The Weeknd, musica dopo l’orario di chiusura

After Hours é il nuovo disco di The Weeknd, tra pop da classifica e R'n'B oscuro

The Weeknd
Disco
pop
The Weeknd
After Hours
The Weeknd XO
2020

After Hours è il quarto album di Abel Tesfaye – in arte The Weeknd – ed è il tentativo finalmente riuscito di mettere insieme le atmosfere tossiche e noir della superba trilogia di mixtape uscita nel 2011 e quelle pop e mainstream dei dischi successivi. Un disco sull’incertezza arrivato nel momento più incerto tra quelli che abbiamo vissuto.

Guardate il video più sotto: Daniel Craig, ospite del programma Saturday Night Live per promuovere il nuovo film della saga di 007, un film che uscirà nei cinema chissà quando, ma è il 7 marzo e Craig non può ancora saperlo, introduce The Weeknd con le parole «Once again, The Weeknd». Abel Tesfaye indossa la giacca cremisi che compare nei video girati per lanciare il nuovo album, guanti nere di pelle, cerotti e sangue finto sul viso. Alle sue spalle Daniel Lopatin aka Oneothrix Point Never – i due si sono conosciuti durante le riprese del film Uncut Gems – armeggia con il Roland: “Avrei dovuto sapere che eri sola, so che le cose non saranno mai più le stesse, il tempo che abbiamo perso non verrà mai rimpiazzato, sono la ragione per cui hai dimenticato di amare”.

Uncut Gems, Daniel Lopatin torna al cinema

“So che le cose non saranno mai più le stesse”: due settimane dopo questa frase suona profetica, profetica e spaventosa. Anche noi, come Craig, non lo sapevamo ancora ma stava andando in onda un mondo che forse non tornerà mai più.

Dopo mesi di apparizioni televisive in seconda serata, singoli e relativi video, After Hours è arrivato: quattordici canzoni (diciannove nella Deluxe Edition, con tre remix affidati ai Chromatics, The Blaze e il già citato Oneohtrix Point Never, un Vapor Wave Remix in cui compare Lil Uzi Vert e la versione live di “Scared to Live” registrata al SNL) e nessun ospite, non ci sono distrazioni. Si entra senza mediazioni nel mondo di Abel, un mondo scuro e paranoico, la fotografia inconsapevole di quello in cui stiamo vivendo. Non è una sorpresa, è un mondo di dissolutezza e di droghe ma – e questa è una novità – fanno capolino indizi di un Abel più riflessivo e maturo.

Quello che sta uscendo dalle casse del mio PC è un album ben costruito, con una sequenza perfetta di canzoni che contribuiscono a formare un progetto logicamente connesso. La produzione di cinque brani è affidata al principe del pop Max Martin mentre gli altri vedono il ritorno di Illangelo, con Metro Boomin al suo fianco, forse un tentativo di guadagnare l’accettazione da parte del pubblico dell’hip-hop mainstream.

Black music per la reclusione forzata

I singoli “Heartless”, incentrato sugli aspetti spietati della personalità di Abel, e “Blinding Lights”, con i synth che arrivano direttamente dagli anni Ottanta, Human League o Depeche Mode a scelta, hanno svolto pienamente il loro compito di lancio dell’album, trasmessi dalle radio di tutto il mondo – il secondo è stato il singolo più venduto in Gran Bretagna per cinque settimane – ma non sono i momenti migliori della raccolta, senz’altro superati da “Snowchild” e “Faith”.

"Accendi una canna con la fiamma, metti quella cocaina in un piatto,
Molly con la pioggia viola, perché ho perso la mia fede, quindi taglio via il dolore, lo faccio nuotare nelle mie vene, ora la mia mente è in un altro posto, sì, perché ho perso la mia fede". "Faith"

“Snowchild” e “Escape from LA” sono due ossi dati in pasto agli amanti della Trilogia, canzoni in cui Illangelo dipinge sfondi sonori d’atmosfera su cui Abel ripropone la sua estetica dell’epoca con una differenza sostanziale: nel frattempo è decisamente migliorato come cantante. 

"Ma se finisco in overdose, voglio che ci finisca anche tu proprio al mio fianco, voglio che tu ci finisca subito dopo di me, voglio che tu mi stringa mentre sorrido, mentre muoio". "Faith"

The Weeknd è riuscito nel compito di soddisfare i fan del suo lato pop, le smash hits ci sono, ma anche quelli che si innamorarono del R’n’B misterioso e malato della Trilogia. Abel ha creato una formula e difficilmente l’abbandona, ma riesce a rinnovarla e a continuare a sedurre gli ascoltatori. Il suo mondo di fantasie edonistiche forse sta per finire o è addirittura già finito, ma After Hours se non altro ci costringe a ignorare per un po’ il bombardamento di notizie terribili a cui siamo sottoposti in questi giorni. Commercialmente parlando è stato forse un mezzo suicidio (il tour promozionale è stato ovviamente annullato), ma per noi ascoltatori è stato il momento perfetto per riceverlo.

"Ho pensato che avrei potuto essere un uomo migliore ma ho mentito a me e a te". "Faith"

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