Come è cambiato il mondo dei festival in questi 40 anni?

Da Lucerna a Macerata, da Martina Franca a Salisburgo

AM

01 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura

Zelmira al Rossini Opera Festival di Pesaro
Zelmira al Rossini Opera Festival di Pesaro

Terminate le Stagioni concertistiche, sono i Festival a tenere compagnia gli appassionati di musica, con eventi nati il più delle volte per allietare l’estate in città o per attrarre nuovo pubblico in località turistiche di particolare interesse culturale e paesaggistico. Con il passare del tempo, anche queste rassegne hanno conosciuto cambi di rotta e nuovi indirizzi. Per capire l’evoluzione dei Festival negli ultimi quarant’anni, ripercorriamo velocemente la storia di alcune manifestazioni dedicate alla musica classica e contemporanea, con un occhio di riguardo a quelle del nostro Paese.

Tra i grandi Festival europei, capaci di attrarre migliaia di appassionati ogni anno, figura il Festival di Lucerna. Oltre vent’anni fa, il Festival ha arricchito la sua offerta dando vita all’omonima orchestra su iniziativa di Claudio Abbado, la cui eredità è stata raccolta da Riccardo Chailly, composta da alcuni tra i maggiori solisti sul piano internazionale. Accanto all’attività concertistica, che poggia anche sul repertorio contemporaneo, è sorto il Lucerne Festival Academy, scuola per la nuova musica fondata da Pierre Boulez nel 2004, e guidata da Wolfgang Rihm fino allo scorso anno, con lo scopo di accogliere e formare studenti provenienti da tutto il mondo. Legato al nome di Abbado, e prima ancora a quello di Karajan, il Festival di Pasqua di Salisburgo ha conosciuto qualche inghippo finanziario che ha decretato un cambiamento significativo, incarnato soprattutto dalla nomina della Sächsische Staatskapelle Dresden quale nuova compagine in residenza, al posto dei Berliner Philharmoniker.

Il Festival dei due mondi di Spoleto
Il Festival dei due mondi di Spoleto

In Italia, tra i festival in grado di accogliere grandi orchestre, e di spaziare sempre più dal repertorio classico alle più recenti sperimentazioni, va citato il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Storicamente legato alla figura di Gian Carlo Menotti, negli ultimi anni la rassegna ha conosciuto infatti un notevole rilancio. Nella formula dei festival monografici, per lungo tempo legati alla figura di un unico direttore artistico, si posiziona in prima linea MITO Settembre Musica, che nelle varie annate di Enzo Restagno (dal 1986 al 2016) è riuscito a produrre interessanti volumi dedicati ai più grandi protagonisti della scena contemporanea. Segue Bologna Festival, che con Mario Messinis ha conosciuto e mantenuto fino a oggi un considerevole ampliamento degli interessi musicali, spesso con programmi dedicati alla nuova musica in accostamento al repertorio antico. L’apporto di Messinis è stato particolarmente importante anche per la Biennale Musica di Venezia (1979-1982 / 1992-1996), la cui programmazione è tornata a conoscere un’adeguata rivitalizzazione e apertura ai nuovi linguaggi solo in anni più recenti, attirando sempre più pubblico.

Nel Paese del belcanto non potevano mancare Festival legati all’opera, come quello della Valle d'Itria che, partendo dalle radici della Scuola musicale napoletana, nel tempo si è aperto anche all’opera del Novecento e contemporanea. Non hanno subito particolari sconvolgimenti, invece, il Rossini Opera Festival, interamente dedicato all’opera del compositore pesarese, e il Macerata Opera Festival all’Arena Sferisterio. Tra i Festival che hanno abbracciato con rinnovato slancio i generi più diversi, compreso il pop, vi è il Ravenna Festival, da tempo impegnato a ristabilire un dialogo fra popoli e culture attraverso la musica, grazie al progetto Le vie dell'Amicizia.

Il cortile di Palazzo Ducale di Martina Franca
Il cortile di Palazzo Ducale di Martina Franca

In questi ultimi quarant’anni si è inoltre assistito al proliferare di rassegne dedicate al repertorio cameristico, come Trame sonore, che in un lungo fine settimana tra maggio e giugno, da tredici anni affolla di musica la città di Cremona, oppure rassegne direttamente legate alla figura di un determinato interprete internazionale, che ha eletto a salotto musicale un angolo d’Italia. Tra questi, il Trasimeno Music Festival della pianista canadese Angela Hewitt, Omaggio a Palladio di András Schiff a Vicenza che, dopo 27 anni di attività, ha recentemente annunciato lo scioglimento dell’orchestra Cappella Andrea Barca da lui fondata, in vista di un probabile riavvicinamento al pianoforte. O ancora i più recenti LacMus Festival di Louis Lortie sul Lago di Como, l’Amiata Piano Festival di Maurizio Baglini, immerso nel cuore della Toscana, o il Festival di Portogruaro, tra Veneto e Friuli, che dopo la stimolante conduzione del violoncellista Enrico Bronzi, è ora legato al pianista Alessandro Taverna. Tutto ciò non è altro che una parziale mappatura di un’attività musicale molto intensa, in grado di attrarre un pubblico eterogeno, e di radicarsi con determinazione nel territorio.