L'importante è collaborare

Lo studio di Federculture per la progettualità culturale

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A fronte dell'inesorabile calo di risorse pubbliche e private da destinare alla cultura è sempre più indispensabile puntare sullo sviluppo di una progettualità che consenta di reperire e portare nuove risorse verso un settore che sicuramente attende una maggiore e più capillare valorizzazione. Il tema è ampiamente trattato in uno studio condotto da Federculture e dalla Fondazione Ifei e intitolato "Le forme di partenariato pubblico-privato e il fondo per la progettualità culturale". Lo studio, presentato a Roma, è stato curato da Claudio Bocci (Direttore Sviluppo e Relazioni Istituzionali Federculture) e da Francesco Monaco (Responsabile Dipartimento Progetti speciali IFEL-Istituto per la Finanza e l'Economia Locale, Fondazione istituita dall'ANCI). L'argomento è di toccante attualità non solo a causa della drastica riduzione dell'impegno pubblico in cultura ma soprattutto considerando l'impreparazione di molte amministrazioni locali nel saper intercettare e spendere virtuosamente i fondi comunitari, che - in percentuale sconcertante - sono ritornati a Bruxelles senza essere stati utilizzati. Nello studio innanzitutto viene ribadito come il sistema culturale non possa essere riavviato se non attraverso forme di partenariato tra gli Enti locali e soggetti privati. Per favorire questo rapporto è necessario sviluppare una progettualità culturale, il cui obiettivo finale è la valorizzazione dei beni culturali di cui il nostro paese è ricco e di dare un decisivo impulso alla crescita di attività culturali. Decisiva a tale proposito è la proposta di introdurre un "Fondo per la progettualità culturale", ispirato al fondo per la progettualità delle infrastrutture già esistente nella Cassa Depositi e Prestiti e creato guardando le esperienze le esperienze di altri paesi europei: una progettualità avanzata consentirebbe infatti alle amministrazioni pubbliche di verificare anticipatamente le sostenibilità finanziaria dei progetti, condizione sempre più necessaria non solo a fronte della riduzione di risorse disponibili ma anche per favorire una maggiore partecipazione dei privati nell'investimento culturale.
Giorgio Cerasoli

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