“Classiche Forme” a Lecce e nel Salento

Dal  17 al 23 luglio la sesta edizione del festival di musica da camera fondato e diretto da Beatrice Rana

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Beatrice Rana (Foto Simon Fowler)
Beatrice Rana (Foto Simon Fowler)

Beatrice Rana è un’eccellente pianista, una delle migliori della sua generazione in campo non solamente nazionale ma internazionale. Ma non si dedica soltanto ai tasti bianchi e neri del suo strumento e a soli ventinove anni si occupa anche della direzione artistica di una giovane ma ottima orchestra di una piccola città del sud - ci riferiamo all’Orchestra Filarmonica di Benevento - e soprattutto ha fondato e sta facendo crescere di anno in anno il festival Classiche Forme. Ed è di quest’ultimo che vogliamo ora occuparci.

Il Festival Internazionale di Musica da Camera “Classiche Forme” si svolge a Lecce, il capoluogo del Salento (Beatrice stessa è salentina, essendo nata a Copertino) e una capitale dell’arte barocca. “Il festival vuole coniugare musica e Salento - afferma la giovane direttrice artistica – ma non mi riferisco al Salento main stream delle spiagge, bensì a quello delle città d’arte come Lecce e anche a quello delle masserie sparse nei campi. Ai luoghi che sono il cuore dl festival dalla sua nascita, come il Chiostro del Rettorato, se ne aggiungono sempre di nuovi. Quest’anno saranno il MUSR – Museo Storico della Città di Lecce e l’Ortale del Teatro Koreja, rivisitazione moderna del classico giardino salentino, tra gli aromi delle erbe officinali e i profumi degli alberi di limoni. Tutti i concerti si svolgeranno principalmente in suggestivi luoghi delle città di Lecce, tranne uno che sarà ospitato dalla Masseria Le Stanzie”.

Un altro punto che la Rana vuole giustamente sottolineare è l’attenzione rivolta al pubblico giovane: “Mi pare – afferma – che stiamo ottenendo qualche risultato in questa direzione”.

Il titolo del festival Classiche Forme del 2022 è “Contrasti”, suggerito dalla composizione di questo stesso titolo di Bartok, uno dei capolavori indiscussi della prima metà del Novecento, che però è raramente eseguito. Questo trio per violino, clarinetto e pianoforte concluderà il concerto inaugurale (domenica 17 luglio), che prima presenterà anche musiche di Beethoven e Debussy. Ne saranno interpreti la stessa Beatrice Rana, sua sorella Ludovica, ottima violoncellista, la violinista Liya Petrova, il violoncellista Pedro Fernandez e il clarinettista Kevin Spagnolo. Il festival proseguirà fino al 23 luglio con uno, due e anche tre appuntamenti al giorno.

Il 18 alle 19 gli stessi interpreti del concerto inaugurale, cui si aggiungono il pianista Massimo Spada e il violista Georgy Kovalev, eseguiranno un programma a sorpresa nella Masseria Le Stanzie di Supersano: una curiosità di questo concerto è che il titolo dei vari brani sarà rivelato soltanto dopo l’ascolto. La sera del giorno successivo le giovani Chiara Sannicandro e Ying Li, vincitrici di importanti concorsi internazionali, eseguiranno all’Ortale di Lecce alcuni capolavori per violino e pianoforte dell’Ottocento, firmati da Beethoven, Schumann e Franck.

Il 20 alle 18 si svolgerà il primo dei due concerti intitolati “Caffè leccese”, perché al pubblico verrà offerto appunto un caffè leccese: caffè, ghiaccio e latte di mandorla, delizioso e rinfrescante. Sorbito il caffè, si ascolterà il Trio Ares, un più che promettente prodotto della scuola di perfezionamento romana Avos Project; similmente all’Amai Quartet – un altro promettente gruppo cameristico uscito uscito da un’altra prestigiosa scuola di perfezionamento, lo Stauffer Center of Strings di Cremona – sarà affidato il 22 il secondo appuntamento di “Caffè leccese”. Ritornando a mercoledì 20 luglio, la sera i già nomInati Ferrandez, Rana (Beatrice e Lodovica), Petrova e Kovaliev eseguiranno il Trio op. 50  di Čajkovskij e il Quartetto n. 2 op. 15  di Arenskij, compositore a lungo famoso e oggi semidimenticato, che ha scelto per questo brano l’insolita formazione di violino, viola e due violoncelli. La mattina del 21 l’Accordion Trio, formato da allievi del Conservatorio di Lecce, esegue musiche di sette compositori moderni dell’est e del nord dell’Europa. Il concerto serale sarà intitolato “Affresco italiano”, perché presenta musiche strumentali ingiustamente sottovalutato del tardo Ottocento italiano (gli autori sono Martucci, Busoni e Cilea) eseguite da Lodovica Rana e Maddalena Giacopuzzi (violoncello e pianoforte).

Il 22 è in un certo senso l’apice del festival, perché saranno ben tre gli appuntamenti. La mattina una conversazione su musica e televisione, argomento di fondamentale importanza ma molto spinoso, almeno in Italia, dove in tv la musica è poco e soprattutto mal presentata. Alle 18 il già citato secondo “Caffè leccese”. Alle 21 la direttrice artistica Beatrice Rana e il francese Quartetto Modigliani (uno dei migliori quartetti dei nostri giorni) si dedicheranno a Šostakóvič(Quintetto op. 57)  e Schubert (Quartetto in sol maggiore D 887).

Si chiude il 23, la mattina alle 11 con un concerto del Bortkiewicz Duo, un gruppo cameristico del Conservatorio di Bari, e la sera ancora con il Quartetto Modigliani, cui si aggiungono Beatrice e Lodovica Rana, Massimo Spada e Georgy Kovalev in un concerto del titolo seducente: “Souvenir”, incentrato sul Sestetto “Souvenir de Florence”  di Čajkovskij, accostato alla Fantasia  per pianoforte a quattro mani di Schubert e a Souvenir da uno sguardo alla luna da un caleidoscopio, un nuovo brano commissionato dal festival al trentottenne compositore perugino Fabio Massimo Capogrosso, la cui musica molti ascolteranno in questo periodo nelle sale cinematografiche e in televisione, perché è lui l’autore della colonna sonora di Esterno notte di Marco Bellocchio.

 

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