Viaggio d'inverno a Bolzano

Il tenore Johannsen fine interprete schubertiano con il fortepianista Hammer

Recensione
classica
Società dei Concerti Bolzano
09 Novembre 2013
Per un orecchio moderno, cresciuto attraverso le passioni del melodramma, il travolgente sinfonismo tardoromantico e le conquiste armoniche novecentesche, l'ascolto di un intero ciclo schubertiano lascia senza fiato. È un mondo incantato quello della liederistica, dove la musica e la poesia s'incontrano per sublimare in un'arte di rara raffinatezza. Così è stata la Winterreise che abbiamo ascoltato a Bolzano per la Società dei concerti, un viaggio tra le infinite sfumature sentimentali che Schubert ha creato sulle desolanti poesie di Müller. Grazie alle doti di fini interpreti del giovane tenore austriaco Daniel Johannsen e del fortepianista Christoph Hammer ci siamo ritrovati soli, raggelati, nell'innevato sentiero di un rigido inverno accanto all'eterno viandante, protagonista di un non-viaggio verso un non-luogo, la morte. La limpida voce tenorile di Johannsen, desolata nelle corde così come nell'espressione del viso, ci ha trovato, abbandonati, davanti a quell'uscio chiuso, nell'oscurità della notte e ci ha accompagnati lungo una via crucis in 24 tappe. Se la fredda neve dell'inverno accompagna tutto il ciclo, non mancano i momenti in cui la voce, sempre sostenuta dallo strumento, ora s'increspa nelle raffiche del vento gelido, ora s'infiamma nei caldi pianti che vorrebbero opporsi al ghiaccio, toccando il climax sonoro in quel verso “Treue bis zum Grabe!” (Die Krähe), chiarissima quanto terrificante decisione di scegliere la morte quale unica alternativa all'amore finito. Ed infine, dopo l'immagine quasi stilnovistica del tramonto dei due soli più belli, rabbrividiamo nel bordone dell'organetto che scandisce l'ultimo Lied, raggelante nell'effetto del registro di fagotto ottenuto con uno dei sei pedali del fortepiano Bertsche (copia di un esemplare del 1815). Scelta illuminante quella dello strumento, che grazie ai suoi molteplici registri crea i differenti colori tipici di questa prima idea romantica e che con il suo suono sottile tipicamente viennese permette alla voce di recitare i pianissimi. Lungo è il silenzio di commozione del pubblico al termine della Winterreise. Infine scatta l'applauso, dovuto per questi interpreti emozionanti.

Note:

Interpreti: Daniel Johannsen, tenore, Christoph Hammer, fortepiano.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo