Wagner stile Fantasy

Alla Scala Simone Young  dirige Siegfried

Siegfried (Foto Brescia e Amisano)
Siegfried (Foto Brescia e Amisano)
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Siegfried
06 Giugno 2025 - 21 Giugno 2025

Siegfried, terza giornata del Ring scaligero, ha confermato che il fulcro di questa edizione, con la regia di David MacVicar, è la presenza di Simone Young sul podio (il 16 e il 21 giugno, sostituita da Alexander Soddy). La direttrice australiana ha rinnovato il ferreo controllo fra orchestra e palcoscenico, ha contenuto le eccessive sonorità che la tradizione vorrebbe attribuire a Wagner e infuso leggerezza in molti passaggi della partitura. In questo seguita alla lettera da un organico in gran forma.

Molte le voci già sentite nelle giornate precedenti. Mime è Wolfgang Ablinger-Sperrhacke, trasformato da Emma Kingsbury, che firma i costumi, in un botolo dai capelli arancioni. Alla voce agilissima il tenore unisce spigliatezza gestuale. Wotan è ancora Michael Volle, autorevole e regale, anche quando veste i grigi panni del Wanderer. Nel ruolo del protagonista Klaus Florian Vogt, che in Walküre aveva cantato Sigmund, suo padre, voce squillante e grande presenza scenica; Brünnhilde è ancora Camilla Nylund, relegata al solo terzo atto, ma di grandissima classe. Mentre Ólafur Sigurdarson torna nei panni di un Alberich un poco sbiadito.

Il regista David MacVicar in Siegfried ha gioco facile nel rinnovare l'impostazione fantasy, con anche un pizzico d'ironia. Nel primo atto la fucina con l'enorme mantice serve sì a forgiare spade, ma anche a preparare zuppette e a infornare teglie sopraffine. Il drago nel secondo atto non è invece un mostro in carne e ossa, ma il suo scheletro con un gigantesco cranio umano ed enormi zamponi. Non si capisce come Sigfried riesca a colpirlo al cuore, ma la metafora non bada a questi particolari. Ferito a morte, il drago torna ad essere Fafner, spuntando da una botola ancora agonizzante. L'inizio del terzo atto è visivamente il migliore di tutto lo spettacolo, guarda caso per via dell'assenza degli umani che permette una totale astrazione: un grande mappamondo da cui spunta una Erda assonnata alle prese col recalcitrante Wotan, che non vede l'ora che gli dei spariscano per sempre. Nella seconda parte dell'atto ricompare poi la grande mano dove s'era addormentata Brünnhilde e l'incontro con l'eroe non offre sorprese.

Grandi applausi per tutti al termine della serata, segnatamente per Simone Young. Non presente David MacVicar, perché questa scheda è stata redatta dopo la seconda replica del 9 giugno.

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