IMS 1: La Musica ci salverà?

Musics, Cultures, Identities: il congresso dell’International Musicological Society a Roma

Recensione
classica
In una Roma surreale, desertificata dalla canicola e dall’attesa spasmodica della finale degli Europei, si è aperto ieri il 19° congresso della Società Internazionale di Musicologia, kermesse che ha tutti i numeri per restare memorabile: 8 giorni di incontri, circa 700 studiosi tra relatori e coordinatori e sessioni multiple che terranno in attività per tutta la giornata tanti spazi meno noti del Parco della Musica (sì, perché non ci sono solo le grandi sale per i concerti al nuovo Auditorio di Renzo Piano ma tutto un dedalo di sale e salette cui si accede percorrendo lunghi e sinuosi corridoi, rigorosamente senza finestre). Ieri pomeriggio l’apertura è stata affidata a due relatori d’eccezione, Martha C. Nussbaum dell’Università di Chicago e Francesco Remotti dell’Università di Torino ospitati nell’imponente Sala Santa Cecilia, per una volta piena di parole e non di musica. Nello stile dei maestri, entrambi hanno indicato delle prospettive di riflessione, regalandoci suggestioni piuttosto che prescrizioni. Se la Nussbaum ha rievocato il pensiero religioso-poetico-musicale del Nobel Rabindranath Tagore, Remotti ha condotto un articolato ragionamento intorno al concetto di identità e somiglianza, sulla falsariga del titolo del convegno. L’aperitivo di benvenuto successivo (molto sobrio, siamo in tempi di austerity e lo sappiamo) ha svelato un clima di festa della cultura dal volto internazionale: facce sorridenti, strette di mano, un clima di effervescente attesa e di gioiosa partecipazione che lascia ben sperare sui risultati dei prossimi giorni. Perché la musica – e riprendiamo le parole conclusive di Remotti – è ciò che più ci aiuta a superare i confini e a connettere le culture, le società, gli aspetti dell’umanità che sono diversi ma anche simili. E in un mondo sempre più piccolo, dove cominciamo a stare sempre più stretti, ce ne è davvero bisogno. O no?

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Alla Scala Simone Young  dirige Siegfried

classica

Successo alla Scala con la London Symphony

classica

Pierre Jodlowski al Festival del Maggio Musicale Fiorentino