Sollima, la carne e il sale

Bang Bang / in Care, prima assoluta di Sollima ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo

Recensione
classica
Cantieri della Zisa Palermo
Giovanni Sollima
15 Novembre 2004
All'entrata ti omaggiano un sacchetto di sale. E' augurale e siamo in Sicilia, pensi. Poi t'accorgi che il sale è altro. Magari ha a che fare con la conservazione e con la carne, ma quell'altra, la nostra (noi mangiamo qualcosa che ha lo stesso nome di ciò che esprime desideri, può andare in cancrena e infine, inevitabilmente, si putrefà). La scena è bella e forte, intensa come lo sono la regia eccellente di Giancarlo Cauteruccio, la splendida prova attoriale di Patrizia Zappa Mulas, il testo scolpito di Lina Prosa, le luci che, insieme con l'ossessivo, lugubre rombo della risonanza magnetica, aggiungono senso a una sinestesia dove la parola recitata migra attraverso echi e loop nello spazio segnato da immagini di ventole da sala operatoria che ruotano ossessive, cerchi anch'esse, così come è un cerchio lo spazio agito da Zappa Mulas, un anello d'acqua che è elemento originario e anche atroce percolato, forse, nel quale la protagonista del monodramma è un Filottete odisseico, eterno secondo, che nell'attesa si trascina su e giù dalla carrozzella, col piede malato e una stampella trasformata in arco portato alla spalla, aspettando che la sala operatoria si liberi del Filottete malato terminale che lo precede. L'anello d'acqua ha per confine il sale; sull'isola centrale un violoncello attende, silente, il termine del monologo di Filottete. E' bianco di fasce, quel violoncello, e Giovanni Sollima lo suonerà sull'unica corda agibile solo alla fine, dando le ultime parole a Zappa Mulas, che chiude in silenzio (ed è un urlo) portando le mani al capo in ricordo di quel Munch. Un violoncello normale, Sollima lo suona per il resto, una sorta di suite che è lirico commentario del testo di Lina Prosa. Con Sollima, che si fa performer e si tuffa letteralmente in un abisso alternante meccanica di macchine ospedaliere (la batteria di Giovanni Caruso) e un canto/urlo che insiste sulle ultime posizioni del cello. La tastiera di Riccardo Scilipoti e la chitarra elettrica di Marco Amico accompagnano il respiro di Sollima e anche una sua lettura come solfeggiata della ricetta d'un farmaco lenitivo. La musica a pronta presa di Sollima, crossover intenso e mediterraneo come si confà all'autore palermitano, si ascoltava per la prima volta negli spazi archeologico industriali dei Cantieri culturali alla Zisa che hanno ospitato questo "Bang Bang / in Care", benissimo prodotto da Arlenika e dalla compagnia Krypton.

Interpreti: attrice Patrizia Zappa Mulas; Compagnia Krypton

Regia: Giancarlo Cauteruccio

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