Cendrillon da camera a Novara

Il 17 e il 18 aprile in streaming dal Teatro Coccia di Novara

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Cendrillon (Foto Finotti)
Cendrillon (Foto Finotti)

Il 17 e il 18 aprile alle 16,30 sul Canale YouTube del Teatro Coccia di Novara verrà trasmessa in streaming gratuito l'opera da camera Cendrillon di Pauline Viardot (seconda tappa del ciclo "Chi ha paura del melodramma?" ideato dal regista Alberto Jona in collaborazione con Controluce Teatro d'Ombre) in una nuova versione di Paola Magnanini con la traduzione del testo in italiano di Vincenzo De Vivo. Cantano Pasquale Greco, Eriko Hashimoto, Simona Ruisi, Rakhsha Ramezani Meiami, Federica Vinci, Francesco Scala, Dario Sebastiano Pometti, con il Giovane Ensemble Guido Cantelli, regia di Teresa Gargano, scene e costumi di Danilo Coppola. Così Paola Magnanini racconta il suo lavoro sulla partitura: “una nuova orchestrazione con soli cinque strumenti molto diversi da loro, passando dalla sonorità calda del violoncello all'asprezza degli acuti del violino, giocando con la versatilità dei clarinetti e la leggerezza del flauto, abbracciando e sostenendo i momenti musicali con il suono del pianoforte. A disposizione avevo un ensemble molto ridotto, che però mi ha permesso di giocare attraverso la scelta degli strumenti con varie sfumature e contrasti definiti, così come i personaggi della fiaba. Il mio compito è stato elaborare ed interpretare i gesti dell'autrice, che davano già indicazioni e spunti per trasformare la scrittura pianistica in un linguaggio ampio e moderno, caratterizzando i personaggi e caricaturando i momenti scenici in un colore orchestrale. La sfida è stata inoltre quella di cercare la varietà e cercare di esplicitare i gesti nascosti dello spartito attraverso lo studio approfondito degli strumenti, valorizzando i diversi registri sonori e avvalendomi delle tecniche dello strumento stesso. Con la nuova versione del testo in italiano, anche il suono dell'ensemble da camera ha acquistato funzionalità alla scena e ha permesso di valorizzare maggiormente il richiamo dell'opera al sapore del salotto ottocentesco”.

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