Tutte le canzoni di Sanremo 2024, ascoltate in anteprima

Abbiamo ascoltato tutte le trenta (ebbene sì) canzoni del Festival di Sanremo 2024, e ve le raccontiamo

Le canzoni di Sanremo 2024 - anteprima Festival di Sanremo 2024
Articolo
pop

Ho ascoltato in anteprima le 30 (sì, trenta) canzoni del Festival di Sanremo 2024, e ne sono uscito prevedibilmente frastornato.

Qualche premessa d’obbligo. Trenta brani sono moltissimi. Durante i preascolti per la stampa si sentono una volta sola, uno via l’altro. Si ascoltano in un teatro di posa della Rai a Milano, sparati da un impianto in stile DJ, con Amadeus che balla e mima la chitarra elettrica preso benissimo. 

Anche per il modo in cui vengono ascoltati, molti brani si assomigliano, molti non lasciano traccia nella memoria. Molti assomigliano a brani dei Festival di Sanremo degli anni scorsi, che a loro volta – in molti casi – sono rimasti come vaghe tracce nella memoria. In molti casi, si intuisce che sul palco dell'Ariston ascolteremo arrangiamenti diversi, e voci meno trattate.

Vista la quantità di brani, sarebbe lecito aspettarsi una certa varietà. Non è così, almeno alla prima impressione, ed è un elemento significativo.

Vista la quantità di brani, sarebbe lecito aspettarsi una certa varietà. Non è così, almeno alla prima impressione, ed è un elemento significativo. Se la classica “canzone all’italiana” sanremese sembra essere poco praticata quest’anno, anche da chi ci ha costruito una carriera, alcune costanti attraversano moltissimi brani senza distinzione di generazione o genere. 

Moltissime canzoni – la netta maggioranza – sono uptempo e ballabili, con la cassa in quattro. Se l’anno scorso c’erano molti anni novanta, quest’anno i groove sono punteggiati di chitarrine in levare e archi vintage, e alla fine uno non sa più se sta ascoltando I Ricchi e Poveri o i The Kolors.

C’è poco rock, quasi nulla (per dire, il brano più “rock” è quello di Loredana Bertè). Il rap abbonda, ma come era prevedibile è quasi sempre sciacquato nelle acque del Mar Ligure, e vira verso il cantabile-melodico. Lazza e il suo secondo posto dell’anno scorso hanno aperto una strada: ci sono almeno quattro canzoni che sembrano di fatto delle cover di “Cenere”.

Nel tritacarne generale poche cose spiccano, e un pronostico sensato su chi vincerà Sanremo 2024 è piuttosto complesso da formulare, molto più degli anni scorsi. 

Ma se pure è difficile farsi un’idea chiara, ci si prova e ci si prende dei rischi (in attesa delle pagelle ufficiali).

Intanto, qui e qui potete ripassare i brani dell’anno scorso, e qui potete vedere quanto ci avevo preso dopo i preascolti.

1. Alessandra Amoroso – Fino a qui 

Alessandra Amoroso porta un brano che vede Takagi e Ketra fra gli autori, e che si apre con un giro di piano alla Ultimo. Ha un testo deprimente e un mood cupo, ambientato in una Roma notturna (le “caramelle anti-panico alle 2:43” della prima strofa). Contiene una citazione da “Sally” di Vasco e un ritornello epico in cui Amoroso arrochisce una voce già roca. La combo è da fatality, e in molti paesi si configurerebbe come crimine di guerra.

VOTO 5.

2. Alfa – Vai! 

Alfa potrebbe essere la quota “Mr. Rain” di quest’anno – ovvero, quel brano un po’ paraculo che sfonda a partire dai social. Gli ingredienti ci sono: il rap è lasciato sullo sfondo (giusto un passaggio) e il giovane cantautore genovese canta su un groove di chitarra acustica con tanto di battimani e fischi, con quel sapore un po’ country-folk a cuor leggero come andava nell’indie pop di un paio d’anni fa (cose tipo gli Of Monsters and Men). Ha pure un messaggio positivo che piace alle mamme, che volete di più?

