La cultura è fondamentale

L'intervento di Napolitano agli Stati Generali della Cultura

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Nata come risposta al dibattito apertosi dopo la pubblicazione, sul Sole 24 Ore dello scorso 19 febbraio, del "Manifesto per la cultura", l'iniziativa degli Stati Generali della Cultura ha portato al Teatro Eliseo di Roma una ampia schiera di personalità del mondo politico e culturale ma anche una grande folla, composta da persone tuttora sensibili alle sorti di quella che da più parti viene riconosciuta come la principale risorsa del nostro paese. A parte interventi di specifico interesse musicale, come quello di Antonio Cognata (professore associato di Economia politica dell'Università degli studi di Palermo nonché Sovrintendente del Teatro Massimo del capoluogo siciliano) che si è soffermato sull'importanza dell'intervento pubblico nei confronti delle Fondazioni lirico-sinfoniche, ad attirare l'attenzione dei presenti sono state le numerose contestazioni che hanno accompagnato la tavola rotonda alla quale hanno partecipato tra gli altri i ministri Fabrizio Barca, Lorenzo Ornaghi e Francesco Profumo, ma soprattutto l'ampio intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che - in tarda mattinata - si è espresso con molta chiarezza e determinazione. Sulla situazione della cultura, della formazione e della ricerca, Napolitano ha evidenziato come non sia una questione di emergenza bensì di scelta di fondo trascurata, purtroppo trascurata in un lungo arco di tempo. «Le questioni che abbiamo oggi non sono nate oggi, né con questo governo. La cultura è un volano indispensabile, comporta positive ricadute sull'economia, come testimoniano diverse analisi. Tuttavia diciamocelo: persiste in Italia una sottovalutazione clamorosa di queste ricerche di queste analisi, da parte dei diversi governi centrali e locali e pure di diversi settori dell'opinione pubblica. Per riuscire in questo sforzo di risanamento - si è poi chiesto il Presidente, suscitando ampi applausi da parte del pubblico - si deve procedere con tagli uniformi e lineari, senza tentare di far emergere una nuova scala di priorità nell'intervento pubblico? Davvero non credo, pur avendo la massima considerazione per chi deve far quadrare i conti, non credo che ci si debba arrendere a meccanismi automatici. Logica vorrebbe che si salvaguardassero finanziamenti considerati vitali, garantendo risorse accresciute, pur nel taglio generale, per cultura, formazione e ricerca, tutela patrimonio artistico» A portare una nota di speranza sono stati anche gli oltre 50 ragazzi del Sistema delle Orchestre e Cori Giovanili e Infantili, che in apertura della mattinata hanno eseguito l'inno di Mameli.
Giorgio Cerasoli

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