Tecnica o Emozione?

Riflessioni sul Concorso ARD di Monaco di Baviera

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classica
Come ogni anno a settembre, la cooperativa delle stazioni radiofoniche tedesche (ARD = Arbeitsgemeinschaft der Rundfunkanstalten Deutschlands, che costituisce anche il primo canale della televisione pubblica tedesca) organizza il concorso internazionale musicale, fondato più di sessant'anni fa. Dedicato a turno a tutti gli strumenti d'orchestra e ai gruppi da camera, l'edizione del 2013 ha visto protagonisti il violino, la viola, il fagotto e il trio con pianoforte. Ecco l'elenco dei vincitori, che nelle tre categorie solistiche sono tutte donne. Tra i (moltissimi) fagottisti accorsi a Monaco sono state premiate la francese Sophie Dartigalongue e la giapponese Rie Koyama (2° premio ex aequo) nonché la spagnola Maria José Rielo Blanco (3° premio); nella finale con orchestra sono state accompagnate da un fagottista-direttore di nome quale l'austro-croato Milan Turkovic.

La finale con orchestra (la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks diretta da Antonio Méndez) dei violisti ha visto trionfare venerdì 13 settembre alla Herkulessaal la coreana Yura Lee (1° premio), la cui esecuzione del Concerto per viola di Bartók era al di sopra di ogni critica. (La sudcoreana Yura Lee, nata nel 1985, attiva anche come violinista, premiata al Concorso "Paganini" di Genova nel 2006, è infatti già in carriera da tempo, potendo vantare tra l'altro apparizioni con la Chicago Symphony e con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Lorin Maazel.) Il secondo e il terzo premio sono andati rispettivamente alla coreana Kyoungmin Park e alla polacca Katarzyna Budnik-Galazka, ambedue alle prese con il Concerto di William Walton; Katarzyna Budnik (anch'ella classe 1985), ha confermato la sua indole di camerista di grande valore, accentuando i caratteri intimistici della partitura di Walton (alle eliminatorie aveva suonato una Sonata di Sciostakovic da brividi, assieme al suo pianista Piotr Kopczynski, con cui costituisce un duo stabile, molto affiatato), mentre la coreana Park, nata nel 1990, aveva puntato maggiormente sulla brillantezza dell'esecuzione, avvantaggiata anche dal fatto di poter contare su una viola di Patrick Robin, messale a disposizione dalla meritoria fondazione Deutsche Stiftung Musikleben. Nella finale dei trii, svoltasi sabato 14 settembre, la sfida è stata tra soli due trii, il francese Karénine e l'olandese Van Baerle, risultati gli unici rimasti in gara tra ben ventiquattro trii provenienti da quattro continenti. Ambedue alle prese con i medesimi brani, il Trio in si bemolle maggiore di Schubert e la Kammersonate di Hans Werner Henze, non hanno convinto fino in fondo i membri della giuria; capitanata da Menahm Pressler, pianista per mezzo secolo del Beaux Arts Trio (89 anni compiuti), ha proclamato di assegnare solo due secondi premi ex aequo. La finale violinistica, svoltasi domenica 15 settembre alla Herkulessaal, è stata disputata tra due coreane, Christel Lee (con passaporto statunitense, ma cresciuta in Canada) e Bomsori Kim, e da un'ucraina, Diana Tishchenko. Ambedue nate nel 1990 e ambedue alle prese con il Concerto di Sibelius, la Lee e la Tishchenko hanno offerto due interpretazioni diametralmente opposte, di cui è stata premiata quella della Lee, che si è vista assegnare il secondo premio ex aequo, alla pari con Bomsori Kim (classe 1989), interprete del Concerto di Brahms; l'orchestra era sempre quella della Bayerischer Rundfunk (la Radio Bavarese, che ospita da sempre il concorso), diretta ancora una volta dallo spagnolo Antonio Méndez.

Se il pubblico della Herkulessaal pare non abbia avuto nulla in contrario alle decisioni della giuria dei violinisti (presieduta dall'inglese Sir Peter Jonas, già sovrintendente della Bayerische Staatsoper), il pubblico del Prinzregententheater, invece, non ha gradito il giudizio sui trii, scoppiando in sonori buh, quando Pressler ha dichiarato di voler mettere sullo stesso livello due complessi palesemente (almeno nella serata finale) qualitativamente molto diversi; certo nel corso delle lunghe eliminatorie (con ben undici trii da eseguire, da Haydn al contemporaneo Fazil Say, che ha composto appositamente un brano intitolato Space Jump) la giuria ha avuto modo di valutare trii di livello complessivamente assai alto, dovendo purtroppo mandare a casa complessi meritevolissimi. Se però Pressler nel suo discorso finale ha fatto notare che Schubert, come prova del nove, non era stato compreso fino in fondo né dall'uno né dall'altro trio, le ragioni della musica pare che si siano un po' perse nella finale violinistica. La questione di come sia stato possibile che una violinista assolutamente prodigiosa come Diana Tishchenko (nella foto) - il cui suono trasognato, poetico, al limite dell'udibile, ha procurato un attacco in pppppp del Concerto di Sibelius mai ascoltato così, proseguendo con un'interpretazione personalissima e avvincente - non abbia avuto almeno il terzo premio (se proprio, a causa di due-note-due fuori posto, le si voleva negare il primo premio), può essere spiegata solo con le fredde ragioni della tecnica violinistica accademica: due coreane dal livello tecnico superlativo, ma che purtroppo non sono andate oltre due interpretazioni standard, "da concorso", hanno trionfato su una musicista provetta, dalla grande personalità, il cui violino aveva un fraseggio 'parlante', da 'recitar cantando': la nostra vita musicale di chi ha bisogno? Di altre due soliste di altissimo livello, ma di fatto interscambiabili, oppure di linfa vitale e di emozioni vere?

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