Tutti gli amori di “Je te veux”

La musica vocale francese fin de siècle nel nuovo interessante disco di Cherrier-Hoffman e Chaslin

Julie Cherrier Hoffmann e Frédéric Chaslin (Photo DR)
Julie Cherrier Hoffmann e Frédéric Chaslin (Photo DR)
Disco
classica
Julie Cherrier-Hoffman, Frédéric Chaslin
Je te veux !
Aparté Music
2025

La dolce voce di Julie Cherrier-Hoffman e il morbido pianismo di Frédéric Chaslin accompagnano l’ascoltatore del loro nuovo disco (edito da Aparté Music) in un viaggio nella musica vocale francese di fine Ottocento e inizio Novecento.

La ricca selezione (ben sedici brani) per voce e pianoforte spazia, secondo una piacevole originalità, da capisaldi del repertorio da camera francese a gemme nascoste di autori spesso poco frequentati, come Duparc, Bachelet e Chausson. In generale, le melodie incise sul disco si configurano come un inno nostalgico all’amore perduto o solo desiderato. Come afferma il soprano francese nell’esaustivo booklet presente all’interno dell’elegante edizione in CD dell’album, l’intento della registrazione è stato quello di sottolineare la complessità e le peculiarità della melodia francese, in cui regna perennemente un latente equilibrio tra i temi e i toni delle liriche e dove la natura e l’amore, la musica e la poesia (i brani sono tratti da testi di Verlaine, Mallarmé, Baudelaire, Hugo e altri) si bilanciano e compensano costantemente. 

Sul fronte musicale, Cherrier-Hoffman esibisce uno strumento ben educato, che si distingue nel registro acuto, saldo e ben impostato (ottimo il lungo acuto finale di Chère nuit di Bachelet o quello straziante e ricco di pathos che, morendo in un triste diminuendo, conclude Élégie di Massenet), e in quello centrale, intonato e spesso abbellito da un fraseggio delicato e da un funzionale vibrato. In questo senso, si ammira la corretta esecuzione e la drammatica interpretazione della cupa romanza di Duparc Au pays où se fait la guerre, dove il vibrato diventa una vera e propria metafora vocale del pianto lagrimevole per la sofferta partenza di un amante. Invero, il soprano francese dimostra nel corso di tutto il disco un’ammirevole aderenza interpretativa rispetto a tutti i testi dell’antologia, riuscendo con gusto a padroneggiarne tutti i mondi emotivi, talvolta anche molto diversi tra di loro: l’esaltata brillantezza di una dichiarazione amorosa (Nell di Fauré), la dolente nostalgia per un antico amore (Les Berceaux dello stesso compositore), la sfuggente dolcezza di un bucolico attimo di passione (Green di Debussy) e l’erotica vorticosità giovanile di un valzer (Je te veux! di Satie). 

Chaslin accompagna la voce di Cherrier-Hoffman con una notevole finezza interpretativa: il suo pianismo plasma con coerenza ed espressività l’atmosfera emotiva di ogni brano, alternando sonorità dolci e liquide (L’invitation au voyage di Duparc) a scenari suadenti (gli intensi arpeggi di Chanson triste del medesimo autore) o più tormentati e ombrosi (il tragico Le Temps des lilas di Chausson). 

In sintesi, un disco davvero interessante per l’antologia presentata ed eseguito da entrambi gli artisti con grande professionalità e raffinatezza.

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