Pallida luce nordica
The Late Call - alias il cantautore svedese Johannes Mayer - a Padova.
04 marzo 2013 • 2 minuti di lettura
La Mela di Newton Padova
Terzo lavoro discografico e prime tre date italiane per The Late Call - ossia il chitarrista e cantautore di Stoccolma Johannes Mayer: al BlackMarket di Roma, a La Mela di Newton di Padova e al Twiggy di Varese. Il fatto che con lui non siano atterrati a Roma, e non abbia quindi avuto a disposizione per le prime due date, né il bagaglio, né la chitarra, né gli effetti che usa sul palco non hanno creato troppi inconvenienti ad un compositore abituato a esprimere i sentimenti, anche i più scomodi, e a farci i conti. “Back to basic” la filosofia delle date romana e patavina, con una chitarra presa a prestito e un amplificatore. C’è da presentare lo splendido [i]Pale Morning Light[/i], l’album realizzato a settembre 2012, ma la vena creativa rimane alta e così il brano di apertura a La Mela è un inedito, una intima e toccante “Ghost Song” in cui lo spirito che aleggia sembra essere quello di Arthur Russell ([a href='http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XvxuB96ht_c']e non sarebbe la prima volta[/a]). Chiusa la parentesi strumentalmente più variata di [i]You Already Have a Home[/i] (2010), di cui propone solo gli arpeggi di “Nevermore” e l’inquieta “Freiburg”, le nuove composizioni riprendono il filo e si alternano alle canzoni segnate dal lirismo introspettivo di [i]Leaving Notes[/i] (2009), con la voce duttile e sognante a tessere contrappunti sulle ampie dinamiche di volume ricavate della chitarra acustica, grazie anche al frequente uso del capotasto: apparente semplicità, in funzione di una scaletta ragionata, capaci di mettere al centro e far ascoltare anche momenti di silenzio, soste da cui far decollare lampi che intrecciano melodia e poesia, come ha sempre promesso: non perdetelo di vista.
Interpreti: Johannes Mayer: chitarra acustica e voce