inserite qui il testo in breve

Successo a Ravenna per West Side Story. Compagnia di giovani dal generoso impegno ma dalla resa un poco generica. Orchestra che ha creato qualche imbarazzo nei momenti più "swinganti". Interessante la riproposta dell'allestimento originale del 1957.

Un giovane regista genialoide e un direttore di talento propongono il loro Macbeth

Bruno Bartoletti, Renata Scotto e Adina Nitescu sono stati gli artefici del successo di "Madama Butterfly" l'opera pucciniana che ha chiuso la stagione del Carlo Felice. Incisiva la direzione di Bartoletti che negli ultimi cartelloni ha offerto alcuni degli spettacoli migliori visti nel teatro genovese. Interessante la prova di Adina Nitescu ben "consigliata" da una Cio-Cio-San storica come Renata Scotto.

Mark Elder e l'Orchestra of the Age of the Enlightenment riscoprono le infinite ricchezze del capolavoro misconosciuto di Weber in una nuova produzione al festival di Glyndebourne.

Aida al massimo dello sfarzo e della sovrabbondanza, che alla fine ha mortificato una visione dialettica della vicenda: Vocalmente buone le prove della Cedolins e della Cornetti, sotto tono quella di Licitra. Direzione positiva di Oren.

Un Don Giovanni affidato soprattutto all'eccellente cast, cui la regia di Proietti e le scene e i costumi di Conti forniscono un'elegante cornice più che un indirizzo interpretativo

Il Simon Boccanegra di Claudio Abbado al sessantacinquesimo Maggio Musicale Fiorentino: un trionfo per il maestro, di nuovo a capo, dopo tanti anni, di una produzione italiana. E' un debutto italiano nella regia d'opera per il grande Peter Stein. Spicca nel cast, accanto al protagonista Carlo Guelfi, la dolce, intensa e luminosa Amelia Grimaldi di Karita Mattila.

Bella e ben riuscita la "Maria" di Ravenna. Perfettamente in linea con le esigenze espressive di quest'opera gli interpreti, prima tra tutti Vanesa Quiroz. La musica di Piazzolla ha trovato ottimi interpreti nella compagine strumentale impegnata, diretta dal mestiere di Ziegler. Tanti applausi alla fine.

Anthony Michaels-Moore e Maria Guleghina forniscono una imponente interpretazione del Macbeth di Verdi nella produzione squisitamente teatrale di Philida Lloyd

La forza del destino è andata in scena a Parma proponendo uno spettacolo funzionale, a tratti piacevole ed efficace, in cui il regista Fassini è riuscito a gestire le 4 ore di musica con dignitoso mestiere. A tratti imbarazzante l'Alvaro di Cupido (voce sfibrata, il fraseggio: questo sconosciuto..., ecc.) mentre bene la Fantini e Colombara. Adeguata anche la direzione musicale di Rath, un poco opaca alle prese con la sinfonia d'apertura. Successo di pubblico, solo qualche brusio per il tenore nello stesso teatro dove, solo lo scorso anno, Cupido in una serata come questa sarebbe stato tempestato di "buuu...".

Una buona direzione, un cast complessivamente valido e una regia un po' inconcludente per la seconda giornata del Ring catanese

Giunta al suo sesto anno, l'iniziativa di "Opera domani..." è ormai una realtà pienamente vincente.

"Capriccio" si costruisce su di un intreccio privo di azione difficilmente interpretabile dal punto di vista registico. Ottimo il cast, discreta la prova dell'orchestra. Meritato il successo

Sonia Ganassi e Roberto Alagna sono stati i due straordinari protagonisti della Carmen che ieri sera ha debuttato al Carlo Felice. Discutibile la direzione di Michel Plasson. Il regista e scenografo Hugo de Ana ha tolto il "colore" all'opera di Bizet, ambientandola nella Spagna degli anni Trenta, in un contesto scenico unico.

Successo per il Rigoletto di Wilson-Sgarbi-Westwood. Il sottosegretario ha scelto di andarci con i piedi di piombo, realizzando un piacevole impianto scenico tutto giocato sulle pitture del Mantegna e sulle architetture di Romano, con movimenti di scena poco pi che funzionali. Pi fantasiosi i costumi della Westwood, forse un tantino pacchiani all'inizio, ma gestiti con qualche bella idea. La bacchetta della Wilson Ë abbastanza efficace, tranne per alcune arie o duetti, dove dilatava i tempi in maniera eccessiva (sotto lo sguardo rassegnato dei cantanti a corto di fiato). Compagine vocale adeguata. Pubblico - da tutta Italia per la serata di gala - che ha applaudito con entusiasmo alla fine e con lo stesso entusiasmo ha continuato a chiacchierare durante i tre atti.

Il dittico Prigioniero e Edipo re al Teatro Regio di Torino nella messa in scena essenziale di Fabio Sparvoli e con la direzione musicale efficiente di Yoram David. Un accostamento, questo tra Luigi Dallapiccola e Ruggero Leoncavallo, di evidente sproporzione stilistica e concettuale, legato soltanto dalla rarità esecutiva delle due opere accomunate nell'ottica di un tributo alla cultura. Ma Dallapiccola, per forza drammatica e profondità artistica, è ben altro. Una compagnia di canto solida e generosa, nella quale spicca il carisma di Renato Bruson, acclamato protagonista nel dramma annacquato di Leoncavallo.

Applausi del pubblico del Teatro Regio di Parma per una Alzira a tinte forti, nel vero senso del termine. Regia scene e costumi quasi "pacchiani", sicuramente a tratti ridondanti. In linea la direzione fragorosa di Bartoletti. Cast vocale senza eccellenze, ma prove adeguate da parte di Iori e Chernov, gli altri erano emozionati (!) e giovani (!!). Comunque, alla fine, tutti contenti e plaudenti.

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Delude Weill senza Brecht: una satira invecchiata e una musica senza unghie procurano qualche sbadiglio al pubblico odierno

130 bambini danno vita a un'opera allestita con tutti i crismi