La citazione: “Se stai via dalla strada a via dai guai / Tu non guardare indietro mai e vai uh uh”

VOTO 6,5.

3. Angelina Mango – La noia 

La vendiduenne Angelina Mango è uno dei nomi più chiacchierati del Sanremo 2024: perché figlia d’arte (di Mango e di Laura Valente, già Matia Bazar), perché negli ultimi mesi è andata molto bene su Spotify e perché la canzone è stata scritta con Madame e Dardust. L’operazione sembra essere quella di mettere su una risposta neomelodica a Rosalìa: c’è un po' di tamarria, c'è la cumbia, con un hook che gira alla grande anche grazie a una punta di ironia (“è la cumbia della noia, è la cumbia della noia total”); c’è, soprattutto, un testo piuttosto fresco nell’uso dell’italiano, in cui si sente (eccome) la mano di Madame. Angelina Mango si gioca tutto anche con un passaggio a cappella, per far vedere che ha la voce. Il pronostico è dalla sua, il brano girerà alla grande.

La citazione: “una corona di spine sarà il dress-code della mia festa”

VOTO 7.

4. Annalisa – Sinceramente 

Annalisa ha sbagliato poco negli ultimi anni, e pure a questo giro parte in pole. Andamento da dancefloor e ritornello che si fa ricordare al primo ascolto, con un tocco di pop italiano anni ottanta (c’è anche un “Solo tu” infilato nel testo: citazione?). Se volessi buttare qualche soldo sulla canzone vincitrice…

VOTO 7.

5. BigMama – La rabbia non ti basta 

Si sa, le cose originali arrivano al Festival sempre un po’ ripulite. È così per Big Mama, che ha puntato molto nel suo percorso sull’esibizione orgogliosa di un corpo non conforme. Il tema del bullismo e l’attitudine body positive, ovviamente, non potevano mancare nel pezzo per Sanremo, ma mancano il mordente e la cattiveria degli altri pezzi a tema. Il risultato è un po’ stucchevole. Se si aggiunge che pure il rap rimane sullo sfondo, e che una cassa dritta annacqua il tutto… Suona come un’occasione sprecata.

VOTO 5.

6. Bnkr44 – Governo punk 

Il titolo faceva presagire un buono svolgimento per questa band che arriva da Sanremo Giovani. Non è così: si ricordano appena una batteria pestona e ipercompressa e un ritornello alla Sangiovanni però ““punk”” – ci metto apposta due virgolette. 

La citazione: “In giro non c’è niente di che / in provincia la nebbia è la stessa dal 2003”

VOTO 5.

7. Clara – Diamanti grezzi 

Mahmood e Madame hanno fatto molti danni al flow dei cantanti di oggi, e Clara – anche lei in quota Sanremo Giovani – non fa eccezioni. “Diamanti grezzi” si colloca dalle parti di una dance malinconica ma epica. Quel tipo di brano in cui nel video un’auto gira di notte per le strade della città, piove, primo piano su di lei che piange, e il pianto scioglie il trucco. Dimenticabilissimo.

VOTO 5.

8. Dargen D’Amico – Onda alta 

Dargen azzecca uno dei brani più interessanti del Festival di Sanremo 2024, uno di quelli che sui quotidiani faranno parlare i quotidianisti di “brano coraggioso”. La formula è quella di “Dove si balla”: cassa in quattro a tempo veloce, con il testo che è una sintesi del gusto dargeniano per gli scarti improvvisi. Si parte da un mood un po’ cazzone e si finisce su una barca che naviga “verso Malta / senza aver nuotato mai nell’acqua alta” e noi “Siamo più dei salvagenti sulla barca”. I temi sociali a Sanremo sono quasi sempre stucchevoli, e quest’anno sono pochissimi i brani che li inseguono. Dargen ci riesce con il consueto sguardo eccentrico.

