L'ingegnere che spaziava tra i linguaggi

Diamo tardiva notizia della morte di Giuseppe Chiari sopravvenuta improvvisamente il 9 maggio.

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Diamo tardiva notizia della morte di Giuseppe Chiari sopravvenuta improvvisamente il 9 maggio. Chiari era nato a Firenze nel 1926 ed aveva fatto studi di ingegneria, iniziando a comporre negli anni Cinquanta e fondando in seguito con Pietro Grossi l'associazione Vita Musicale Contemporanea. Se la musica scritta negli anni Cinquanta segna un'anticipazione dell'attitudine minimalista, dall'inizio degli anni Sessanta Chiari inizia la collaborazione con il gruppo internazionale e interdisciplinare Fluxus fondato negli USA da George Maciunas, nel cui ambito realizza lavori e eventi imperniati sullo sconfinamento fra i linguaggi artistici contemporanei, dalla forte impronta performativa, memori della poetica dada, fra cui "Gesti sul piano" e "Teatrino", eseguito a New York; partecipa quindi alle esperienze di poesia concreta del Gruppo 70 e inizia un'intensa attività saggistica tendente a scardinare le gerarchie ed il sistema di valori della musica colta: ricordiamo almeno "Musica senza contrappunto" e "Musica et cetera". Pur senza recidere mai i rapporti con la musica e il suo pubblico, anche se in una personale chiave di lettura polemica e performativa, dagli anni Settanta gli ambiti d'espressione di Giuseppe Chiari si spostano più decisamente nell'ambito della performance e dell'arte visiva, e l'artista avvia un'intensa attività internazionale di conferenze e di mostre collettive e personali (Berlino, Londra, Parigi, Vienna, Milano, Venezia, Roma, New York): fra le più recenti ricordiamo almeno "Giuseppe Chiari - Fluxus" alla Galerie Depardieu di Nizza (gennaio 2007), "Viaggio nella parola" alla galleria "Il Gabbiano" a La Spezia (dal febbraio 2007), "L'Arte è Facile, l'Arte è Difficile" alla galleria ARTantide di Verona, in pieno svolgimento quando è sopraggiunta la morte.