Musica e mistica

Un volume di Enrico Fubini e Laurence Wuidar mette a confronto tradizioni ebraiche e cristiane

I linguaggi dell’ineffabile. Musica e mistica: tradizioni ebraiche e cristiane a confronto - ETS 2022
Articolo
classica

L’esperienza musicale e quella mistica sono tra loro profondamente intrecciate e la relazione che  le unisce assume diverse sfumature a seconda del contesto storico in cui esse si inseriscono.

In questo volume scritto a quattro mani – I linguaggi dell’ineffabile. Musica e mistica: tradizioni ebraiche e cristiane a confronto (ETS 2022, pp. 205, 21,00 €) – Enrico Fubini, padre fondatore dell’estetica musicale italiana, e Laurence Wuidar, giovane musicologa docente di Filosofia Medievale presso lo Studio filosofico domenicano di Bologna, concentrano la loro attenzione sulla mistica e la musica cristiana ed ebraica, giungendo a delineare analogie e divergenze originate da radici culturali tra loro in parte dissimili.

Il punto di incontro tra le due tradizioni è rappresentato dalla comune tensione verso il mistero e dalla capacità del suono di svelare l’indicibile. Grazie a un’accurata ricerca sulle fonti, viene approfondita l’esperienza olistica dell’estasi, sollecitata dal suono, ed emerge con forza la valenza gnoseologica della musica, matematica sacra e via di accesso privilegiata per il ricongiungimento con il divino.

I linguaggi dell’ineffabile. Musica e mistica: tradizioni ebraiche e cristiane a confronto - ETS 2022

La centralità del canto e il suo ruolo ermeneutico, il rapporto parola-suono e l’idea di redenzione rappresentano i pilastri su cui si regge questa riflessione che avvince il lettore grazie a un linguaggio piano e accessibile, sorretto da un’esemplare chiarezza d’impianto e animato dalla vivacità del dialogo che intercorre tra i due autori.

Per restituire lo spirito di questo appassionato scambio dialettico, abbiamo chiesto ai due studiosi di rispondere ad alcune domande che ci consentono di approfondire i principali temi trattati nel volume.

Ciò che attrae innanzitutto il lettore è la modalità contrappuntistica della vostra riflessione, il dialogo ravvicinato che muta continuamente la prospettiva trasmettendo il profondo rispetto del diverso. Quando è nata l’idea di questo libro e come avete lavorato alla sua costruzione?

Enrico Fubini
Enrico Fubini

Enrico Fubini «Lavorare insieme nel pieno rispetto delle nostre diverse formazioni culturali e delle diverse tradizioni religiose oggetto del nostro studio è stata una bellissima esperienza che mi ha molto arricchito. L’idea del libro è nata dalla constatazione che nutrivamo interessi molto affini pur nella diversità delle nostre competenze. Laurence è molto più esperta di me nella cultura antica e medievale, io ho invece maggiormente approfondito la cultura illuminista e contemporanea. Sin dall’inizio si era deciso di non osservare un andamento storico nella trattazione ma piuttosto tematico e in questa prospettiva di alternare e incrociare i nostri rispettivi punti di vista».

Laurence Wuidar
Laurence Wuidar

Laurence Wuidar «L'idea è nata una mattina di aprile del 2020. Stavamo finendo di lavorare insieme a una voce su musica e mistica per Oxford Bibliographies Online. Mi sono svegliata all'alba e mi sono messa al computer per scrivere a Enrico. Gli ho  proposto di scrivere in due un libro snello e accessibile ma rigoroso partendo dal XII secolo per tracciare alcune linee essenziali a partire dai testi sull'importanza della musica per e nella mistica dei due primi monoteismi. La risposta di Enrico è stata entusiasta. E così è iniziata l'avventura! Perché questo è, l'avventurarsi nel sapere e nella stesura a quattro mani. Ci siamo poi scritti quasi tutti i giorni per molti mesi scambiandoci paragrafi, pagine, testi e idee, dubbi e incertezze. Il tutto sotto il segno del divertirsi nella sfida di una cosa nuova condivisa».

In che senso la ricerca sulle fonti dei testi mistici può risultare utile anche ai musicologi?

EF «Esiste una storia ufficiale della musica in cui compaiono i musicisti e le correnti musicali che troviamo nelle ‘Storie della musica’ che tutti conosciamo, ma esistono risvolti storici e anche esterni ai tradizionali contesti, come ad esempio canti di schiere angeliche, di divinità, di cantori e musiche mai udite e senza tempo. Chi può sapere se anche questi musici e queste musiche non possano avere lasciato un segno sui musicisti e sulle correnti musicali di cui si parla nelle ‘Storie della musica’?!»

LW «Chi prova interessa per i rapporti tra melodia e testo, il valore del suono puro, l'impatto della musica sull'essere umano, i ruoli della musica in determinati contesti socio-culturali, troverà alcune vie privilegiate di riflessione nella letteratura mistica».

