pietro Contini (1584), lunedì 22 settembre alle 18,30 con Francesco Giannoni che suonerà musiche di Girolamo Cavazzoni, Andrea Antico, Annibale Padovano, Andrea Gabrieli, Jean de Macque.