L'utopia del suono perfetto

Esce per il Saggiatore l'eccellente Alla ricerca del suono perfetto di Greg Milner

Articolo
oltre

Greg Milner Alla ricerca del suono perfetto. Una storia della musica registrata Milano, il Saggiatore 2016, 443 pp., 35 €

Perfecting Sound Forever, scritto nel 2009 dal giornalista esperto di audio Greg Milner, ha avuto una buona diffusione nella prima edizione inglese, prima di approdare – infine – sul mercato italiano grazie al Saggiatore. La versione italiana del titolo – Alla ricerca del suono perfetto – non riesce probabilmente a restituire la raffinatezza del titolo originale (né era possibile farlo efficacemente in italiano, c’è da dire).

Perfecting Sound Forever allude allo slogan che accompagnò il lancio del CD Sony, a cui il libro di Milner dedica un capitolo denso e illuminante. In quel “Perfect Sound Forever” (che fu anche ironico titolo di un EP dei Pavement nel 1991) c’era la vera utopia dell’audio che accompagna le tecnologie di fissazione e riproduzione del suono dai tempi del cilindro di Edison. L’utopia della perfezione, della minima distanza dal “suono originale” (qualunque cosa sia), e della durabilità; ovvero, l’utopia che ciò che registriamo oggi sia destinato a rimanere nei secoli dei secoli a disposizione dei posteri, dei nostri figli e dei nostri nipoti. E non è certo un caso che fra i primi impieghi che Edison immaginò per la sua creatura più amata ci fosse la conservazione delle voci dei propri cari: la registrazione nasce con l’ambizione di essere documento oggettivo più di ogni altro, e insieme oggetto di memoria.

Il titolo del libro di Milner non è però “Perfect Sound Forerever”: in quella piccola variazione (il gerundio perfecting al posto dell’aggettivo) è racchiuso davvero tutto il percorso del libro. La storia della musica registrata è anche la storia di come questa impossibile perfezione sia stata inseguita, e – come per tutte le utopie – mai raggiunta. Una storia che riguarda non solo come il suono viene registrato e fissato su un supporto, digitale o analogico che sia, ma anche come noi ascoltiamo il suono, quali sono le nostre aspettative di esseri umani in rapporto a esso. Una storia culturale, e antropologica.

A ben vedere, anche il sottotitolo inglese (anche più intraducibile del titolo, e reso in italiano con un comunque efficace Una storia della musica registrata) offre un’affascinante chiave di lettura del libro: An Aural History of Recorded Music, una storia “aurale” della musica registrata. Dove, da un lato, aural allude – appunto – alla dimensione dell’ascolto. E, dall’altro, è gioco di parole con oral, nel senso di “storia orale”.

Alla ricerca del suono perfetto è, di fatto, entrambe le cose, e questo è il suo maggiore pregio. È una storia aurale perché è una storia condotta con la sensibilità dell’ascoltatore esperto, attento a comprendere che cosa sta ascoltando, quale sia il suono della sua epoca, e preciso nell’indagare il perché – culturale e tecnologico – la musica di quel periodo suoni così. È una storia orale perché è una storia condotta attraverso una grande quantità di interviste e, laddove la distanza di tempo non permetteva di risalire a testimoni “auditivi”, attraverso cronache e documenti.

Pur senza aver confezionato un libro “accademico” in senso stretto (per quanto la ricerca sia rigorosa), Milner ha il grande merito di aver ceduto la parola ai tecnici, ai nomi in piccolo nei credits dei dischi, i veri artefici di quello che è (per citare un altro fortunato titolo del Saggiatore, di Franco Fabbri) “il suono in cui viviamo”.

Alla ricerca del suono perfetto, allora, è un libro fondamentale per comprendere l’evoluzione del paesaggio sonoro della musica riprodotta. È una storia che si legge con la scorrevolezza di un romanzo, pieno di personaggi ricorrenti e di situazioni che si ripetono: da Edison a Berliner, dalle rocambolesche vicende della “scoperta” del nastro magnetico (una storia degna di Monument Men, nel cuore dell’Europa appena liberata dai nazisti) fino alla creazione dei primi strumenti digitali, dal Leadbelly al dub... Qualche leggerezza di traduzione, soprattutto nel gergo tecnico, potrà infastidire i lettori più esperti. Pur così, Alla ricerca del suono perfetto è un libro eccellente, una delle “storie della musica” più appassionanti e coinvolgenti che vi possa capitare di leggere, e che lascia la voglia di ascoltare (e riascoltare) con orecchie più aperte.

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

oltre

Il meglio di Seeyousound – International Music Film Festival, dal 23 febbraio al 3 marzo 2024 a Torino

oltre

Guido Harari racconta i suoi cinquant'anni di fotografia musicale (ma non solo)

oltre

Le classifiche dell'anno secondo la redazione del giornale della musica