Tra i temi più avvincenti del volume vi è l’idea che la musica sia un linguaggio in grado di suscitare l’estasi e svelare il senso dell’essere.

Potete descrivere alcune delle caratteristiche più salienti che caratterizzano questa esperienza olistica?

EF «Nella tradizione culturale ebraica raramente si parla di estasi prodotta dal canto o da strumenti musicali come esperienze di una determinata persona. Il più delle volte, con poche eccezioni come ad esempio il caso del Re David che suona di notte la cetra intonando i Salmi, si parla di queste esperienze in termini generali, evitando il biografismo. I testi del misticismo ebraico e gli scritti di carattere kabbalistico molto spesso giungono a parlare di musica e del senso profondo e spesso mistico dell’esperienza musicale in senso lato, dimostrando la parentela tra musica e misticismo».

«Nella tradizione culturale ebraica raramente si parla di estasi prodotta dal canto o da strumenti musicali come esperienze di una determinata persona».

LW «Nella tradizione cristiana, la musica ha il potere di trasportare l'essere umano nell'estasi, alterando la sua razionalità e aprendo la mente a nuove conoscenze. In alcune occasioni queste conoscenze si manifestano a loro volta tramite la musica, ma una musica non udibile dalle orecchie del corpo. Molti testi mistici ne parlano, aprendo varie domande sull'anima e il corpo di fronte alla musica».

«Nella tradizione cristiana, la musica ha il potere di trasportare l'essere umano nell'estasi, alterando la sua razionalità e aprendo la mente a nuove conoscenze».

Una particolare attenzione viene dedicata alle numerose declinazioni del canto: quello di Dio, degli uomini, degli angeli e della natura. Vi sono però alcune differenze sul valore attribuito alla musica vocale nelle due diverse tradizioni.

EF «Nella tradizione ebraica, in particolare dopo la caduta del Tempio di Gerusalemme, è nata una certa diffidenza nei confronti della musica strumentale, considerata fonte di piacere per i sensi e quindi non adatta a una situazione di lutto per la perdita del Tempio e il conseguente esilio. Questo è il motivo principale per cui nell’ebraismo diasporico si tende a privilegiare il canto legato a un testo liturgico, senza accompagnamento di strumenti».

LW «Ci sono differenze e punti comuni nell'atteggiamento delle due prime religioni di fronte alla musica senza parola, quindi alla musica fatta di pura sonorità. Nel Cristianesimo, si ha da una parte la condanna radicale della musica strumentale in quanto parla al corpo senza indirizzare un messaggio preciso alla ragione; dall'altra, nei Padri della Chiesa, si assiste a una valorizzazione della musica pura, senza parola, come liberazione del suono al di là dei limiti delle sillabe, troppo strette per potere esprimere la gioia».

La musica rivela compiutamente il senso misterioso dei testi sacri, ma nello Zohar è già anticipato anche il concetto di musica assoluta. Come potrebbe sintetizzarsi la relazione tra testo e musica nella tradizione ebraica e in quella cristiana?

EF «La musica nella tradizione ebraica post-biblica è intesa come strettamente legata alla parola, anzi viene per lo più concepita come completamento del significato stesso della parola, così come avviene nella cantillazione biblica. Nella tradizione mistica e kabbalistica, tuttavia, si tende a attribuire un valore autonomo alla musica e alla voce degli strumenti. Il chassidismo ha ripreso questa concezione della musica strumentale nel suo valore autonomo, senza parole, intesa come preghiera nel senso più alto del termine».

LW «Nella tradizione cristiana, la melodia è al servizio del testo. Il suono musicale al servizio delle parole. Parte della tradizione mistica cristiana rovescia questo capo saldo. Occorre capire quale giustificazione offre a un tale capovolgimento».

Quali sono secondo voi gli aspetti più moderni e attuali cui ci invitano la mistica cristiana ed ebraica?

EF «La musica ebraica, trascurando in questa sede le sue espressioni folcloristiche, si è conservata immutata attraverso i secoli e i millenni, caso forse unico di una permanenza di stile e di valori musicali attraverso il tempo. Forse è proprio questo il messaggio etico ed artistico che ha trasmesso ai nostri tempi: la cantillazione biblica, pur nella grande varietà di modi in cui si è espressa nella diaspora ebraica, è rimasta un modello di fusione perfetta di melodia e testo che può costituire un esempio per il musicista di oggi».

LW «Parte del pensiero mistico cristiano, ieri come oggi, indaga le relazioni tra passato, presente e futuro, collocando l'essere in un insolito orizzonte. Non dice: “quaggiù tutto sfugge”. Ma: “tutto è eterno”. Specularmente, interroga anche il mistero del fondo dell'essere. Forse anche solo questi due interrogativi hanno qualcosa da dire a chiunque riflette sul passare del tempo e sull'essere».

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