Addio a Glenn  Watkins, studioso di Gesualdo

Il musicologo americano aveva 94 anni

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 Glenn  Watkins con Dinko Fabris
Glenn  Watkins con Dinko Fabris

È scomparso il 19 giugno scorso, all’età di 94 anni, Glenn  Watkins, il massimo studioso della musica di Carlo Gesualdo. Era nato il 30 maggio 1927 in una cittadina del Kansas, ma per la maggior parte della sua carriera il suo aplomb e perfino la pronuncia rendevano in tutto credibile una sua origine British. Dopo aver completato i suoi studi negli Stati Uniti con un dottorato alla Eastmann School di Rochester, dal 1953 aveva trascorso due anni di ricerche a Londra e Oxford e poi a Parigi dove si era perfezionato in organo ed analisi con Nadia Boulanger. I suoi due grandi interessi di studio, Gesualdo e Stravinsky, si presentarono uno legato all’altro con incontri casuali quanto decisivi. Nel 1953, mentre era borsista dell’Università di Oxford, aveva cominciato le sue ricerche sul principe di Venosa, Carlo Gesualdo, di cui non esistevano ancora edizioni complete né biografie attendibili: il suo Gesualdo. The Man and his Music con la prefazione ammirata di Igor Stravinsky, uscirà per Oxford University Press nel 1974 e la seconda edizione del 1991 è ancora il testo di riferimento nel mondo. Tra il 1959 e il 1962 uscirono i volumi da lui curati per la prima edizione completa delle opere di Gesualdo (Ugrino Verlag), con l’intera produzione sacra del principe. E nel 1960 avvenne il suo primo incontro con Stravinsky a New York: fu Watkins a proporre al compositore di completare le parti mancanti delle Sacrae Cantiones del principe del 1603, ritoccandole lui stesso per l’edizione Ugrino. Dopo mezzo secolo, Watkins pubblicò nel 2010 il suo nuovo e ultimo libro sul principe, The Gesualdo Hex, questa volta con la prefazione di Claudio Abbado, che lo aveva voluto incontrare a Venosa, nel 2004, con la speranza di essere illuminato sulla musica di Gesualdo che appariva al grande direttore un totale mistero. Nel frattempo Watkins aveva dedicato a Stravinsky e al Novecento un libro che lui giudicava il suo più bello, pur se difficile e frammentario (Pyramids at the Louvre. Music, Culture, and Collage from Stravinsky to th Postmodernists, 1994), era tornato al Seicento per un’ edizione di musiche di Sigismondo d’India, e poi aveva pubblicato un originale libro dedicato alla musica nella prima guerra mondiale (Proof through the night, 2003), lui che aveva partecipato attivamente alla seconda guerra mondiale, probabilmente nei servizi segreti. Nel 2013 il suo ultimo lungo viaggio in Italia per il quarto centenario della morte di Carlo Gesualdo, partecipando a tutti i convegni di quell’anno intenso, da cui nacque la New Gesualdo Edition (Bärenreiter), prima edizione davvero critica delle opere di Gesualdo, voluta fortemente da Abbado, in cui Watkins presiedeva il comitato scientifico. Al 2015 risale il nostro ultimo incontro di persona, all’Università del Michigan dove aveva compiuto i primi studi e poi era stato amatissimo docente di musicologia fino al 1996. Aveva  stabilito infatti che dovessi tenere la conferenza inaugurale - su Gesualdo ovviamente - del ciclo intitolato “Watkins Lectures” nella nuova sala costruita con un fondo da lui donato e che ne porta oggi il nome. A Glenn Watkins sarà dedicata la “Summerschool Gesualdo” organizzata dal 25 al 29 agosto prossimi nel castello del Comune di Gesualdo dall’Istituto di Studi Gesualdiani e dall’Università di Salerno. Nella Hall of Fame gesualdiana il nome di Watkins resterà per sempre legato alle personalità di Stravinsky e Abbado, circostanza eccezionale per un musicologo.

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