Un viaggio musicale insieme a Rossini e Britten

A Città di Castello, Donato Renzetti e la Filarmonica Gioachino Rossini aprono con successo il Festival delle Nazioni

Rossini in viaggio (Foto Monica Ramaccioni)
Rossini in viaggio (Foto Monica Ramaccioni)
Recensione
Chiesa di San Domenico, Città di Castello
Rossini in viaggio
25 Agosto 2018

Prima di addentrarsi nell’esplorazione della cultura artistica e musicale della Repubblica Ceca – alla quale è dedicata l’edizione di quest’anno – il Festival delle Nazioni di Città di Castello ha voluto rendere omaggio a Rossini, nel centocinquantesimo dalla morte, col concerto inaugurale che ha visto protagonista la Filarmonica Gioachino Rossini guidata da Donato Renzetti. Proposto in una doppia replica per venire incontro alla mole di pubblico che ormai le norme di sicurezza non consentivano di ospitare interamente nella Chiesa di San Domenico, ha ricevuto in entrambi i casi un apprezzamento entusiasta da parte degli ascoltatori.
Il programma è iniziato con la giocosità di quell’originale ripensamento che Benjamin Britten ha realizzato nelle sue MatinéeSoirées musicales, rispettivamente op. 24 e op. 9, basate su temi rossiniani. Renzetti ha interpretato i vari movimenti in modo più che appropriato, facendo risuonare lo spirito del compositore italiano all’interno della ricca, effervescente e magica orchestrazione dell’inglese. Passando con estrema disinvoltura dalle atmosfere bucoliche alla Guillaume Tell ai vorticosi ritmi di tarantella o a quelli più energici di marcia, Britten nelle due suites presentate sfrutta tutta l’energia vitale dell’italiano sottoponendo l’ascoltatore a una vera e propria terapia del buonumore. La presenza di una compagine giovane – la Filarmonica Gioachino Rossini è stata fondata nel 2014 – ma di eccellente qualità, ha permesso a Renzetti di esprimersi con una direzione efficace ma anche assai gioviale nell’esaltare ritmi e melodie del pesarese. Il quale è poi entrato in scena ancor più da protagonista nella seconda parte del programma, dedicata ad alcune delle sue più celebri sinfonie d’opera. Decisiva e intelligente è stata a quel punto la scelta di interpolare i brani con la lettura di passi tratti dalla corrispondenza che il pesarese inviava ai propri genitori, offrendo un divertente spaccato della quotidianità del musicista ma anche alcuni riferimenti ai lavori teatrali dei quali si stava per ascoltare l’ouverture. Un giovane e bravo attore, Antonio Olivieri, ha così condotto per mano il pubblico lungo un percorso narrativo-musicale iniziato con la Sinfonia da Il signor Bruschino e concluso con quella celeberrima da La gazza ladra, passando per TancrediLa Cenerentola Semiramide. Bello è stato sentire il cambio di sonorità che l’orchestra ha saputo proporre rispetto al precedente Britten, con un’attenzione al dettaglio nella quale Renzetti è riuscito a valorizzare tutti i settori della compagine, in particolar modo quello dei fiati. Forse un po’ più di ‘asprezza’ da parte degli archi avrebbe potuto ricreare maggiormente l’effetto che gli strumenti dell’epoca del pesarese – stiamo parlando dell’inizio dell’Ottocento – potevano produrre, ma complessivamente il risultato è stato comunque di eccellente livello. Degna di nota l’efficace gestione del famoso crescendo rossiniano, nel quale il direttore ha saputo ben trattenere le intensità, lasciando solo alla fine esplodere la piena sonorità orchestrale, con un effetto ancor più trascinante.

Dunque si può rendere omaggio a Rossini anche facendo a meno di interpreti vocali, e il successo ottenuto da un concerto tutto proteso verso il suo sorprendente sinfonismo lo dimostra pienamente. Tra gli appuntamenti a Città di Castello e quelli nelle altre località limitrofe, il Festival delle Nazioni prosegue ora col proprio ricco calendario fino al prossimo 7 settembre.