Le rotte transatlantiche di Carmen Souza

Nuovo lavoro per Carmen Souza con Theo Pascal, fra Capo Verde, il Brasile e New Orleans

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Carmen Souza (con Theo Pascal) Creology Galileo Music

Carmen Souza e Theo Pascal ci propongono la loro scienza della creazione, un emozionante percorso a base di rotte e narrazioni transatlantiche, alfabeti e dialoghi creoli, sugli intrecci che legano le composizioni sonore di Pascal e i versi sempre profondamente musicali di Souza.

Gli arrangiamenti di questo Creology mettono in evidenza soprattutto l’interplay fra l’ampia paletta di colori della voce di Carmen Souza e le percussioni suonate da Elias Kacomanolis, e da Theo e Zoe Pascal, chiedendo al piano e alla chitarra di Souza e al basso di Theo Pascal contributi parsimoniosi e, proprio per questo, sempre incisivi e caratterizzanti in modo diverso le dodici tracce.

Sono brani che rivelano un gruppo affiatato e capace di offrire una propria cifra artistica anche quando rilegge la tradizione, in particolare due composizioni di oltre cinquant’anni fa. La prima è la brasiliana “Upa Neguinho”, ad accendere un faro su Elis Regina e sulla penna di Edu Lobo; e, a seguire, quella “Pretty Eyes” di cui Horace Silver scrisse sia musica, sia versi, all’interno di un disco dedicato al padre capoverdiano, John Tavares Silva. Creology, come quell'illustre precedente, riparte – anche ritmicamente – dalla terra d’origine dei genitori di Carmen Souza per rivolgersi a tutta l’Africa lusofona, al Brasile, a Cuba e New Orleans.

Il settimo lavoro discografico di Souza regala la pulizia di suoni pensati, suonati, amalgamati con precisione, unita al senso di immediatezza che restituiscono le registrazioni dal vivo.

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