I lavoratori del Regio contro Graziosi

Torino: un duro atto d'accusa contro i metodi del sovrintendente designato dai 5 Stelle.

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Il Teatro Regio di Torino
Il Teatro Regio di Torino

E' un duro atto d'accusa nei confronti del sovrintendente William Graziosi la lettera che i lavoratori del Teatro Regio di Torino hanno inviato al sindaco Chiara Appendino (che è presidente della Fondazione), all'assessore alla cultura Leon e al ministro dello spettacolo Bonisoli. Una lettera anonima, per paura di ritorsioni, che denuncia il pessimo clima che si è creato all'interno del teatro dopo la nomina del nuovo sovrintendente. Ne terranno conto i prossimi membri del cdi che deve essere designato entro il 31 maggio? Questo è il testo integrale: 

«Ci rivolgiamo alla massima carica del Teatro in cui lavoriamo, come solo in situazioni di grave difficoltà è accaduto in passato, per rivolgerle un accorato appello inteso a tutelare il futuro dell’istituzione di cui facciamo parte. Futuro al quale sappiamo quanto tenga anche Lei, ma sul quale gravano ombre che, non sapendo quanto siano a Lei note, non possiamo tacere.

Siamo costretti nostro malgrado a farlo in forma anonima – voglia perdonare questa circostanza, ci auguriamo che le parole che seguono Le esprimano il nostro grado di partecipazione molto più di una, Le assicuriamo numerosa, lista di nomi – perché da un anno il clima in questo Teatro è cambiato radicalmente, ossia da quando si è insediato il Sovrintendente William Graziosi, una nomina che sin dall’origine ha diviso nettamente il Consiglio di Indirizzo. Un Sovrintendente che, nel discorso di insediamento fatto in assemblea plenaria alla Sua presenza, promise dialogo e collaborazione con la struttura che si apprestava a dirigere, e che invece in questi ormai tredici mesi di mandato non ha fatto altro che mortificare e delegittimare, compromettendo un proficuo lavoro di squadra, a cominciare dai vertici, e serrandosi attorno a un ristrettissimo numero di persone di fiducia.

I primi segnali di un controverso rapporto con i lavoratori si sono avuti con il demansionamento di un rappresentante sindacale, “colpevole” di aver espresso in modo troppo esplicito il suo giudizio sul Sovrintendente in un gruppo di discussione privato. Altre persone sono state immotivatamente promosse, come chi fino al giorno prima lavorava come artista del coro ed è stato chiamato a occuparsi di «Innovazione, sviluppo e progetti europei»; oppure come un tecnico, anche lui rappresentante sindacale, che è stato ricollocato con aumenti pecuniari che non si vedevano da anni. Si tratterebbe di casi del tutto ammissibili, se solo fossero corroborati non diciamo da titoli di studio ma almeno da competenze di merito. È evidente che un atteggiamento di questo tipo (“punisco i nemici, premio gli amici”) sia finalizzato a incutere timore e mettere a tacere il dissenso. Risultato pienamente ottenuto che motiva il nostro anonimato: abbiamo paura!

Le criticità legate alla scelta delle persone e dei fornitori si sono verificate anche in altri ambiti, come è stato riportato – ahimè fondatamente – dai giornali. Il precedente direttore del personale che se ne va dopo tre mesi e al quale si concedono due anni di aspettativa per poi incaricare il proprio avvocato. Un addetto al marketing proveniente dalle Marche e strapagato, che in 4 mesi scarsi guadagna anche più di quel che guadagna un impiegato amministrativo in capo all’anno, e che peraltro è presente in Teatro per 3 o 4 giorni al mese, intraprendendo l’unica iniziativa di lanciare sconti del 50%. E poi appalti diretti, senza gara, per affidare il rifacimento di un sistema informatico complesso come la gestione della biglietteria.

Rispetto agli obiettivi per i quali è stato nominato questo Sovrintendente, nulla è stato fatto, né sull’incremento di finanziatori privati, né sul fronte dell’alta formazione, né su reali politiche di marketing, di cui lui si è assunto le deleghe. Le riserve sul fatto che sia effettivamente in grado di portare avanti il piano di sviluppo del prof. Guerzoni sono molte in tutti i settori del Teatro.

Siamo molto preoccupati del rischio di perdere la figura del Maestro Alessandro Galoppini, che oltre a essere Direttore artistico, svolge da molti anni ruoli chiave, sia come direttore del comparto artistico (Orchestra e Coro) sia come casting manager. Le testimonianze dirette di cantanti e artisti avvalorano la sensazione che senza una figura competente e affidabile come la sua molti di loro non sarebbero tornati a lavorare qui. Rischiamo dunque di compromettere un rapporto di fiducia con il Teatro, necessario data la scarsa liquidità disponibile e i lunghi tempi di pagamento.

Nella grave situazione debitoria del Teatro, peraltro, con fornitori e artisti che attendono la liquidazione delle loro spettanze mediamente per più di un anno, su alcuni soggetti il Sovrintendente Graziosi impone all’amministrazione il pagamento immediato, scavalcando i tempi richiesti da una onesta gestione degli arretrati. Inevitabilmente sono informazioni che circolano in Teatro e anche all’esterno, nuocendo alla sua reputazione.

Altre figure di vertice del Teatro, e numerosi lavoratori, sono in scadenza prossimamente: siamo sinceramente spaventati all’idea che anche in quel frangente possano essere fatte delle scelte secondo i criteri seguiti sin qui dal Sovrintendente. Nessun chiarimento, e men che meno una smentita, è stata data da parte sua in merito alle notizie sul suo passato uscite sui giornali, e al contempo molti di noi hanno ricevuto dall’esterno racconti di esperienze simili taciute per timore di ritorsione. Non vorremmo essere testimoni diretti di pratiche “kazake” nel nostro Teatro, nella nostra Città. Il Teatro Regio ha molti problemi che vuole contribuire a risolvere, non può permettersi che lo sia anche il suo prossimo Sovrintendente.

Grati per l’attenzione alla presente, si porgono cordiali saluti».

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