Tre magnifiche interpretazioni di Schumann, Mozart e Brahms

 

classica

La breve opera prima di Cattaneo e Sanguineti aveva già ricevuto una calorosa ricezione da parte di pubblico e critica in occasione della prima esecuzione assoluta alla Biennale di Monaco dello scorso anno. Nella ripresa dell'allestimento a Vienna la composizione si è nuovamente rivelata come originale commistione di musica e poesia e come intelligente tentativo di riflessione sulle possibilità del teatro musicale.

C'è la mano di Lucio Dalla, alla sua prima regia d'opera, dietro al nuovo allestimento di "Arlecchino" andato in scena al Teatro Comunale di Bologna: "una lieve canzonatura", come la definì lo stesso Busoni, il cui senso ci viene restituito da Dalla attraverso un'immediatezza comunicativa che permea ogni frangente di una messa in scena spontaneamente priva di ricercatezze.

Nella messinscena di De Simone l'oleografia è tenuta ben lontana senza per questo lasciar spazio a radicali alterazioni ambientali: la regia punta piuttosto a rileggere l'opera alla luce di una pluralità di riferimenti incrociati

Torna "L'anello del Nibelungo" eseguito integralmente in due giornate dai complessi dell'Opera di Colonia. Occasione imperdibile per godere della straordinaria coerenza stilistica del capolavoro wagneriano nell'appassionante produzione di Robert Carsen e Patrick Kilmoth. Trionfo personale per il direttore Markus Stenz, dedicatissimo e instancabile timoniere, che ha guidato al successo con mano sicura il nutrito cast e la Gürzenich Orchester.

La Netrebko e una prestazione esemplare dell'orchestra portano al successo un allestimento che altrimenti sarebbe risultato noioso e pieno di contraddizioni. Tuttavia sorgono alcune domande legittime e spontanee legate alle sorti di questa nuova produzione. Cosa succederà quando la Staatsoper introdurrà in repertorio la Manon senza la Netrebko?

La stagione lirica barese ha presentato al Teatro Piccinni - in attesa della riapertura del Petruzzelli che ormai non sembra lontanissima - la farsa musicale di Nino Rota, rinsaldando il legame mai dimenticato tra la città e il musicista milanese, che per trent'anni diresse il locale conservatorio. Un convegno competava l'omaggio.

Nadia Michael incanta la Scala nella Salome diretta da da Daniel Harding

Vivissimo successo al Teatro Regio di Torino per l'insolito dittico formato da "Cavalleria Rusticana" e "Edipo Re"

Si celebrano a Mantova i 400 anni di Orfeo, nella suggestiva cornice del Bibiena, con un cast formato dai vincitori del Concorso Internazionale di Canto per i ruoli dell'Orfeo, indetto dall'Istituto Internazionale per l'Opera e la Poesia, selezionati da una giuria presieduta da Raina Kabaiwanska. Spettacolo agile nella conduzione semiscenica e con una buona resa musicale.

Fondazione Musica per Roma
Sting e Edin Karamazov
"Songs from the Labyrinth"
Roma Auditorium Parco della Musica

Bartoletti e Licitra protagonsiti in positivo del dittico di Leoncavallo e Mascagni. Discutibile la regia di Sebastiamno Lo Monaco. Al termine il pubblico ha trovato in vendita un "istant CD" realizzato mercoledì e giovedì scorso durante l'antigenerale e la generale del dittico.

Unica pièce teatrale in francese di Weill, scritta nel 1934 durante la tappa parigina del suo esilio, prima dell'approdo negli Usa, Marie Galante non era stata più rappresentata dopo il fiasco della prima. Alcune canzoni erano sopravvissute autonomamente, ma il resto ha dovuto essere ricostruito con grandi difficoltà: è musica del miglior Weill, sebbene non così graffiante e provocatoria come quella del periodo tedesco.

Il Cyrano de Bergerac (1936) di Alfano sta vivendo un momento oltremodo felice: dopo decenni di oblio dal 2002 è stato ripreso in una mezza dozzina di teatri. Il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia riprende il collaudato allestimento di New York, con grande successo per cast, direttore e Orchestra.

Ancora una volta Juan Diego Flórez riesce a trasformare "La fille du régiment" in una "one-man opera", confermando le migliori aspettative. Canto praticamente perfetto e tanta voglia di divertirsi nel personaggio del sempliciotto pasticcione. Contorno di pregio, per uno spettacolo che piace e diverte.

