Simone Fernando Sacconi a 130 anni dalla nascita
L’allieva Wanna Zambelli ricorda il maestro liutaio italo-americano
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Docente di liuteria dal novembre 1974 al giugno 2018 alla Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona – ora Istituto di Istruzione Superiore “Antonio Stradivari” – Wanna Zambelli si è diplomata liutaia nel 1972 – prima donna in Italia e terza nel mondo – e ha lavorato per lungo tempo nella bottega del maestro Francesco Bissolotti di Cremona, dove ha avuto la possibilità di perfezionare la propria preparazione con il maestro italo-americano Simone Fernando Sacconi, liutaio, restauratore ed esperto fra i massimi del Novecento, scomparso nel 1973.
In occasione del 130° anniversario della nascita (30 maggio 1895) di Sacconi la stessa Wanna Zambelli ricorda come «dopo un anno passato senza gioia in un istituto tecnico, ho chiesto consiglio a un pittore del mio paese d’origine, Volongo, vicino a Cremona, che mi ha indirizzato alla Scuola Internazionale di Liuteria. Ed è nel Palazzo dell’Arte – oggi sede del Museo del Violino e che allora ospitava la scuola – che nel 1968, nel mio primo anno di corso, ho incontrato, in una delle sue poche visite e lezioni straordinarie, il maestro Simone Fernando Sacconi».

(direttore de “La Camerata” di Cremona), il Maestro Sacconi, il liutaio e collezionista Desmond Hill e il maestro liutaio Pietro Sgarabotto durante la cerimonia di presentazione del violino di Antonio Stradivari «Cremonese» 1715 acquistato dall’Ente Provinciale del Turismo.
Cremona, 1962 Foto © Archivio Bissolotti
«Me lo ricordo attorniato da noi pochi allievi – eravamo una decina in tutto – incuriositi e attentissimi alle sue spiegazioni. Già molto prima del suo arrivo, si era creato un clima di attesa febbrile per una visita considerata un evento. E mi chiedevo chi fosse mai questo grande esperto che veniva dall’America con la fama di aver riparato più di trecento strumenti antichi e di aver avuto rapporti di lavoro con musicisti di eccezione quali, tra gli altri, Casals, Kreisler, Enescu, Elman, Stern, Menuhin, Oistrach, Rostropovich, Accardo, Ughi e così via. Avrei voluto parlargli, ma essendo solo agli inizi non ne ho avuto il coraggio. Con lui ho conversato invece in occasione di una sua successiva visita, nel 1971; passando fra i banchi da lavoro si è fermato anche al mio, ha esaminato a lungo e con interesse il violoncello che stavo costruendo e mi ha dato preziosi consigli».
«Dopo di allora l’ho incontrato nella bottega del maestro liutaio Francesco Bissolotti, dove, terminata la scuola, ho perfezionato la mia preparazione negli anni dal 1972 al 1975. Ed è stato appunto tra l’estate e l’autunno del 1972 che ho avuto la possibilità di conoscere meglio Sacconi, di lasciarmi contagiare soprattutto dalla sua passione per la liuteria che ancor oggi, dopo più di cinquant’anni, è per me una delle ragioni di vita».

di Point Lookout, Long Island, NY, 1948
«Negli anni ho scoperto l’importanza della lezione di Sacconi, ho capito che il suo metodo – di atteggiamento mentale, prima ancora che tecnico – e quel suo voler sempre il massimo, nel solco della tradizione degli antichi maestri e nel rispetto dei tempi naturali del lavoro artigiano, sono alla base di un buon risultato. Uno deve provar piacere nel fare uno strumento: se lo fa solo perché alla fine lo vende, o ne fa cinque di fila perché in quel momento ha bisogno di soldi, è comprensibile ma non fa bene alla liuteria».
«Sacconi ha rimesso al centro della nostra moderna civiltà industriale il valore della creatività del lavoro artigiano, ha rimesso al centro il valore della pazienza e della cura nel lavoro, ha rimesso al centro la passione e il desiderio di far bene le cose. Ecco, questa è l’eredità che lui mi ha lasciato e che ho cercato di trasmettere ai miei tanti allievi in quarantaquattro anni di insegnamento alla Scuola di Liuteria di Cremona, con la speranza di aver sparso un seme fecondo».

grande mostra del «Bicentenario Stradivariano», allestita a Cremona dal maggio all’ottobre del 1937. A sinistra nella foto: il professor don Illemo Camelli, pittore cremonese e all’epoca direttore dei Musei Civici di Cremona
«Qualcuno oggi sostiene che con l’intelligenza artificiale fra qualche anno avremo violini “perfetti” senza bisogno del liutaio, della sua sensibilità, della sua creatività, della sua cultura, della sua capacità di sentire e capire il legno, sempre diverso per provenienza, stagionatura e mille altre variabili. Da Sacconi io ho imparato una liuteria dove un violino, una viola, un cello, un contrabbasso nascono ancora dalle mani di un uomo».
Per informazioni e approfondimenti i siti di riferimento sono www.simonefernandosacconi.it e www.violiniincremona.it
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