Graziosi al Regio di Torino

Franceschini ha firmato la nomina del nuovo sovrintendente. E i professori d'orchestra scrivono alla sindaca: "Parliamo di musica?"

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William Graziosi
William Graziosi

Il ministro Franceschini ha firmato il decreto che nomina William Graziosi nuovo sovrintendente del Teatro Regio di Torino dopo le dimissioni di Walter Vergnano che hanno fatto automaticamente decadere dal loro ruolo anche il direttore musicale Gianandrea Noseda (che ha chiuso ogni possibilità di futura collaborazione con la nuova governance del Regio) e il direttore artistico Gaston Fournier- Facio. La nomina di Graziosi, unico nome  proposto dalla sindaca Cinque Stelle Chiara Appendino ha spaccato il cdi con le dimissioni di Vittorio Sabadin e Angelica Musy prima del voto, mentre Filippo Fonsatti (in rappresentanza della Regione Piemonte) ha abbandonato la sala prima della votazione. Il primo problema da affrontare per il neo sovrintendente sarà il buco in bilancio da ripianare entro il 30 giugno. Intanto i professori dell'Orchestra del Regio hanno scritto una lettera aperta alla sindaca, che è anche presidente del Regio, dal titolo molto significativo: "Parliamo di Musica?".

«Gentilissima Presidente Chiara Appendino, con il nostro appello vogliamo invitarla a parlare di arte, cultura e musica, argomenti assenti nel dibattito di questi giorni sul Teatro Regio. Dal 1740 il Teatro Regio è una delle più importanti istituzioni culturali italiane e la sua attività ha contribuito all’evoluzione del gusto e dei costumi dei nostri concittadini. Noi Artisti dell’Orchestra del Teatro Regio - insieme ai nostri colleghi del coro, maestri collaboratori, tecnici e amministrativi - crediamo di avere una missione molto importante all’interno della società: quelle di diffondere il complesso messaggio universale della musica e trasmettere, al nostro pubblico, intense e profonde emozioni. Riteniamo che migliore sia la qualità artistica del nostro lavoro e più intensa diventi l’esperienza per chi partecipa. Come nella musica un’attenta concertazione produce armonia, nonostante e grazie a contrasti e dissonanze, così pensiamo possa accadere anche nel confronto dialettico e nello scambio di legittimi punti di vista. Gradiremmo coinvolgerla, insieme a tutte le persone a cui sta a cuore il tema della cultura, a considerare le nostre riflessioni e confrontarci sul tema della qualità della nostra produzione artistica e sulla funzione che questa svolge per la città di Torino».