Nell’ultimo fine settimana del Monteverdi Festival di Cremona, due concerti dedicati al confronto tra il “divin Claudio” e Francesco Cavalli hanno contribuito ad attirare l’attenzione verso il musicista che è considerato il suo allievo, o quanto meno il suo erede dal punto di vista artistico e stilistico, autore dell’opera Ercole amante con la quale si è poi conclusa la 42° edizione di questo importante Festival.
Il primo concerto è stato presentato nel cortile del Palazzo Guazzoni Zaccaria dal tenore Marco Angioloni, accompagnato al clavicembalo da Marco Crosetto e dal violoncello e il flauto di Rebeca Ferri, che ha selezionato diverse tipologie di arie tratte dalle più famose opere dei due compositori.
Nel secondo concerto che si è svolto nell’affascinante Auditorium G. Arvedi che fa parte del Museo del Violino di Cremona, i soprani Apolline e Thaïs Raï-Westphal accompagnati dall’ensemble Les Talens Lyriques di Christophe Rousset hanno intonato arie da L’incoronazione di Poppea e un paio di madrigali a due voci di Monteverdi, e parallelamente arie dalle opere Veremonda e Il Ciro di Cavalli.
Nella prima intervista del podcast Angioloni mette in risalto il ruolo della voce del tenore nel Seicento e la interessante varietà delle arie dell’opera veneziana, mentre nella seconda Rousset parla della presenza della musica dei due compositori e della ripresa delle loro opere sulla scena napoletana che ha caratterizzato il programma del suo concerto.