Le citazioni: “C’è chi mi chiama figlio di puttana / Che c’è di male? L’importante è aver la mamma”

 “C’è una guerra di cuscini ma cuscini un po’ pesanti / Se la guerra è dei bambini la colpa è di tutti quanti”

VOTO 8.

9. Diodato – Ti muovi 

Una strofa iniziale un po’ soffiata su un pianoforte languido, una storia d’amore finita e un ritornello epico. Un pezzo di Diodato, insomma, ma anche un po’ di Marco Mengoni o di Ultimo. Che ci conferma quello che già sapevano: che Diodato è solo un Ultimo un po’ più radical chic.

VOTO 5.5.

10. Emma – Apnea 

In omaggio ai Ricchi e Poveri Emma infila un ritornello strumentale che ricorda “Mamma Maria”. In effetti, in assenza di un vero hook cantabile, viene proprio da cantarci “Mamma Maria”. Non è plagio, ci mancherebbe. È solo nostalgia per gli anni ottanta.

La citazione: “Chiamo l’avvocato e gli dico tutto”

VOTO 5.

11. Fiorella Mannoia – Mariposa 

Fiorella Mannoia poteva tornare a Sanremo giocandosi la carta “inteprete raffinata che fa la sua rentrée”. Poteva. E invece – al grido – di “Apri tutto, smarmella” – ha infilato un pezzo sull’empowerment femminile (una scelta coraggiosissima) arrangiato in un assurdo ritmo in levare di sapore latino. Come se il Fossati di “Panama” venisse prodotto da Takagi e Ketra, con Ana Mena alla voce.

La citazione: “Sono la strega in cima al rogo / Una farfalla che imbraccia il fucile”

VOTO 4.

12. Fred De Palma – Il cielo non ci vuole 

A questo punto si può proclamare il Sanremo 2024 “l’edizione della cassa dritta”, se pure Fred De Palma rinuncia agli andamenti reguetonosi a vantaggio di una EDM un po’ sciapa. Anche “Il cielo non ci vuole” è una delle molte cover di Lazza in gara quest’anno.

La citazione: “Questo amore è una sparatoria / Con le tue armi puntate verso di me”

VOTO 5.

13. Gazzelle – Tutto qui 

Una strofa un po’ Oasis, un ritornello molto Cremonini (ma ci sono ampie aree di sovrapposizione fra i due riferimenti), archi di sapore Brit con arrangiamento in piena nostalgia per quel pop anni Novanta che guardava ai Sessanta. Il brano di per sé pare abbastanza inutile, ma in mezzo a tutta roba dance si farà notare, anche in radio.

 La citazione: “Lo so che sei stanca lo sono anch’io / Sembriamo due panda amore mio”

VOTO 6.

14. Geolier – I p’ me, tu p’ te 

Anche Geolier si iscrive al partito degli imitatori di Lazza, qui declinato in versione neomelodica. L’operazione è limpida: Geolier ha dominato il 2023 con il suo album e con un paio di feat bene azzeccati, e la sua credibilità come rapper non è in discussione. Questo brano lo farà arrivare definitivamente alle radio.

VOTO 6.

15. Ghali – Casa mia 

C’è stato un momento in cui Ghali andava a Sanremo da ospite, tanta era la sua credibilità sulla scena rap post-2016. La parabola è discendente da un paio d’anni – sia a livello qualitativo sia di numeri e ascolti – e “Casa mia” sembra un tentativo di risollevarla. Del Ghali delle origini ormai c’è poco, ma non è una sorpresa: con un personaggio che è ormai una specie di versione autotunizzata di Jovanotti, Ghali si appoggia come co-autori a due garanzie come Davide Petrella e Michelangelo, e cede pure lui alla cassa in quattro anni novanta, a cui aggiunge una chitarrina funk. Il brano è comunque gustoso, con qualche passaggio obliquo per incuriosire i giornalisti.

