Il suono francese di Traiettorie: intervista a Martino Traversa

Dal 10 aprile torna a Parma Traiettorie, la rassegna di musica moderna e contemporanea giunta alla sua 34a edizione

In collaborazione con Fondazione Prometeo
Court-circuit (foto Davide Bona)
Court-circuit (foto Davide Bona)
Articolo
classica

Dal 10 aprile al 21 novembre, la rassegna Traiettorie torna a colmare il panorama musicale di Parma con il suo consueto sguardo sull’universo musicale moderno e contemporaneo, confermandosi in questo campo una realtà che è ormai fra le più rilevanti e prestigiose d’Europa. Un ricco cartellone di concerti con brani in prima europea e italiana, interpretati da alcuni tra i maggiori solisti del settore riconosciuti a livello internazionale, un focus sul pianoforte, la presenza di importanti ensemble e molto altro ancora.

In vista dell'inaugurazione della 34a edizione di Traiettorie, abbiamo intervistato Martino Traversa, Direttore artistico della rassegna sin dalla prima edizione del 1991.

Matteo Cesari
Matteo Cesari

Il prossimo 10 aprile verrà inaugurata la 34^ edizione di Traiettorie: gli obiettivi della rassegna oggi rispecchiano quelli della prima edizione?

«Gli obiettivi di promozione e diffusione della musica contemporanea sono insiti nella missione che da sempre anima la programmazione di Traiettorie, con il duplice obiettivo di consolidare presso il pubblico la conoscenza del repertorio storico e al contempo di accogliere le creazioni più recenti e le novità espressive del panorama musicale contemporaneo con la presentazione di opere in prima esecuzione italiana o assoluta. Infatti, sin dalla prima edizione nel 1991, il progetto artistico di Traiettorie si è concentrato sulla diffusione della musica del repertorio moderno e contemporaneo, sul recupero del patrimonio storico dell’avanguardia musicale italiana e internazionale, oltre che sugli aspetti della ricerca scientifica e della sperimentazione, anche in ambito elettronico ed elettroacustico. Inoltre, Traiettorie ha da sempre intercettato i migliori interpreti della sonorità moderna, sia ospitando acclarati nomi di livello internazionale, molti dei quali ormai amici da decenni della rassegna, sia individuando i giovani talenti più promettenti che si affacciano alla ribalta. Oltre agli obiettivi di promozione, produzione e innovazione, missione della Fondazione Prometeo è la divulgazione della musica contemporanea, con lo scopo di avvicinare fasce sempre più ampie di pubblico alla comprensione di un genere di elevata qualità artistica e culturale. In quest'ottica si inserisce l'organizzazione di iniziative finalizzate alla formazione del pubblico: oltre alle prove aperte e agli incontri con gli interpreti, da quest’anno – e in una prospettiva di continuità negli anni a venire – verrà inaugurato un corso introduttivo sulla musica moderna e contemporanea coordinato dallo storico della musica Giuseppe Martini. Il corso intende fornire una visione chiara delle origini della musica moderna e contemporanea, evidenziando gli eventi storici, sociali e tecnologici che ne hanno influenzato l’evoluzione: sarà un’opportunità per chiunque vorrà per sviluppare una sensibilità critica e aprire la mente a nuove possibilità sonore».

Qual è il tema di quest'anno?

«Il 2024 segna la fine di un triennio iniziato nel 2022, con un omaggio alla musica italiana, e proseguito la scorsa edizione con un focus sulla cultura musicale moderna mitteleuropea e quella delle aree immediatamente orientali, come Ungheria e Polonia. Quest’anno il cartellone mette a fuoco la cultura musicale moderna della Francia, un Paese che ha contribuito in forme decisive a far vincere alla musica del Novecento molte delle sue battaglie e che ne ha dettato le linee principali: la pienezza del concetto di suono, il serialismo, la scomposizione del suono in parametri, l’opera aperta».

Emanuele Torquati (foto Massimiliano Sticca)
Emanuele Torquati (foto Massimiliano Sticca)

Quale opera figurativa è stata scelta per rappresentare questa edizione?

«Come sempre, l’immagine portante di Traiettorie è un’opera figurativa di un artista contemporaneo: l’edizione di quest’anno è rappresentata da Arctic National Wildlife Refuge, Alaska un bianco e nero del 2009 del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado che mette in luce la bellezza e la fragilità della natura».

Il programma di Traiettorie accoglierà due graditi ritorni, quello del flautista Matteo Cesari e del pianista Ciro Longobardi: quale programma proporranno?

«Per il concerto di apertura della rassegna (10 aprile) avremo il piacere di ospitare Matteo Cesari, fra i migliori interpreti del suono flautistico contemporaneo. Il programma, in linea con il tema di quest’anno, prevede brani rappresentativi del percorso musicale francese degli ultimi trent’anni: si passa dalla proposta analitica del suono avanzata dallo spettralismo con l’atmosfera enigmatica prodotta dagli armonici dell’ottavino in Unanswered questions di Tristan Murail, a compositori che di quell’esperienza hanno approfondito alcune premesse implicite come la mistura espressiva tra flauto e voce in Dolce tormento (2004) di Kaija Saariaho e in The Dong with the luminous nose di Georges Aperghis - brano del 2019, qui in prima italiana - e l’ampliamento ai microintervalli in Eurydice di Brice Pauset. Pur uscendo dal mondo francese, anche Prónomo dello spagnolo Alberto Posadas, di cui Cesari ha eseguito la prima mondiale della nuova versione, segue un’istanza degli spettrali, cioè ampliare la sonorità intervenendo sulla struttura dello strumento: in questo caso è un modello detto Pronomos messo a punto nel 2009, che permette l’emissione di microtoni grazie all’aggiunta di forature e chiavi. Non molto distante da questa ricerca è invece Superscriptio, primo dei sette pezzi di Carceri d’invenzione dell’inglese Brian Ferneyhough, una scrittura nervosissima rivolta a esplorare la particolarità timbrica e le direttive di forza sonora dell’ottavino. Il 16 aprile invece sarà la volta di Ciro Longobardi, da anni strettamente legato a Traiettorie, non solo come solista, ma anche come pianista di Ensemble Prometeo, formazione creata dalla Fondazione Prometeo. Il programma sarà interamente francese con la prima parte dedicata a una selezione tratta da Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus di Olivier Messiaen e la seconda con l’esecuzione di Formant 2 - Trope di Pierre Boulez e Gaspard de la nuit di Maurice Ravel».

