Club to Club in Puglia

VIVA!, Valle d’Itria International Music Festival, alla prima edizione fra Ghali e DJ Shadow

Recensione
pop
Club To Club Locorotondo
15 Agosto 2017

Si è tenuta dal 15 al 20 agosto nell’area di Locorotondo la prima edizione del VIVA Festival, vetrina estiva di Club to Club in collaborazione con Audi e Turné. È stato un successo e vediamo perché. Programma ricco con solo due appuntamenti a pagamento: il live di Nicolas Jaar (3.500 spettatori) e la prima Boiler Room tenutasi in Puglia. Il 18, 19 e 20 il VIVA si concentra in un’area ai piedi di Locorotondo con splendida vista del profilo della cittadina: bel palco e soprattutto un’eccellente qualità del suono (dal terrazzo della mia camera d’hotel, più o meno a un chilometro di distanza, distinguevo perfettamente le parole durante il sound-check). Ho assistito solo alle due serate finali, in definitiva le più avventurose. Sabato 19, la serata più straniante: il compito di scaldare l’ambiente spetta ai baresi Keedoman & Mista P e alle 22 arriva Ghali. Mi guardo intorno e sembra di essere a un concerto di Ariana Grande: sono attorniato da bambini e ragazzini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni che conoscono tutti i testi a memoria. Entusiasmo alle stelle, ovazioni continue, selfie, Instagram impazzito con l’hashtag #iostoconGhali, "bella lì", "raga", "ci state dentro"... fin qui, a fatica, ci sto dentro anch’io ma quando il rapper milanese di origine tunisina dedica una canzone a un giovane fan morto di cancro (fin qui tutto bene, bel gesto) e fa partire un’intemerata assolutamente priva di senso sul fatto che oramai solo più i poveri muoiono di cancro e di Aids, mentre i ricchi guariscono, i conti non tornano più. Siamo già entrati nel post-grillismo, quella dei no-vax è una battaglia di retroguardia, siamo ormai al neo-pauperismo sanitario. Inevitabile ovazione dei fanciulli che, per loro fortuna, non hanno capito niente. Dopo un’ora e mezza il concerto finisce e circa la metà dei 10.000 presenti abbandona l’arena: è scattato il coprifuoco imposto dai genitori, si deve andare a letto in compagnia dei propri orsacchiotti. Non sono così ingenuo da non vedere anche l’aspetto positivo della scelta di inserire Ghali nel cartellone del festival: VIVA deve giustamente avere un occhio di riguardo verso il territorio e dare la possibilità ai ragazzini del luogo (e ai loro genitori) di assistere a un concerto del loro beniamino sotto casa e per di più gratis è stata senz’altro un’ottima mossa. Dispiace che in molti non abbiamo assistito all’ottimo show di Madlib: quei groove che azzannano sotto la nuca e non mollano più, e quelle due intro usando i dubplate di King Tubby sono state prelibatezze per palati fini. Il giorno seguente, serata di chiusura del festival, si sfiora il dramma: intorno alle 19.30 comincia a piovere intensamente e continua fin verso le 22.30, il palco è spento e la gente è rintanata nei locali. Sembra la fine anticipata del festival, poi la pioggia cessa e su Facebook appare la notizia che il concerto si terrà, anche se con tempistiche diverse: nel tempo di percorrere il chilometro abbondante che mi separa dall’arena ho modo di ascoltare (ma non vedere) l’esibizione di Kelly Lee Owens, autrice di uno degli esordi più interessanti di quest’anno. La musica che sento mi piace, ma quando finalmente arrivo il set è terminato. Mezzanotte e mezza ed è il momento del videomapping di Locorotondo elaborato dai ragazzi dello IED di Barcellona, un progetto in esclusiva per il festival: il risultato è affascinante, le immagini si rincorrono sulle facciate bianche delle case con risultati straordinari e la gente risponde con entusiasmo a ciò che sta vedendo. Tutto è pronto e allora DJ Shadow può attaccare: a differenza del set presentato lo scorso novembre a Club to Club e incentrato sulla riproduzione integrale del suo album d’esordio in occasione del ventennale della sua pubblicazione, questo set spazia tra brani nuovi (su tutti la potentissima “Horror Show” in compagnia di Danny Brown, ma non scherza anche “Nobody Speak” con Run The Jewels) e classici del suo repertorio. A quel punto la tensione si era sciolta e nel backstage tutti ballavano, i volti erano sorridenti e si potevano ammirare i visual dello show proiettati sullo splendido skyline di Locorotondo. Visti gli ottimi risultati di pubblico e avendo potuto apprezzare l’ottimo lavoro svolto da chi ha lavorato all’organizzazione dell’evento, ci sono tutti i presupposti perché VIVA diventi un appuntamento fisso dell’estate pugliese.

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