La citazione: “Mi manca la mia zona mi manca il mio quartiere / Adesso c’è una sparatoria / baby scappa via dal dancefloor”

VOTO 6.5.

16. Il Tre - Fragili 

“Cenere” di Lazza, con “Fragili” al posto di “Cenere”.

La citazione: “Ma siamo fragili come la neve / come due crepe”

VOTO 5.

17. Il Volo – Capolavoro 

Un paio di strofe che si cancellano nella memoria nel momento esatto in cui il cervello le processa sono lì solo per ingannare il tempo in attesa di quello che tutti noi stiamo aspettando: il tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu del tenore del Volo. Che arriva, inevitabile come la fine del mese. In realtà, il crossover pop-lirica che ha fatto la fortuna del trio (anche a Sanremo) rimane più sullo sfondo, tuuuuuuuu a parte. “Capolavoro” (che, lo avrete intuito, tale non è) potrebbe essere un brano di Mengoni. Ecco, un Mengoni kitsch. Spoiler: sì, c’è l’acuto finale.

La citazione: “Cadi dal cielo come un capolavoro / Prima di te non c’era niente di buono”

VOTO 4.5.

18. Irama – Tu no 

Irama torna a Sanremo urlando, e rimane in quel registro ipertestosteronico per buona parte del pezzo, sostenuto da un giro di pianoforte epico e da un finale ancora più epico, con un crescendo di timpani e orchestra che manco la musica di Hans Zimmer per Il Gladiatore. Solo che siamo all’Ariston e non al Colosseo.

La citazione: “Solo una stupida canzone per riuscire a riportarti da me”

VOTO 5.

19. La Sad – Autodistruttivo 

Come premessa, occorre dire che fra i generi più perniciosi che l’essere umano ha concepito in due millenni di storia, il pop-punk-emo-trap di questi ultimi anni si classifica a un solido secondo posto dietro l’electroswing. Poteva Sanremo non accorgersi dell’ondata di pop-punk-emo-trap che imperversa negli ultimi anni? Sapete la risposta. La Sad aggiunge un ulteriore livello: si fa scrivere il pezzo da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, con il risultato che alle strofe sparate cattivissime si alterna un ritornello che non c’entra nulla, con archi e timpani epici.

La citazione: “L’amore spacca il cuore a metà / ti lascia in coma dentro il solito bar”

VOTO 5.

20. Loredana Bertè – Pazza 

Come era prevedibile, “Pazza” è la classica canzone automotivazionale (“Sono pazza di me”) che gioca con il personaggio-Berté senza particolare originalità. Ma del resto è Sanremo, e Bertè centra il brano più rock di questa edizione, con basso distorto e batteria pestona.

La citazione: “Cammino nella giungla con gli stivaletti a punta / e ballo sulle vipere”

VOTO 6.5.

21. Mahmood – Tuta gold 

Fumo, fake, rave, bitch, jeep e 5 cellulari nella tuta gold, nella zona nord: Mahmood torna in periferia con un pezzo prodotto molto bene (sarà curioso sentirlo sul palco dell’Ariston) e piuttosto fresco nella scrittura. Dopo “Brividi” era in effetti ipotizzabile una riproposta del Mahmood più urban, e così è stato. Forse non vincerà – “Tuta gold” è sicuramente più “estrema” di “Soldi” – ma su Spotify farà sfracelli.

VOTO 7.5

22. Maninni – Spettacolare 

Più pop mainstream che it-pop, Maninni è una specie di Sangiovanni con una buona dizione italiana. “Spettacolare” (che, lo avrete capito, tale non è) è un brano piuttosto canonico, una delle poche canzoni “classiche” in gara, e pure una delle poche con un testo non deprimente. Potrebbe funzionare.

