Crossroads, sette mesi di jazz in Emilia Romagna

Fino al 7 dicembre Crossroads propone 60 concerti in lungo e in largo per la regione

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Crossroads - Mauro Ottolini
Mauro Ottolini (foto Roberto Cifarelli)

Avviata lo scorso 17 maggio con il concerto del pianista Giovanni Guidi con la sua nuova Orchestra Little Italy nell’ambito della rassegna Correggio Jazz, l’edizione 2021 del festival Crossroads proseguirà fino al 7 dicembre inanellando quasi sette mesi di calendario nei quali saranno incastonati oltre 60 concerti che coinvolgeranno circa 400 artisti.

Un cartellone che si dispiega lungo l’intera regione Emilia-Romagna, facendo tappa in oltre venti comuni convivendo con le limitazioni poste agli spettacoli dal vivo e agli spostamenti dalla situazione di emergenza sanitaria. Nell’avviare questo vasto sforzo di programmazione, l’intento dichiarato è quello di fare quanto possibile per realizzare l’intero programma, nella consapevolezza che non si possono escludere cambiamenti in corso d’opera, che saranno comunque comunicati prontamente dal festival sui propri canali.

«La sensazione è quella di tornare a respirare dopo un’apnea infinita d’acqua – ha dichiarato Sandra Costantini, direttrice artistica di Crossroads – sarà come tornare a tuffarsi in mare dopo aver vissuto a lungo da pesci fuor d’acqua. Siamo felici, emozionati, direi anche spaventati da questa ripresa. Ma tutto filerà liscio, anzi perfetto, l’esperienza della breve apertura della scorsa estate è un precedente rassicurante. Credo che ogni paura e timore e senso di inadeguatezza svaniranno nel nulla quando ci ritroveremo tutti assieme lì, sul palco, dietro il palco, davanti al palco, finalmente con la nostra amata musica dal vivo. E torneremo anche noi davvero a vivere. Un sincero ringraziamento va a tutte le istituzioni pubbliche (Ministero, Regione, Comuni) che hanno continuato a sostenerci nella fase più difficile».

L’ampiezza del cartellone si riflette nella varietà degli stili musicali proposti, dal più solido jazz di matrice afroamericana agli apporti sonori introdotti dai contatti con nuove geografie e dalla modernizzazione dei linguaggi musicali.

Il vastissimo programma è impossibile da sintetizzare, ma possiamo almeno citare gli artisti residenti: Paolo Fresu, Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Mauro Ottolini, Peppe Servillo, Javier Girotto. Tutti protagonisti di primo piano del jazz italiano e Crossroads li ha adottati, come artisti residenti del festival, invitandoli a esibirsi con numerosi e sempre diversi progetti musicali.

In merito agli artisti internazionali, nel cartellone di Crossroads si confermano le proposte di nomi tra i più rappresentativi del jazz made in USA: dal power trio guidato dal chitarrista Julian Lage (23 luglio, Fusignano, Parco Piancastelli) alla dimensione del piano solo di Craig Taborn (5 novembre, Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni). E poi ancora il trio del virtuoso sassofonista Seamus Blake (2 ottobre, Ferrara), i Five Elements del sassofonista Steve Coleman (9 ottobre, Imola, Teatro Ebe Stignani), il trio del pianista George Cables (4 dicembre, Bologna, Camera Jazz&Music Club), con ospite il sassofonista Piero Odorici.

Alla scena statunitense è legata anche la fama di due artisti israeliani omonimi: il bassista Avishai Cohen, presente con il suo trio (25 luglio, Rimini, Arena Lido - Darsena Rimini) e il trombettista Avishai Cohen, che con il quintetto “Big Vicious” sarà in autunno a Piacenza (17 ottobre, Teatro President).

Per conoscere tutti i dettagli dell’articolato programma di Crossroads 2021 – manifestazione organizzata da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e con il sostegno del Ministero della Cultura e di numerose altre istituzioni – è a disposizione il sito: www.crossroads-it.org.

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