In parte cantata, in parte parlata, Tone Test di Nicholas Brooke, in prima mondiale al Lincoln Center Festival, è una alquanto inusuale opera da camera per due cantanti-attori e grammofono. Il grammofono è stato piazzato dal regista David Herskovits in modo tale da essere sempre ben in vista eppure leggermente scentrato come ad enfatizzarne il ruolo, in apparenza marginale, di mero riproduttore. Esso non viene in realtà impiegato dal vivo ma lo si sente tramite registrazioni su nastro, le quali presentano un montaggio di alcuni degli "Edison Diamond Discs" e che rispecchiano con una certa fedeltà il catalogo di Edison intorno al 1917. I brani spaziano dal "Non credea" di Bellini a un Foxtrot ("One Rose in the Back"), dal vaudeville alle ballate irlandesi, dall'aria della Regina della Notte mozartiana allo yodeling alpino (e le sue trasformazioni in terra country). A dare il via, è una registrazione della pubblicità dello stesso Edison, che non si sa se dire permeata di "aura" oppure terrificante, la quale recita: "I am the Edison Phonograph..."

E' difficile negare l'importanza di questa Bohème firmata -- è il caso di dirlo -- dal regista australiano Baz Luhrman e presentata al Broadway Theatre di New York (la prima è scattata l'8 di Dicembre, ma si anticipano repliche per parecchi mesi). Ciò vale non tanto per il successo commerciale e pubblicitario a cui lo spettacolo sembra inevitabilmente destinato, quanto per la regia, la quale invita a ripensare i fondamenti storici e estetici della messinscena operistica. L'operazione di Luhrman e soci è in parte polemica, ha cioè il fine di de-feticizzare il momento dell'esecuzione e denunciare il culto della voce e dei cantanti, mostrando come una esecuzione non più che adeguata sia in realtà più che sufficiente. Come al cinema, dove non importa che la musica venga eseguita nel migliore modo possibile dal migliore degli organici, in questa Bohème la partitura è in tutto e per tutto funzionale al portato drammatico, colto dallo spettatore non tanto con gli occhi quanto con la propria immaginazione.