Per correr migliori acque: l’Ort fuori dalla pandemia con Dante e altre novità
Bel parterre di direttori e solisti fra vecchi amici e nuovi arrivi, tre compositori per Dante e il suo settimo centenario, artisti in residence Lorenza Borrani, Pietro De Maria e Enrico Dindo.
02 settembre 2021 • 3 minuti di lettura
Cosa propone l’Orchestra della Toscana per la stagione 2021/22, la prima totalmente in presenza dopo la pandemia, la prima studiata interamente dal nuovo direttore artistico, Daniele Rustioni che accettando questo incarico declina quello precedente (fino al 2019) di direttore principale, e non sarà più sul podio ? C’è un cartellone di sedici concerti dall’8 ottobre al 13 maggio (i concerti fiorentini come sempre al Teatro Verdi, ma ci sono anche le trasferte in regione), all’insegna della continuità della tradizione e delle vocazioni Ort, tra classicismo, Novecento storico e contemporaneità, come si conviene al taglio di quell’orchestra piccolo-sinfonica fin dalla sua fondazione. E allora, direttori e solisti molti dei quali sono una novità per Firenze e la Toscana ma di già solida carriera internazionale. C’è un doveroso omaggio a Dante nel settimo centenario della morte, che si concretizza nell’esecuzione di tre nuove partiture commissionate dall’Ort e ispirate alla Commedia dantesca, cominciando dal concerto inaugurale diretto da John Axelrod l’8 ottobre, con il pezzo dantesco dell'americano RichardDanielpour assieme alla Quarta di Schumann e al concerto per violoncello di Dvořák, solista Enrico Dindo, e proseguendo con le composizioni di Lamberto Curtoni (Affreschi danteschi, nel concerto del 29 ottobre) e di AlbertoCara(Forse sei miglia lontano, nel concerto del 12 novembre). C’è un nuovo e prestigioso direttore onorario, James Conlon, il 21novembre, con uno degli autori più cari al grande direttore americano, Dmitrij Šostakovič, con il quartetto n.8 del 1960 dedicato "alle vittime del fascismo e della guerra", nella trascrizione per orchestra di Rudolf Barshai, affiancato alle sinfonie mozartiane K 338 e K 551; ma lasciateci citare la prima volta con l’Ort di un’altra bacchetta di rilievo, Kazushi Onu, il 12 gennaio (musiche di Fauré, Ravel, Wagner, Schumann), e il ritorno di direttori vecchi amici come Markus Stenz e Donato Renzetti. Ci sono tre eccellenti artisti in residenza, la violinista e Konzertmeisterin Lorenza Borrani, il pianista Pietro De Maria (per il Concerto n.2 di Saint-Saëns il 15 marzo), il violoncellista Enrico Dindo, più volte presenti nel cartellone, e tutti e tre insieme il 5 maggio 2022 nel Concerto dell’Albatro di Ghedini (voce recitante GiovanniScifoni, sul podio AlessandroCadario). C’è da qualche mese un nuovo primo violino e Konzertmeister, il colombiano William Chiquito, formatosi alla Scuola di Musica di Fiesole grazie ad una borsa di studio finanziata da un suo illustre compatriota, il pittore e scultore Fernando Botero: sarà lui a curare il concerto del 27 gennaio nel Divertimento K 136 di Mozart, nell’arrangiamento di Castelnuovo-Tedesco della Partita in si minore per violino solo bachiana, e nella versione mahleriana per orchestra d’archi del quartetto La morte e la fanciulla di Schubert.
Non c’è, a quanto pare, per ora, un nuovo direttore principale, giacché Rustioni, come detto, non sarà sul podio, e del terzetto femminile presentato nel novembre 2019, e poi evidentemente travolto dall’ergersi delle frontiere della pandemia, ossia Eva Ollikainen, direttore principale, Beatrice Venezi, direttore principale ospite, Nil Venditti, direttore per alcuni progetti speciali, resta solo la giovane italo-turca Nil Venditti, che durante la pandemia ha continuato la sua collaborazione con l’Ort in streaming e in presenza, e a cui è affidato il concerto di Natale (come sempre il 24 dicembre di pomeriggio, con le Danze sinfoniche di Fazil Say, le ouvertures rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, e il concerto per violino di Mendelssohn, solista AlinaIbragimova). Peraltro, è un’altra giovane direttrice a chiudere la stagione il 13 maggio, Erina Yashima, già allieva di Riccardo Muti a Ravenna e attualmente assistente di Yannick Nézet-Séguin a Philadelphia: proporrà l’Eroica beethoveniana e il concerto per violino di Max Bruch, solista StefanMilenkovich.
Salutiamo il ritorno a Firenze di due direttori ancora giovani ma già del tutto sulla cresta dell’onda internazionale, visti in passato con l’Orchestra del Maggio, e ora li vedremo all’Ort, ossia, il 12 novembre, Alpesh Chauhan, e Ryan McAdams il 15 marzo. Fra i programmi più originali segnaliamo almeno quello diretto il 22 ottobre da Daniel Cohen con la Seconda beethoveniana, il Concert Românesc del giovane György Ligeti e il ciclo vocale britteniano Les illuminations, solista il tenore IanBostridge; e quello del 23 febbraio concertato da Lorenza Borrani, che accosta Haydn, Maderna, i compositori inglesi del Rinascimento e le stampe di Ottaviano Petrucci in un mix all’insegna della giocosità.