Alla Scala Simone Young  dirige Siegfried

classica

Il grande equilibrio tra qualità della messinscena e della partitura ha assicurato il successo di uno spettacolo molto ben concepito. Buona la prova sia dell'orchestra che deli interpreti vocali grazie alla direzione e concertazione di Giancarlo Andretta al clavicembalo nei recitativi secchi.

Dopo quasi trent'anni una nuova produzione all'English National Opera del "kolossal" di Prokofiev supera brillantemente le intrinseche difficoltà della messa in scena e si dimostra un'ottimo sforzo collettivo

Una Bohème di ordinaria amministrazione, riscattata dalla naturalezza e dalla spontaneità dei giovani bohèmiens

"Attila" fra le sculture di Marino Marini: una rilettura in chiave mitico-moderna dell'opera giovanile di Giuseppe Verdi, nobilitata dalla bella concertazione di Roberto Abbado e da un cast in cui spiccavano il possente Attila di Ferruccio Furlanetto e la rivelazione di questo "Attila", Dimitra Theodossiou nel ruolo di Odabella.

Il "Tancredi" di Rossini oscilla vistosamente tra linguaggio settecentesco e ottocentesco. Alla scansione aria-recitativo si accompagnano momenti di novità che richiamano la sensibilità romantica. Da una scrittura così concepita hanno tratto vantaggio le voci che hanno travato la condizione ideale per mostrarsi in tutta la loro bellezza.

Alla Scala la ripresa di Macbeth nell'edizione 1997: scene e regia sempre deludenti, ma con la gradita sorpresa della strepitosa Lady di Paoletta Marrocu

È il Wozzeck di Fabio Vacchi: soluzione unica, cinque "sequenze" regolarmente scandite al loro interno, che hanno riportato successo caldo con qualche defezione

Nel suo "Lear", il compositore Aribert Reimann ha messo una forza tragica immensa, barbarica, che la regia di Luca Ronconi ha trasformato in una "passione" di intensità grandiosa, perfetta

L'anima del filosofo, l'opera scritta da Haydn per Londra ma mai rappresentata, raggiunge finalmente i palcoscenici londinesi per rivelarsi un lavoro incompleto e di scarsa coesione drammatica.

Qualche perplessità sulle soluzioni registiche dell'allestimento in forma semiscenica, buona la compagnia di canto e nel complesso la resa musicale

A questa splendida esecuzione è mancato solo il protagonista. Ottimo invece il contributo dei complessi dell'Accademia di Santa Cecilia

Macbeth contestato a Parma, nella prima esecuzione dell'edizione critica della versione francese. Apprezzabile la direzione musicale di Pidò, senza particolari sfumature ma sostanzialmente efficace. Nulla di eccelso sul piano vocale, meglio il Coro. La regia di Pitoiset ha calavo la vicenda in un'atmospera da Seconda Guerra Mondiale a tratti pesante e, nel complesso, non riuscita.

Dagli anni di galera di Verdi ritorna una delle sue opere più deboli, "I masnadieri", nella nuova edizione critica, in un nuovo allestimento firmato Pier'Alli con l'eccellente Andrea Papi nel ruolo di Massimiliano.

Il RomaEuropa Festival ha proposto, nell'ambito di una personale dedicata a Michael Nyman, una prima assoluta del compositore inglese (le musiche di accompagnamento del celebre film del 1929 di Vertov, "The man with the movie camera") oltre ad estratti di una sua recente opera multimediale, "The commissar vanishes", tratta da un libro di D. King sulle falsificazioni delle immagini nel regime stalinista. Quest'ultimo lavoro, nella congruenza progettuale ed espressiva tra immagini e musica, ha convinto molto più che l'ampia e ambiziosa novità.

Un dittico ben assortito, con "Il segreto di Susanna" che tempera l'esasperata drammaticità di "Cavalleria rusticana". E con Pippo Baudo che legge Verga.

Difficile stare dietro ad una messinscena così concepita: nessun appiglio di natura teatrale (niente scenogarfia, trama, azione) una musica discontinua senza un senso. Eccellente tuttavia la prova degli intepreti.

Un recupero interessante, che apre uno spiraglio sulla sopravvivenza dell'opera buffa nell'epoca del dominio di Verdi

Dal recupero musicologico di un farsa di Paisiello, uno spettacolo gradevole che ruota intorno ai miti antichi e moderni della napoletanità grazie alla regia di Davide Livermore. Spigliata e convincente la realizzazione musicale della Cappella della Pietà dei Turchini

Attila ha preso la Bastiglia. Finalmente, l'opera verdiana è entrata nel repertorio dell'Opéra di Parigi. Fischi rivolti alle due registe, alle prime armi, (anche per loro ammissione) nel mondo del melodramma, fischi pure per Franco Farinae per il direttore Pinchas Steinberg, mentre due vere stelle hanno brillato: Samuel Ramey e Maria Guleghina.

Anatomia di un interno borghese con padroni e servi: a Firenze un "Don Pasquale" ambientato in una casa delle bambole, con la regia di Jonathan Miller,la sofisticata rilettura musicale di Oleg Caetani e uncast (Surian, Mei,Polenzani, Corbelli) di ottimo livello

In una Fenice "dipinta" è andata in scena questa sera la polemica gozziana contro il naturalismo di Goldoni: "L'amour des trois oranges" rivestito però dei colori di Prokof'ev. Uno spettacolo perfettamente riuscito merito innanzi tutto dei due principali autori, e qiundi di una regia e scenografia ben amalgamate al materiale di partenza.

La scrittura orchestrale del classicimo viennese e la comicità "napoletana" unite nel dramma giocoso di Haydn

Il grande compositore marchigiano ricordato nella sua terra con un festival

La Gazzetta - una riscoperta, se si escludono un paio di allestimenti passati quasi inosservati - giunge al ROF in una ipercinetica messa in scena di Dario Fo

Dopo l'allestimento leggendario di Abbado & Co., un cast di giovanissimi dimostra che si può fare Il Viaggio a Reims anche con mezzi più limitati

Dopo dieci anni d'assenza dai palcoscenici è tornata a Pesaro La Donna del lago una delle prime riscoperte del festival rossiniano

La trentaduesima edizione del "Festival Internazionale dell'Operetta" di Trieste si avvia alla conclusione con la messinscena alla Sala Tripcovich della deliziosa "Piccola bottega degli orrori", il musical con il quale nel 1988 la Compagnia della Rancia avviò la sua fortunata attività italiana e con il quale guadagnò il "Biglietto d'oro 1989". La compagnia marchigiana, in coproduzione con il Teatro "Verdi" ha riproposto ora il lavoro off-Broadway di Howard Ashman e Alan Menken in una nuova e più spettacolare trasposizione.

Al Cantiere non funziona l'allestimento scenico delle Nozze di Figaro, che però si riscattano con la vivificatrice direzione di Mazzola e la simpatia dei giovani cantanti

Il Teatro "Verdi" di Trieste ha colto l'occasione di affermare al meglio la propria efficienza di macchina teatrale allestendo un impareggiabile "Otello" in una caldissima serata estiva. Uno spettacolo di lusso che, purtroppo, si ripete per quattro sole recite ma che offre la possibilità a pochi privilegiati di ascoltare, a confronto, i due astri del momento più versati nei panni del celebre "Moro", Josè Cura, che ha affrontato tale ruolo nel 1997 sotto la direzione di Abbado e Vladimir Galouzine, delfino di Gergiev.