Il Festival Verdi porta Luisa Miller in una chiesa con Roberto Abbado e Lev Dodin

Il festival a Parma e Busseto dal 26 settembre

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La Chiesa di San Francesco a Parma
La Chiesa di San Francesco a Parma

In attesa del 2020, anno di "Parma Capitale della Cultura", il Festival Verdi si presenta come un vivace cantiere, anche fuori di metafora. Perché il titolo più significativo dell'edizione 2019, Luisa Miller, nascerà il 28 settembre nella chiesa di San Francesco del Prato con Roberto Abbado sul podio dell'Orchestra del Comunale di Bologna, in un allestimento firmato da Lev Dodin. Il regista russo, che nel 2014 ha portato al Piccolo Teatro di Milano Intrigo e amore di Schiller, pièce dalla quale è tratto il libretto, in questi giorni è a Parma a studiare come sfruttare al meglio lo spazio dell'antica sede dei Francescani, ora in definitiva ristrutturazione. L'edificio, sorto nel XIII secolo, agli inizi dell'Ottocento era stato trasformato in carcere (con le navate laterali soppalcate e trasformate in celle e quella centrale murata ai lati) e tale è rimasto fino al 1993. Oggi è completamente svuotato, al momento sono stati tolti i marmi del rivestimento interno, ha pareti in mattoni a vista e date le dimensioni (è più ampio del duomo cittadino) potrebbe creare non pochi problemi di acustica, soprattutto per l'altezza del soffitto. Roberto Abbado, che ha seguito alcune prove dei tempi di riverbero, assicura che non ci saranno brutte sorprese. Intanto l'ex chiesa è ingombra di ponteggi e lo rimarrà in parte anche quando andrà in scena l'opera. Insomma la seconda sede del festival verdiano, dopo che ha dovuto rinunciare al Teatro Farnese, si presenta ricca di incognite, ma anche di stimoli creativi.

La prima sede della rassegna rimane ovviamente il Regio, che la inaugura il 26 settembre con I due Foscari, diretti da Paolo Arrivabene, alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini, per la regia di Leo Muscato. Mentre il 29 settembre, sempre al Regio, va in scena Nabucco, diretta da Francesco Ivan Ciampa, in un'edizione firmata da Ricci/Forte. Una scelta che si annuncia "sperimentale" e che la direttrice artistica Anna Maria Meo, direttrice generale del Regio, ha tenuto a precisare come necessaria, per non ripetere gli stereotipi che quel titolo rischia di tirarsi sempre appresso.

Quarto titolo del festival e buona notizia per quanti l'avevano apprezzata nel 2001, Aida al Teatro Verdi di Busseto, nella regia di Zeffirelli (ripresa da Stefano Trespidi), che sfida il minuscolo boccascena di solo otto metri, facendo immaginare effetti mastodontici con pochi ed eleganti elementi evocativi. Sul podio dell'orchestra del Comunale di Bologna Michelangelo Mazza.

Oltre alle opere, tra i molti concerti in cartellone  è da segnalare quello al Regio il 4 ottobre, diretto da Roberto Abbado, alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini, dedicato al Verdi esotico, con brani da La battaglia di Legnano e I Lombardi alla Prima Crociata, ma anche di Delibes, Bizet, Meyerbeer, e da Le désert di David, di cui il compositore si era ricordato in Attila e in Otello. E il concerto Verdi sacro in duomo il 19 ottobre, con le trascrizioni per organo (solista Andrea Severi), destinate alle cerimonie religiose.

Sul fronte amministrativo, al Festival Verdi di quest'anno non sono mancati gli sponsor privati, alcuni dei quali hanno anzi aumentato il loro sostegno, ma è venuto meno il Ministero che, per tortuosi e indecifrabili viluppi burocratici, invece degli attesi 700mila Euro ne ha elargiti solo 112mila. Il Festival è naturalmente ricorso al Tar, ma ancora non si sa come andà a finire.

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