La Belleza secondo Lido Pimienta
L’eclettica artista di origine colombiana esplora la dimensione orchestrale

Colombiana di nascita, l’eclettica Lido Pimienta – anche curatrice d’arte e creatrice televisiva – ha trovato dimora e successo in Canada, dove nel 2017 le è stato conferito il Polaris Music Prize per La Papessa, album seguito nel 2020 dall’acclamato Miss Colombia.
In ambedue i casi aveva praticato l’osmosi fra la tradizione afrolatina di appartenenza e le sonorità elettroniche, in un certo senso affine a quella sperimentata in Spagna da Rosalía con il flamenco. Nel nuovo lavoro La Belleza compie tuttavia una giravolta sorprendente, sacrificando sia le tecnologie digitali sia le cadenze della cumbia e del bullerengue.
Fonti d’ispirazione dichiarate nella circostanza sono viceversa il requiem gregoriano Lux Æterna, le modulazioni dei castrati nel XVI secolo e la colonna sonora firmata nel 1970 dal compositore praghese Luboš Fišer per il fantasy surrealista Valerie a Týden Divů. Determinante passaggio intermedio è stata la commissione affidatale nel 2021 dal New York City Ballet per lo spettacolo Sky to Hold, che l’ha invogliata a confrontarsi con la dimensione sinfonica, applicata poi nel disco ricorrendo all’Orquesta Filarmónica de Medellín diretta da Leonardo Marulanda, costituita da una sessantina di elementi e integrata da una quindicina di coristi, mentre a coadiuvarla in termini di arrangiamento ha provveduto il produttore canadese Owen Pallett.
In tale contesto Pimienta riafferma comunque la propria fierezza indigena: dalla rivendicazione delle radici nell’etnia Wayuu enunciata in “Ahora” (“Questo è ciò che gli anziani sapevano, che il sangue si raggruma da solo, che l’aloe si rigenera da sé”, canta con solennità il coro all’inizio) all’euforico slancio dell’epilogo “Busca la Luz” (“Lunga vita ai Caraibi!”). Elevato al rango di figura simbolica di quell’habitat, il frutto del “Mango” è destinatario di un’apologia sensuale (“Il succo che secerne cola sul mio petto, gocciola sul mio seno”) da lei intonata a voce spiegata su una fiabesca trama di arpa.
Madre 38enne di tre figli, femminista e orgogliosamente “queer”, l’autrice non dissimula affatto le sue turbolenze emotive: ecco dunque l’eloquente invocazione – “Baciami con passione, stringimi forte” – espressa in “Quiero Que Me Beses”, il succedersi degli amori durante “Tengo Que Ir”, l’elegiaco mélo di “¿Quién Tiene la Luz? El Perdón” e l’impulso risolutivo – “Non mi pento di nulla, ma non ti aspetto più” – di “Aún Te Quiero”.
Subito dopo in sequenza arriva “El Dembow del Tiempo”, l’episodio più avventuroso della raccolta: introdotto da un flauto di scuola barocca, sfocia nel ritmo dominicano citato nel titolo che sostiene le parole di sfida pronunciate dalla protagonista, semplicemente: “E adesso, cosa?!”. Stemperando la sua prorompente vitalità latina in una soluzione orchestrale di consistenza classica, Lido Pimienta ottiene musica di mirabile audacia formale: a dispetto della sua brevità – mezz’ora scarsa – La Belleza è un’opera monumentale.