L’Italia di Lombardi
Alla Scala prima esecuzione assoluta di Italia Mia di Luca Lombardi
Recensione
classica
A giudicare dal responso piuttosto contento del pubblico scaligero, si direbbe che il nuovo pezzo composto dal compositore romano Luca Lombardi sia di quelli destinati a rimanere. Commissionato dal Teatro alla Scala per i 150 anni dell’unità d’Italia, Italia Mia è un cupo affresco sinfonico in sei sequenze per voce recitante (Alessandro Quasimodo, in sostituzione dell’indisposto Gabriele Lavia), mezzosoprano (Monica Bacelli), baritono (Lucio Gallo) e orchestra.
In realtà, ci sembra che il relativo successo dell’esecuzione abbia più a che fare con una scrittura musicale lontana dalle ultime ricerche e sperimentazioni, che guarda più al primo Novecento che alla realtà di oggi. La scelta è legittima, visto che si vuole in qualche modo celebrare il percorso storico del nostro paese dall’unità a oggi: citazioni musicali di tutti i tipi (dal Nabucco di Verdi al Goethe/Schubert di Kennst du das Land) sono immerse in un discorso sonoro fatto di archi scuri alternati sezioni di fiati pungenti. Lombardi sceglie il mare per chiudere il brano, in un testo da lui stesso composto e smaccatamente personale: la storia d’Italia viene così letta alla luce della sua posizione all’interno del Mediterraneo, crocevia di culture e musiche, ma anche scoglio immobile perché nulla cambi. L’orchestra chiude imitando il suono delle onde, ed è su questo tipo di interventi eccessivamente didascalici che il gioco non funziona: ognuno dei testi selezionati (le solite poesie di Dante, Petrarca, Leopardi e Quasimodo sull’Italia, per arrivare a Viva l’Italia di De Gregori) viene inquadrato in un quadro sonoro fin troppo prevedibile, come quando le stragi terroristiche vengono rievocate con colpi di percussione.
Il resto del concerto, diretto da Marko Letonja giunto a sostituire il previsto Esa-Pekka Salonen, si immerge nel primo Novecento (non a caso?) del Mandarino Meraviglioso di Bartók, del Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy e del Daphnis et Chloé di Ravel: meglio i francesi, ma la performance non va al di là di una corretta lettura.
Interpreti: Alessandro Quasimodo, voce recitante - Monica Bacelli, mezzosoprano - Lucio Gallo, baritono.
Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore: Marko Letonja
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
La prima settimana della frastagliata rassegna di musica contemporanea con Saunders e Chin nel concerto di apertura, Vivaldi con la Venice Baroque Orchestra, un David Lang di guerra e un’intensa serata Ustvolskaya con Kopacinskaja e Hinterhäuser
classica
La versione di Massenet, la congiunzione astrale e Clouzot