Il Jack Quartet e il mondo di John Luther Adams

Il Jack Quartet incide Everything That Rises del compositore americano

Jack Quartet
Foto di Beowulf Sheehan
Disco
classica
Jack Quartet
John Luther Adams: Everything That Rises
Cold Blue Music
2018

Non si fa in tempo ad afferrare un progetto del Jack Quartet che subito si viene distratti da uno nuovo, tanto è vivace l'impegno rivolto alle molteplici manifestazioni della musica d’oggi del quartetto newyorkese.

Tra tutti, Everything That Rises del compositore americano John Luther Adams si conferma come una delle operazioni più ambiziose registrate per Cold Blue Music, etichetta devota al post-minimalismo sin dai primi anni Ottanta.

Commissionata dal SFJAZZ, Everything That Rises è un lavoro di ampio respiro racchiuso in un’ora di musica da ascoltare tutta d’un fiato. A partire dal suono iniziale del violoncello, l’opera si distingue per il suo movimento imperterrito, teso a intonare la rete di suoni suscitati dal tono fondamentale.

Una vorticosa arrampicata in un caleidoscopico movimento a spirale che sembra non esaurirsi mai, e proprio nel momento in cui si è tentati a supporre che il percorso abbia raggiunto la sua meta, è lì che questa musica sorprende maggiormente. Il quartetto si esprime in un intreccio di suoni magnetici il cui movimento tende a saturare lo spazio che ci circonda. La sua trama richiama sonorità ipnotiche che invitano ad abbandonarsi all’ascolto.

Everything That Rises nasce originariamente come il tentativo di condensare in un organico da camera Sila: The Breath of the World per voci e orchestra che è valso all’autore il Premio Pulitzer nel 2014. La sua riorganizzazione per il Jack Quartet ha infine assunto una fisionomia autonoma e mira a intercettare la componente più intima del suono prodotto dal respiro della terra, scrutato dall’Alaska che ha ospitato il compositore per gran parte della sua vita.

Nato a Meridian, Mississippi, Adams si affaccia alla musica come percussionista in alcune band, arrivando ad aprire un concerto dei Beach Boys nel New Jersey. La scoperta di Frank Zappa gli causerà un violento cambio di prospettiva, esponendolo al mondo di Stockhausen, Ligeti, e soprattutto quello degli americani Cage e Feldman. Da allora la sua musica si prefigge di ascoltare l’inudibile, di trasporre in musica tutto ciò che comunemente non può essere raggiunto dall’orecchio umano, riportando all’attenzione la centralità del pianeta.

Conosciuti negli anni di formazione all’Eastman School of Music, dal 2005 le iniziali dei loro nomi si sono unite a New York per dar vita al Jack Quartet. Più che un ensemble dedito esclusivamente all’esecuzione della musica d’oggi, il Jack Quartet incarna una serie di progetti aperti ad ambiti differenti. Nel campo scientifico-tecnologico, il gruppo ha recentemente contribuito alla ricerca dell’Università di Washington mirata ad indagare la natura degli stimoli che il cervello è in grado di produrre nell’atto dell’esecuzione musicale, il cui risultato si tradurrà in una performance destinata a segnare per il quartetto più temerario della scena musicale odierna, il traguardo successivo a questo bellissimo disco.

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