La citazione: “Abbracciami abbracciami che è normale / Stringerti forte è spettacolare”

VOTO 5.5

23. Mr. Rain – Due altalene 

Mr. Rain è un furbacchione. L’anno scorso è stato l’outsider con una canzone d’amore che si prestava a una lettura alternativa, innescata sul palco dell’Ariston da un coro di bambini: TikTok era esploso, e metà delle mamme pancine d’Italia avevano fatto video con i loro infanti, cantando “Supereroi”. “Due altalene” fa esattamente la stessa cosa, compresa la metafora stucchevole (l’anno scorso, appunto, i supereroi; quest’anno le due altalene – che fa pure infanzia, no?). Sono pronto a scommettere sulle altalene sul palco dell’Ariston. Usato sicuro, da Secondamanina.

VOTO 5.

24. Negramaro – Ricominciamo tutto 

Il titolo è già minaccioso di per sé, e il deposito alla Siae – firma il solo Sangiorgi, cosa rara per Sanremo – chiarisce l’operazione: i Negramaro sono qui per tornare, e neanche un ventiquattresimo andrà sprecato. “Ricominciamo tutto” è poi in tutto e per tutto una classica canzone dei Negramaro, compresa la metrica a volte un po’ spericolata e le vocali stiracchiate come uno sbadiglio.

VOTO 5.

25. Renga e Nek – Pazzo di te 

Neanche Dardust fra gli autori può redimere un pezzo di Renga in coppia con Nek.

La citazione: “L’amore è un giudice, un miserabile / Lo trovi in tasca ma non lo puoi spendere / È fatto di un metallo indistruttibile / ma è così fragile”

Senza voto.

26. Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita 

In mezzo a tanto revival, ecco i Ricchi e Poveri. Citazionisti il giusto (la prima frase della canzone è “Che confusione”) con un che di Raffaella Carrà nel ritornello. In realtà i nostri eroi sfoggiano una produzione più aggiornata all’oggi di molti dei loro colleghi ventenni – o forse la verità è che l’oggi musicale suona troppo spesso come i Ricchi e Poveri? Retromania, retromania canaglia.

La citazione: “Non ti vedo, dove sei finita / Tanto lo sai che ti aspetto, ma non tutta la vita”.

VOTO 6.

27. Rose Villain – Click boom! 

“Click boom!” di Rose Villain sembra fatta apposta per i social, con uno special che non c’entra nulla ma sembra fatto su misura per farci su un tiktok (“Click boom boom boom”, lo canteremo tutti). Per il resto, è una canzone di Sanremo piuttosto normale, senza nulla di ricordabile.

VOTO 6.

28. Sangiovanni – Finiscimi 

“Finiscimi” (la frase che potreste pronunciare se siete arrivati a leggere fino a qui: difficile darvi torto, pensate a me che scrivo) conferma Sangiovanni per quello che è. Il classico procedere sincopato, spezzando le parole, la dizione discutibile. Piacerà ai fan di Sangiovanni.

VOTO 5.

29. Santi Francesi – L’amore in bocca 

Un buon ritornello ripetuto allo sfinimento fa pensare che “L’amore in bocca” dei Santi Francesi possa essere uno degli outsider di questo Festival di Sanremo.

VOTO 6.5.

30. The Kolors – Un ragazzo una ragazza 

Dopo il rientro estivo di “Italo Disco” potevano non ritrovare i The Kolors sul palco di Sanremo? Potevamo, ma non è stato così. “Un ragazzo una ragazza”, pur senza particolari originalità, è però un congegno a orologeria per replicare il successo estivo: un inizio che ricorda “Salirò” di Daniele Silvestri, un arrangiamento disco con chitarrine in levare e svisate di archi. Andrà molto bene.

La citazione: “Un ragazzo incontra una ragazza / la notte poi non passa / la notte se ne va”

 VOTO 6.

 

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