Lettera aperta sulla contemporanea italiana

Il Duo Alterno risponde alla recensione di Paolo Carradori: una riflessione sulla "voce contemporanea"

Duo alterno
Articolo
classica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo – una "lettera aperta" – del Duo alterno, ovvero Tiziana Scandaletti e Riccardo Piacentini, in risposta alla recensione di Paolo Carradori dal Festival di Musica Contemporanea Italiana di Forlì, curato da Area Sismica. Con l'auspicio che possa stimolare un nuovo dibattito su questioni che, oggi più che mai, segnano la direzione della musica contemporanea in Italia.

 

Esprimiamo meraviglia per la recensione Una finestra sulla contemporanea italiana apparsa il 1° dicembre sul "giornale della musica" a firma di Paolo Carradori, nella quale però vogliamo cogliere l'occasione per una riflessione generale sulla “voce contemporanea”.

Si può oggi dire che la voce contemporanea non debba essere «impostata» e, invece, debba essere necessariamente il frutto di una ricerca in cui essa viene «ripensata, anche violentata, in un estremo scenario sonoro»? Davvero c'è da «rimanere scettici (e annoiati) di fronte alla voce impostata»? Così l'articolo.

In quest'ottica, autori come Lorenzo Ferrero, Luigi Esposito, Umberto Bombardelli, Azio Corghi, Ennio Morricone, presenti nel nostro programma e che spesso amiamo eseguire alternati ai “foto-songs”, non dovrebbero affacciarsi a un festival di musica contemporanea in quanto richiedono la voce impostata e, per di più, la voce non ripensata in un estremo scenario sonoro.

Soffermiamoci su quest'ultimo aspetto e, fenomenologicamente, consideriamo che cosa i compositori viventi effettivamente abbiano fatto e facciano nelle più disparate declinazioni.  Le poetiche adottate da fior di compositori sono molteplici e, senza preconcetti, si può affermare che esistano nel repertorio contemporaneo numerose modalità operative, questo sia nell'uso della voce sia in quello delle forme musicali ad essa applicate.

Le extended techniques richiedono, a chi oggi usa la voce, di conoscere e in gran parte dominare ambiti tecnici spesso contrastanti, dove però la tradizione culturale di appartenenza non ha da essere per forza negata. Se no, di cosa sarebbero estensione le extended techniques? In questo senso gli anglosassoni hanno visto più lontano di noi, che invece abbiamo stigmatizzato “nuove tecniche” e “neue Musik” come qualcosa che, sin dal nome, denota una volontà di frattura.

«Ritenere che una delle molteplici vie della contemporaneità abbia il bollino di eccellenza rispetto ad altre ci sembra quanto mai anacronistico e, letteralmente, surreale».

Naturalmente, per noi che da più di vent'anni ci occupiamo della voce contemporanea non c'è e non c'è mai stata preclusione (almeno sul fronte performativo) nei confronti delle poetiche che talvolta si sentono chiamare con il termine un po' consunto di “avanguardie”, ma ritenere che una delle molteplici vie della contemporaneità abbia il bollino di eccellenza rispetto ad altre ci sembra quanto mai anacronistico e, letteralmente, surreale.

Invitiamo a riflettere sul fatto che oggi vivono compositori attivi e prolifici che scrivono musica “senza bollini” e, proprio per questo, con una cifra altamente originale, la loro. Con voce impostata e/o “ripensata”.

Tiziana Scandaletti e Riccardo Piacentini, Duo Alterno
www.facebook.com/DuoAlterno

 

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