L'Orchestra di Piazza Vittorio traduce Mozart nel suo linguaggio multietnico, dove tante tradizioni musicali si accostano, si sovrappongono, dialogano: il Flauto magico rivive come un'antica fiaba che passa di bocca in bocca da un cantore popolare senegalese a un musicista cubano a un cantante tunisino.

Pizzi e Bartoletti sono riusciti a portato ad un entusiastico successo Neues von Tage, opera asciutta, acida, la cui fredda satira non sembrava molto accattivante. Era stata rappresentata in Italia solo una volta, nel 1955 a Napoli, ma in una versione profondamente modificata rispetto all'originale.

Al suo primo Parsifal - diretto a Roma in preparazione del suo debutto al festival di Bayreuth - Gatti ne ha dato già un'interpretazione impressionante per padronanza della partitura, profondità ed emozione. Impressionante anche l'autorevolezza con cui è riuscito a coinvolgere orchestra, cori e solisti, portandoli sulla sua stessa lunghezza d'onda.

Un'inaugurazione in grande stile, con la messa in scena tradizionale, colossal e minuziosamente realistica di Zeffirelli, che, nonostante tutto, col suo senso del teatro riesce a coinvolgere ancora una volta anche chi ha visto quest'opera decine di volte. Complessivamente molto buona l'esecuzione musicale, ma con qualche concessione di troppo ai facili effetti da parte del tenore.

Prima assoluta della Maschera di Punkitititi, opera in tre atti di cui Quirno Conti è librettista (insieme a Marco Ravasini), regista, seconografo e costumista: il suo apporto è quindi determinante ma la musica del giovane Marco Taralli è determinante per inserire la vicenda nelle atmosfere cui il testo allude, in cui si mescolano gusto rétro, nevrosi, angosce, estetismo, suspense.

All'Accademia di Santa Cecilia primo concerto italiano di Tan Dun come direttore oltre che come compositore. Ha presentato due dei suoi pezzi sinfonici più noti e significativi: Water Concerto e, in prima italiana, Paper Concerto.

All'Accademia di Santa Cecilia primo concerto italiano di Tan Dun come direttore oltre che come compositore. Ha presentato due dei suoi pezzi sinfonici più noti e significativi: Water Concerto e, in prima italiana, Paper Concerto.

Il Tell a Roma mancava da circa sessant'anni ed allora era stato cantato in italiano e sfigurato dai tagli consueti all'epoca (oltre che da un'esecuzione beatamente ignara di ogni problema di stile). Questa volta, oltre alla lingua originale, si è avuta una versione quasi integrale (d'altronde Rossini stesso fece personalemnte o approvò una serie di tagli) con la sola soppressione delle danze del terzo atto e alcuni tagli minori.

Un'interessante nuova proposta registica del Don Giovanni, intelligente e non provocatoria. Interessante anche la ricostruzione del piccolo organico strumentale della prima. Il cast, prevelentemente molto giovane, non è impeccabile ma volenterosso, con risultati in qualche caso assai promettenti.

Quarta edizione del Wozzeck all'Opera: dalla storica prima italiana del 1942 non era mai successo che passassero quasi trentacinque anni tra due riprese di questo capolavoro del ventesimo secolo. E non era mai successo che lo si rappresentasse in un teatro così vuoto, ma il non averlo inserito in abbonamento e non aver fatto un'adeguata promozione rendevano prevedibile questo risultato deprimente.

La prima esecuzione assoluta di Obra Maestra, opera vincitrice del Concorso Orpheus bandito dallo Sperimentale di Spoleto, è stata l'occasione di una querelle tra compositore e regista, che potrebbe essere l'occasione per ripensare l'apporto del regista, il rapporto tra testo e interprete e, in definitiva, la drammaturgia stessa del teatro in musica contemporaneo.

Il Festival Pergolesi Spontini si è inaugurato con un'edizione dell'Adriano in siria che presentava luci e ombra (ma più luci che ombre)