Tastiera "Calma"
I paesaggi interiori per piano ed elettronica di Omar Sosa a Mestre
Recensione
jazz
Raramente Omar Sosa termina un brano seduto al piano. Così come ama cominciare in sordina, altrettanta passione mette nel far risaltare la nota o l’accordo finale. A sua volta, il punto d’arrivo sonoro fa scattare in piedi il pianista che esprime ancora, con un gesto delle braccia, un ulteriore pulsazione, a sottolineare il ritmo che in modo più o meno implicito attraversa la composizione appena proposta. A grandi linee, anche il concerto per piano solo proposto al Candiani di Mestre rispecchia questo andamento: a mezza voce la mezz’ora iniziale e poi via via un’ora in crescendo che ha coinvolto i duecento ascoltatori, calorosi nelle richieste di bis generosamente accontentate. Vero è che il concerto si è aperto con un estratto da “Miriam”, [a href='http://www.bam.org/miriam']recente composizione[/a] che dialoga con varie voci femminili pre-registrate e con la danzatrice Nora Chipaumire. Questa “prima” italiana Sosa l’ha voluta dedicare a Miriam Makeba, a quattro anni dalla sua scomparsa. In assenza della danzatrice il risultato è poco convincente, con voci e rumori pre-registrati che sembrano avere il sopravvento su un pianismo di corto respiro, colto da improvvisa “sindrome Einaudi”. Più convincente l’ora seguente, centrata sul quinto album solista, [i]Calma[/i], del 2011, con una sapiente alternanza di episodi energizzanti ed ipnotici. A quest’ultima categoria va ascritto anche “Eggun”, dal nuovo album ispirato al Miles Davis di [i]Kind of Blue[/i]. Fra i bis, si segnala “Breezes”, dal suo primo disco come solista ([i]Omar Omar[/i], 1997), sigillo sui quei “panorami interiori” che nelle performance soliste fanno da contrappeso all’estroverso Sosa dei gruppi con sezione ritmica.
Interpreti: Omar Sosa: piano, voce, elettronica
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