In un vecchio palco della Scala

Al Museo Teatrale della Scala la mostra "Nei palchi della Scala"

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Da un palco della Scala (Foto Giovanni Hänninen)
Da un palco della Scala (Foto Giovanni Hänninen)

Si è aperta la mostra Nei palchi della Scala ospitata nel museo del teatro, con qualche appendice nel foyer. A fine percorso del piano superiore, il visitatore s'imbatte in due istantanee in bianco e nero emblematiche dello spirito dell'interessante rassegna che la direttrice del museo Donatella Brunazzi ha fatto allestire a Pier Luigi Pizzi. In una si vede una maschera che si mette un dito sulla bocca per avvertire un ritardatario di entrare nel palco con cautela perché l'opera è già cominciata, nell'altra una guardarobiera e una maschera appoggiano l'orecchio alla porta di un palco per ascoltare quanto non possono vedere. Entrambe fanno capire che gli spettacoli andati in scena alla Scala rimangono fuori dalla mostra, che invece tratta di come le proprietà dei palchi dal 1778 al 1920 (anno in cui divennero del teatro) sia passata di mano dalle famiglie aristocratiche, a quelle borghesi, agli industriali tessili, di come i palchi fossero una vetrina per mettersi in mostra e vedere gli altri, di come fossero salotti dove ricevere, spettegolare, perfino tramare contro il potere costituito. Luoghi deputati delle gran dame, perché i gentiluomini preferivano frequentare il foyer dove in epoca di Repubblica Cisalpina e Regno d'Italia si poteva giocare d'azzardo. Non sotto l'amministrazione austriaca bachettona. Tutti argomenti ai quali i vari video della mostra possono solo accennare, ma ci sarà modo di approfondirli dopo il 7 dicembre, quando sul sito della Scala si potrà consultare una mappa completa dei proprietari dei palchi, anno per anno. La raccolta dei dati è stata un'operazione complessa, guidata da Franco Pulcini con la collaborazione della Biblioteca Braidense e del Conservatorio. Un progetto nato ufficialmente tre anni fa, ma che da tempo era nell'aria e che ha comportato ricerche complicate, perfino in biblioteche americane e a Vienna. 

Alla mostra sono esposte invece molte curiosità, dalle Tavole Reali e del Lotto Reale, in uso ai giocatori incalliti, a incisioni d'epoca, dalle prime pagine della "Domenica del Corriere" riguardanti spettacoli e pubblico a un siparietto che ospita manichini vestiti con abiti firmati da famose sartorie, a un collage di fotografie di signore alle prime del 7 dicembre del dopoguerra. Inoltre gigantografie degli interni dei palchi, della sala, che coprono ogni parete del percorso, scattate da Giovanni Hänninen. Con anche una piccola svista, come succede con l'obbligatorio nodo difettoso che permette al mondo esterno d'entrare nel disegno di un tappeto, perché in una gigantografia dell'orchestra in palcoscenico compare l'Orchestra Verdi ospite del teatro, non quella della Scala.