Cavalli alla riconquista di Venezia

Torna a Venezia per la prima volta dal 1641 l'opera di Cavalli e Busenello con esito trionfale, grazie ad una creazione collettiva di regia scene e costumi, col coordinamento didattico di Carlo Majer, e all'ottima resa degli strumentisti di Europa Galante diretti da Fabio Biondi e da un ottimo cast: ricordiamo in particolare McFadden (Didone) Staveland (Enea) Domènech (Iarba) Custer (Giunone) Schiavo (Venere) e bravi tutti gli altri interpreti.

Recensione
classica
Teatro Malibran Venezia
Francesco Cavalli
15 Settembre 2006
Quel che colpisce maggiormente nella magnifica operazione veneziana sul barocco di cui parliamo è la consacrazione moderna della coppia Busenello-Cavalli: il librettista è davvero lo Shakespeare italiano, come sostiene Carlo Majer, ideatore e coordinatore del progetto presso la IUAV di Venezia e Teatro Due di Parma per una inedita creazione collettiva di regia, scene, costumi, luci, azioni mimiche e lettura drammaturgica di grande semplicità e insieme di alta suggestione. Anche per questo lo spettatore può concentrarsi sulla perfetta "pronuncia" del recitarcantando (esperimento che aprirà una nuova strada interpretativa made in Italy) e sulla parte musicale, affidata alla intelligente e colta guida di Fabio Biondi con la sua splendida Europa Galante. Biondi è andato a fondo nella comprensione della partitura unica veneziana, che nasconde sotto sovrastrutture tardive forse napoletane la fonte veneziana del 1641. Ottima la resa di tutti gli strumentisti e specie del basso continuo ed eccellente la prova di tutti i cantanti, in parti al limite dell'eseguibile: la Didone della McFadden è possente e tenera regina e donna,per una volta salvata dal librettista per un fine lieto o quasi; il norvegese Staveland era un perfetto "pio" Enea, assai poco eroe e molto raccomandato figlio di dea; sfolgorante Custer come Giunone impellicciata ma anche toccante nella disperazione di Cassandra; incantevole Schiavo come Venere ma anche come scanzonata damigella, in questo ben assecondata da Lombardi; brava De Liso nel passare dalla dolente Ecuba al furbo Mercurio e molto convincente anche Álvarez nella fresca vocalità di Amore Ascanio e Fortuna. I restanti ruoli maschili erano ugualmente ben assortiti tra Lozano Zoccatelli Morace e Abbondanza e soprattutto Domènech nell'impervio ruolo di Iarba.

Note: Nuovo allestimento in collaborazione con Unione Musicale di Torino e Teatro Due di Parma

Interpreti: Claron McFadden (Didone); Magnus Staveland (Enea); Jordi Domènech (Iarba, Corebo); Manuela Custer (Cassandra, Giunone, Damigella); Maria Grazia Schiavo (Venere, Iride, Damigella); Marina De Liso (Ecuba, Mercurio, Ilioneo); Donatella Lombardi (Creusa, Anna, Damigella); Isabel Álvarez (Ascanio, Amore, Fortuna); Antonio Lozano (Anchise, Sicheo, Eolo); Gian-Luca Zoccatelli (Acate, Pirro); Fillipo Morace (Sinon Greco, un vecchio); Roberto Abbondanza (Giove, Nettuno, un cacciatore); Mimi: Cristina Cattellani, Sara Nomellini

Regia: Francesca Cabrini, Davide Ortelli; Light designer: Fabio Barettin. Gruppo di lavoro scenico del Laboratorio integrato della Facoltà di Design e arti dell'Università IUAV di Venezia diretto da Carlo Ma

Scene: Alberto Nonnato, Serena Rocco

Costumi: Valentina Ricci

Orchestra: Orchestra Europa Galante

Direttore: Fabio Biondi

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