La Biennale Musica del 2019

Presentato il programma del 63° Festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia

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George Benjamin
George Benjamin

Dopo due edizioni dedicate alle relazioni tra musiche e culture asiatiche ed americane da una parte ed europee dall’altra, il Festival internazionale di musica da camera della Biennale di Venezia del 2019 si intitolerà “Back to Europe” e si rivolgerà ad alcune delle realtà più interessanti del panorama musicale contemporaneo nel vecchio continente, che continua ad essere un punto di riferimento per la musica e la cultura del nostro tempo. 

Introdotto dal presidente Paola Baratta, il direttore artistico Ivan Fedele ha illustrato il programma di questa sessantatreesima edizione della Biennale Musica, che si svolgerà dal 27 settembre al 6 ottobre. Come sempre un’attenzione privilegiata sarà data ai vincitori del Leone d’oro e del Leone d’argento, che quest’anno sono rispettivamente George Benjamin e Matteo Franceschini. Al primo sarà dedicata la serata inaugurale, con l’esecuzione in forma di concerto da parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dell’opera Written on Skin, forse il lavoro più importante di colui che è considerato il più grande compositore britannico di oggi. A Franceschini invece la Biennale ha commissionato un nuovo ampio pezzo per strumenti amplificati ed elettronica, Songbook, che sarà eseguito in prima assoluta il 3 ottobre da Icarus Ensemble/Cantus Ensemble. Un concerto monografico sarà dedicato anche ad un vincitore del Leone d’oro negli scorsi anni, Georges Aperghis, il cui recente Thinking things sarà eseguito l’1 ottobre in prima italiana, diretto dall’autore stesso: in questo pezzo tutti gli elementi coinvolti – voci, strumenti, estensioni robotiche, scene, video, luci ed elettronica – vengono traslati da un contesto all’altro e si integrano: il rapporto tra uomo e macchina non è proposto nella tradizionale visione apocalittica ma con humour e fantasia.

Due nuove composizioni sono state commissionate a Filippo Perocco (il titolo è da definire) e a Lucia Ronchetti (The Pirate Who Does Not Know the Value of Pi) e saranno eseguite con la regia di Antonello Pocetti e la direzione di Perocco stesso la sera del 28 settembre, precedute nel pomeriggio da un concerto dei Solisti Aquilani con quattro altre prime assolute di Stefano Taglietti, Andrea Manzoli, Roberta Vacca e Pasquale Corrado. Un concerto particolare è quello del 2 ottobre, che accosta De l’infinito, novità assoluta di Gianvincenzo Cresta su testo di Giordano Bruno, alla MissaInillo tempore”, composta da Monteverdi nel 1610 per rintuzzare le critiche dei conservatori: entrambe le opere sono per un gruppo polifonico a 6 voci, che Cresta integra con l’elettronica.

Il 4 un altro concerto monografico è dedicato a Nomaden di Joël Bons, diretto in prima italiana da Ed Spaanjaard. Il giorno dopo l’Orchestra della Toscana diretta da Peter Rundel presenta due prime italiane di Michel Van der Aa e Wolfgang Rihm e una prima assoluta di Claudio Ambrosini, Rappresentazionedi anima e di corpo. Il 6 il festival si chiude con l’atteso incontro con i giovani di Biennale College, che presenteranno quattro brevi atti unici: quest’anno i prescelti sono gli italiani Marco Benetti (compositore) e Fabrizio Funari (librettista), Alessandro De Rosa e Mimosa Campironi, i portoghesi Nuno Costa e Madalena dos Santos e le israeliane Talya Eliav e Liron Barchat, che realizzeranno i loro progetti attraverso un percorso formativo con la guida di una équipe di tutor. 

Ma molte altre sono le prime esecuzioni: il totale ammonta a 19 prime assolute e 12 prime per l’Italia. 

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