Per correr migliori acque: l’Ort fuori dalla pandemia con Dante e altre novità

Bel parterre di direttori e solisti fra vecchi amici e nuovi arrivi, tre compositori per Dante e il suo settimo centenario, artisti in residence Lorenza Borrani, Pietro De Maria e Enrico Dindo

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Enrico Dindo
Enrico Dindo

Cosa propone l’Orchestra della Toscana per la stagione 2021/22, la prima totalmente in presenza dopo la pandemia, la prima studiata interamente dal nuovo direttore artistico, Daniele Rustioni che accettando questo incarico declina quello precedente (fino al 2019) di direttore principale, e non sarà più sul podio ? C’è un cartellone di sedici concerti dall’8 ottobre al 13 maggio (i concerti fiorentini come sempre al Teatro Verdi, ma ci sono anche le trasferte in regione), all’insegna della continuità della tradizione e delle vocazioni Ort, tra classicismo, Novecento storico e contemporaneità, come si conviene al taglio di quell’orchestra piccolo-sinfonica fin dalla sua fondazione. E allora, direttori e solisti molti dei quali sono una novità per Firenze e la Toscana ma di già solida carriera internazionale. C’è un doveroso omaggio a Dante nel settimo centenario della morte, che si concretizza nell’esecuzione di tre nuove partiture commissionate dall’Ort e ispirate alla Commedia dantesca, cominciando dal concerto inaugurale diretto da John Axelrod l’8 ottobre, con il pezzo dantesco dell'americano Richard Danielpour assieme alla Quarta di Schumann e al concerto per violoncello di Dvořák, solista Enrico Dindo, e proseguendo con le composizioni di Lamberto Curtoni (Affreschi danteschi, nel concerto del 29 ottobre) e di Alberto Cara (Forse sei miglia lontano, nel concerto del 12 novembre). C’è un nuovo e prestigioso direttore onorario, James Conlon, il 21 novembre, con uno degli autori più cari al grande direttore americano, Dmitrij Šostakovič,  con il quartetto n.8 del 1960 dedicato "alle vittime del fascismo e della guerra", nella trascrizione per orchestra di Rudolf Barshai, affiancato alle sinfonie mozartiane K 338 e K 551; ma lasciateci citare la prima volta con l’Ort di un’altra bacchetta di rilievo, Kazushi Onu, il 12 gennaio (musiche di Fauré, Ravel, Wagner, Schumann), e il ritorno di direttori vecchi amici come Markus Stenz e Donato Renzetti. Ci sono tre eccellenti artisti in residenza, la violinista e Konzertmeisterin Lorenza Borrani, il pianista Pietro De Maria (per il Concerto n.2 di Saint-Saëns il 15 marzo),  il violoncellista Enrico Dindo, più volte presenti nel cartellone, e tutti e tre insieme il 5 maggio 2022 nel Concerto dell’Albatro di Ghedini (voce recitante Giovanni Scifoni, sul podio Alessandro Cadario). C’è da qualche mese un nuovo primo violino e Konzertmeister, il colombiano William Chiquito, formatosi alla Scuola di Musica di Fiesole grazie ad una borsa di studio finanziata da un suo illustre compatriota, il pittore e scultore Fernando Botero: sarà lui a curare il concerto del 27 gennaio nel Divertimento K 136 di Mozart, nell’arrangiamento di Castelnuovo-Tedesco della Partita in si minore per violino solo bachiana, e nella versione mahleriana  per orchestra d’archi del quartetto La morte e la fanciulla di Schubert.

Non c’è, a quanto pare, per ora, un nuovo direttore principale, giacché Rustioni, come detto, non sarà sul podio, e del terzetto femminile presentato nel novembre 2019, e poi evidentemente travolto dall’ergersi delle frontiere della pandemia, ossia Eva Ollikainen, direttore principale, Beatrice Venezi, direttore principale ospite, Nil Venditti, direttore per alcuni progetti speciali, resta solo la giovane italo-turca Nil Venditti, che durante la pandemia ha continuato la sua collaborazione con l’Ort in streaming e in presenza, e  a cui è affidato il concerto di Natale (come sempre il 24 dicembre di pomeriggio, con le Danze sinfoniche di Fazil Say, le ouvertures rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, e il concerto per violino di Mendelssohn, solista Alina Ibragimova). Peraltro, è un’altra giovane direttrice a chiudere la stagione il 13 maggio, Erina Yashima, già allieva di Riccardo Muti a Ravenna e attualmente assistente di Yannick Nézet-Séguin a Philadelphia: proporrà l’Eroica beethoveniana e il concerto per violino di Max Bruch, solista Stefan Milenkovich.

  Salutiamo  il ritorno a Firenze di due direttori ancora giovani ma già del tutto sulla cresta dell’onda internazionale, visti in passato con l’Orchestra del Maggio, e ora li vedremo all’Ort, ossia, il 12 novembre, Alpesh Chauhan, e Ryan McAdams il 15 marzo. Fra i programmi più originali segnaliamo almeno quello diretto il 22 ottobre da Daniel Cohen con la Seconda beethoveniana, il Concert Românesc del giovane György Ligeti e il ciclo vocale britteniano Les illuminations, solista il tenore Ian Bostridge; e quello del 23 febbraio concertato da Lorenza Borrani, che accosta Haydn, Maderna, i compositori inglesi del Rinascimento e le stampe di Ottaviano Petrucci in un mix all’insegna della giocosità.

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