Pierre-Laurent Aimard
Pierre-Laurent Aimard

Anche quest'anno non mancherà la formula dei Mini Concerts: chi saranno i protagonisti e a cosa si deve il successo di questa proposta?

«Con una formula inaugurata nel 2021, anche quest’anno (8 maggio) proseguiranno i Mini Concerts, momenti musicali di trenta minuti ciascuno anticipati da una breve spiegazione, realizzati da giovani interpreti. Quest’anno i protagonisti saranno Rocco Castellani - giovane contrabbassista già membro dal 2017 dell’ensemble Ludus Gravis, fondato da Stefano Scodanibbio e Daniele Roccato – e Carlo Sampaolesi (classe 1997), fisarmonicista che ha già tenuto concerti in Italia e all’estero, oltre a figurare in prestigiosissimi festival. La proposta dei Mini Concerts è stata pensata sia per offrire un palcoscenico ad artisti emergenti, sia per avvicinare un pubblico nuovo: la breve durata, l’ambiente più informale e la possibilità di usufruire di una spiegazione prima dell'esecuzione vogliono essere un incentivo per colmare la distanza che spesso si crea tra musica contemporanea e spettatori, e per rendere l’offerta più stimolante anche per coloro che vi si avvicinano per la prima volta. E forse è questo il motivo del successo di questa iniziativa».

In ambito pianistico, cosa potrà ascoltare il pubblico?

«I concerti per pianoforte solo saranno cinque quest’anno: oltre a quello già ricordato di Ciro Longobardi, Traiettorie ospiterà – nella prima parte della stagione – i recital di Emanuele Torquati (14 maggio), Orazio Sciortino (21 maggio) e di Lorenzo Soulès (5 giugno), quest’ultimo vincitore del XV Concorso pianistico internazionale di Orléans, istituzione con cui Traiettorie collabora proficuamente da alcuni anni portando a Parma i vincitori o i solisti che si sono particolarmente segnalati durante la competizione.  Comune denominatore nei programmi di questi tre pianisti è la presenza di brani di Olivier Messiaen, in cui sembra coagularsi una sorta di equilibrio fra il gusto per il suono così spiccatamente francese fin dai tempi di Debussy e i percorsi più recenti di soluzione della modernità rivolti a un accorto recupero del passato. Ma saranno presenti anche brani di Tristan Murail, Jonathan Harvey, Philippe Manoury, Yves Chauris, oltre a grandi classici della letteratura pianistica tratti dalle produzioni di Claude Debussy, Gabriel Fauré e Franz Liszt. Nell’autunno invece avremo il piacere di ospitare il ritorno di uno dei grandi nomi del pianismo internazionale, Pierre-Laurent Aimard, per un concerto straordinario al Teatro Regio di Parma (6 novembre)».

Quatuor Tana (foto Nathalie Gabay)
Quatuor Tana (foto Nathalie Gabay)

Oltre ai concerti solistici, c'è spazio anche per gli ensemble.

«Sì, oltre ai concerti solistici (da ricordare, tra gli altri, quello per viola sola di Laurent Camatte, il 1 ottobre), la seconda parte di Traiettorie sarà caratterizzata soprattutto dalla presenza di importanti ensemble quali l’Ensemble Cairn (25 settembre), per la prima volte ospite a Parma e guidato da Guillaume Bourgogne alla direzione; il Quartetto Tana (24 ottobre), anch’esso al suo debutto a Traiettorie; l’Ensemble Court-circuit (31 ottobre), diretto da Jean Deroyer; l’Ensemble Prometeo, come sempre diretto da Marco Angius, e l’Ensemble NEXT (21 novembre), formato dai giovani interpreti del Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris».

Qual è la proposta nell'ambito della musica acusmatica?

«Come sempre sarà rivolta attenzione alla musica acusmatica, in particolare a quella degli anni Sessanta, in un concerto in autunno (12 novembre) presso la Casa del Suono che ha sede nel suggestivo spazio della ex-chiesa di Santa Elisabetta (metà del sec. XVII). Gli anni Sessanta rappresentano un periodo pionieristico e rivoluzionario nell’evoluzione della musica contemporanea, un periodo durante il quale l’avvento delle nuove tecnologie elettroniche ha aperto nuovi orizzonti creativi per gli artisti, dando vita a sperimentazioni sonore senza precedenti. Grazie ad artisti come Karlheinz Stockhausen, Pierre Schaeffer e Iannis Xenakis, la musica elettronica ha permesso infatti di sviluppare approcci sperimentali alla composizione e all’esecuzione musicale, aprendo la strada a nuove possibilità creative che continuano a influenzare la produzione musicale contemporanea».

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