In scena al Teatro Comunale di Bologna la prima versione del "Boris Godunov" di Musorgskij, con la direzione rifinitissima di Daniele Gatti. La regìa di Toni Servillo, forte di una felice idea scenografica, è in linea con lo studio musicale. Valida la compagnia di canto, con Vladimir Vaneev protagonista.

Il nuovo Freischütz della Volksoper di Vienna non va a segno, nonostante i buoni propositi che da tempo il team artistico cerca di presentare al pubblico. La regia ammicca al presente, ma non fa mai il passo decisivo e rimane impantanata in immagini stereotipe di un mondo anacronistico non universale. L'orchestra avrebbe necessitato di un numero superiore di prove. Ai cantanti principali, invece, è mancata potenza drammatica e vocale.

"La Vedova scaltra" di Wolf Ferrari analizza con sguardo disincantato il gioco che governa l'eros umano, frutto di cultura e non di goethiana affinità elettiva.Una Venezia fuori dal tempo, in cui si intrecciano Settecento sognante e italianità degli anni Trenta, ospita la dimostrazione di un teorema che utilizza la maschera come strumento rivelatorio.

Una lettura molto drammatica e a tinte forti, quella che Luc Brewaeys fa dell'atto unico di Pirandello. Il suo "uomo dal fiore in bocca" è totalmente disperato, appare su una scena essenziale e scarna con una bottiglia di vino in mano, barcollante, e i suoi toni sono di disperazione e rabbia.

La produzione di David McVicar riduce Agrippina ad una parodia, con infime consequenze dal punto di vista musicale e drammatico.

Il debutto mondiale del Concerto per piano di Esa-Pekka Salonen si è svolto nei migliore dei modi giovedì sera all'Avery Fischer Hall.

La Kammeroper di Vienna porta in scena una rarità del giovane Händel, puntando su una regia dinamica e intelligente, un cast giovane e l'esperienza del direttore Bernhard Klebel. Gli intrighi di Agrippina vengono rappresentati come in una soap opera, a suon di colpi di scena ed esagerazioni. Il concetto registico di Pawlik si rivela più che riuscito: attualizzante ma non provocatorio, divertente e mai superficiale.

Di fronte alla sfrenata marea visionaria che Hugo De Ana ha liberato sul palcoscenico in occasione di questo nuovo allestimento della "Damnation de Faust", il pubblico del Regio parmigiano si è impegnato e alla fine – magari con qualche perplessità – ha applaudito. In linea con le scelte registiche i marcati personaggi, tutti volcalmente ben resi. Più lineare la direzione di Plasson.

La storia di Radek, ambiguo personaggio politico del Novecento, viene raccontata in un continuo, quasi febbrile, alternarsi di allusioni e citazioni letterarie e musicali. Un'opera su soggetto storico – o forse meglio di lettura storica visto che il piano interpretativo è spesso dominante – che vive e pulsa grazie all'eccelente prestazione scenica e musicale del baritono Georg Nigl.

Ancona inaugura la stagione con uno spettacolo incentrato su Mariella Devia e sul nuovo allestimento di Pier'Alli. Buona prova di tutti gli interpreti, nonostante la scarsa attenzione a certe esigenze del belcanto

Il compositore tedesco regista di quartetti e di parole (di Elias Canetti) in uno spettacolo di sorprendente vitalità

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

La stagione lirica del Massimo Bellini si è aperta coproducendo col Teatro Nazionale di Riga la Lady Macbeth di Shosakovich: la regia ha fatto slittare il contesto storico nella caotica realtà post-sovietica, e ha potuto contare su prove interpretative assai positive (soprattutto il direttore e la protagonista). Pubblico da prima, freddino: l'acido grottesco di Shostakovich fa ancora scandalo?

Il dato forse più interessante del "Candide" sancarliano viene dai criteri con cui si affronta il nodo dell'ambiguità formale della "comic operetta" di Bernstein. In questa "prima" napoletana i dialoghi originali vengono sostituiti dall'agile racconto di un Voltaire narratore fuori scena, cui dà voce con garbata ironia Adriana Asti

La defezione di una parte degli abbonati non ha tolto intensità e calore al successo del ritorno dell'Olandese Volante al Teatro Verdi di Trieste.

Calorosa accoglienza da parte del pubblico del riuscito spettacolo che l'Oper Frankfurt ha messo in scena al Bockenheimer Depot. Originariamente concepita per Klagenfurt, la produzione vista a Francoforte poteva contare sulla revisione di Andrea Marcon, che ha anche diretto l'opera. Buona la compagnia di canto, in gran parte formata da membri dell'ensemble locale, su cui spiccavano la Medea di Stella Grigorian e l'Isifile di Juanita Lascarro.