Rota e Wolf Ferrari in dittico a Jesi

La scuola di guida e Il segreto di Susanna al Teatro Pergolesi

La scuola di guida
La scuola di guida
Recensione
classica
Jesi, Teatro Pergolesi
La scuola di guida e Il segreto di Susanna
20 Novembre 2021

Continua la programmazione del teatro “G.B. Pergolesi” di Jesi con due operine di rara esecuzione, La scuola di guida, idillio musicale di Nino Rota su libretto di Mario Soldati, e Il segreto di Susanna, intermezzo in un atto di Ermanno Wolf Ferrari su libretto di Enrico Golisciani. Poco più di un’ora di spettacolo divertente e leggero, durante il quale i due lavori sono stati legati come se fossero un’unica opera attraverso il filo conduttore della gelosia.

La scuola di guida, in cui i due  protagonisti sono Lui (l’istruttore) e Lei (la ragazza che vuole imparare a guidare solo per poter avvicinare l’uomo di cui è innamorata) è presentata come un incubo del conte Gil, il marito di Susanna, ossessionato dalla gelosia e dalla visione in sogno della moglie che bacia un altro uomo all’interno di una automobile. L’odore di tabacco, che Gil continua a sentire in casa e che attribuisce alla presenza di un amante, alimenta la  gelosia e lo spinge a cercare di cogliere Susanna in flagranza di tradimento.

Le due opere, pur distanti temporalmente di 50 anni, sono accomunate da una figura di donna emancipata, in qualche modo trasgressiva nella propria volontà di imparare a guidare e nel fumare, abitudine questa che appartiene al mondo maschile e che costituisce proprio il segreto che non vuole rivelare al marito.

Il regista Alessio Pizzech ha voluto entrambe le opere ambientate negli anni 60 del 900, collegate dalla presenza fuori scena di Gil che dopo il lungo bacio in auto con l’istruttore grida al tradimento.

Molto bravi i cantanti:il soprano Angela Nisi nei panni di Lei/Susanna, bella voce e spigliata  presenza scenica;  il tenore Solodkyy Vasyl, che nell’operina di Rota intonava con passionalità le istruzioni per guidare su romantiche melodie di ascendenza pucciniana o su passaggi in stile jazzistico;  e il baritono Salvatore Grigoli in Gil, apprezzabile per qualità vocali ed attoriali. Accanto a loro anche il bravo attore Salvo Pappalardo nel ruolo del servo muto, chiaro riferimento al più noto intermezzo pergolesiano.

Ironia, doppi sensi, leggerezza e divertimento (ma con un pizzico di saggezza finale quando marito e moglie finalmente riappacificati con lo svelamento del segreto- la sigaretta-  sentenziano “tutto è fumo a questo mondo- che col tempo si dilegua”)  sono state le cifre di questi due nuovi allestimenti, interamente realizzati a Jesi, presso la Sartoria Teatrale del Pergolesi e il Laboratorio Scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini. La messinscena era a cura di Bianca Piacentini per le scene e Cristiana Attorrese per i costumi, giovani vincitrici della prima edizione del “Concorso per scenografi e costumisti” dedicato al grande scenografo Josef Svoboda e aperto a neo diplomati delle Accademie di Belle Arti di Macerata e Bologna. Il concorso è stato promosso e realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con le due Accademie, e ha visto partecipare giovani creativi emersi dal Bienno di Specializzazione in Scenografia. Scene coloratissime, ispirate alla pop art per l’opera di WolfFerrari,  mentre su fondo nero erano i due sedili vintage sospesi a mezz’aria dell’auto della scuola guida, quasi a creare una “realtà cartonata e bidimensionale”, come spiegano le due artiste.

 

Giovani talentuosi anche quelli del Time Machine Ensemble, nato per volontà di Casa Musicale Sonzogno e  della Fondazione Pergolesi Spontini,  diretto da Gabriele Bonolis.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica

classica

Un'interessantissima lettura della Nona

classica

Il pianista per la rassegna Landscapes della Fondazione Benetton