I teatri storici del Polesine in mostra

A Palazzo Roncale apre finalmente al pubblico la mostra “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti …”

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Teatro Balzan di Badia Polesine (Foto Giovanni Hänninen)
Teatro Balzan di Badia Polesine (Foto Giovanni Hänninen)

Dopo la chiusura forzata al pubblico di musei e mostre, da lunedì 26 aprile fino al 27 giugno a Palazzo Roncale a Rovigo si potrà visitare l’esposizione “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti …” dedicata ai teatri storici del Polesine. Curata da Maria Ida Biggi in collaborazione con Alessia Vedova, la mostra vuole documentare la grande passione per il teatro nel Polesine, che arrivò a contare fino a cinquanta teatri attivi anche in paesini di poche anime nel Delta del Po, quasi tutti nati dalla volontà di gruppi privati che ne finanziarono la costruzione e la vivace programmazione. Di quei teatri storici oggi ne restano attivi sei: il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro Comunale e il Teatro Ferrini di Adria, il Teatro Balzan di Badia Polesine, e i teatri di Loreo e Lendinara, tutti restaurati anche grazie al concorso della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che promuove questa mostra. Il settimo, il teatro di Castelmassa, un gioiello dell’architettura liberty, è attualmente in corso di restauro.

L’esposizione di Palazzo Roncale illustra l’architettura attraverso rari documenti storici di proprietà degli stessi teatri, ma anche la storia di questi sette teatri, una storia segnata da prime di opere diventate celebri in seguito ma anche da vicende che sono diventate parte della storia della musica e del costume. Una storia fatta anche di debutti importanti destinati a diventare celebrità, come quella al Sociale di Rovigo di Beniamino Gigli nella Gioconda poco prima dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, o di Renata Tebaldi nel Mefistofele di Arrigo Boito nel 1944. Dal Sociale sono passati anche Maria Callas nel 1948 con Aida e Luciano Pavarotti in Rigoletto nel 1962. Le grandi voci non mancarono anche in provincia, dove al celebre baritono Antonio Cotogni, protagonista di una memorabile esibizione in un Barbiere di Siviglia inaugurale il 23 agosto 1884, Castelmassa gli intitolò il proprio teatro.

I visitatori della mostra potranno anche vedere i teatri attraverso le immagini del fotografo Giovanni Hänninen e del videomaker Alberto Amoretti, e ad entrare all’interno dei teatri grazie alla realtà aumentata rivivendo gli eventi musicali che hanno ospitato.

In contemporanea con la mostra a Palazzo Roncale, nel vicino Palazzo Roverella fino al 14 luglio sarà visitabile l’esposizione “Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie” ideata e curata da Paolo Bolpagni, anch’essa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. Le opere in mostra sviluppano le molteplici relazioni fra pittura e musica dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento.

 

 

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