Da Parigi a Venezia

Il piano di Couteau al Palazzetto Bru Zane

Recensione
classica
Palazzetto Bru Zane Venezia
09 Febbraio 2011
Amico di Chopin, rivale di Liszt e Thalberg, eseguito da Busoni e da Egon Petri, Charles Valentin Morhange, detto Alkan, rappresenta un caso unico nel romanticismo francese. Preziosa dunque l'occasione di riascolto offerta dal giovane pianista Geoffroy Couteau nel suo recital al Palazzetto Bru Zane, nell'ambito del festival Le salon romantique organizzato dalla Fondazione Bru. La vocazione per il repertorio romantico tedesco, che ha reso celebre Couteau, influenza la lettura della Suite p. 65, polittico formato da un insieme di brani caratteristici.Oltre a evidenti citazioni lisztiane (in Esprits Follets), e chopiniane (la Barcarola conclusiva evoca nell'accompagnamento il celebre Andante Spianato), emergono tratti umoristici (Tempo Giusto), finezze contrappuntistiche e concatenazioni di ritardi dissonanti (Canon) che ricordano da vicino lo stile schumanniano.Se gli studi dell'op. 35 e dell'op.39 appaiono lavori più datati, con le ridondanti ricuciture di formulari tecnici lisztiani, intuizioni di valore trapelano invece nelle improvvise screziature armoniche, a tratti modaleggianti. Nella Barcarola, ad esempio, agisce - ben esaltata da Couteau - l'ipnosi della ripetizione, già sperimentata dal tardo Liszt , e una magia dell'impasto coloristico antcipatrice di Fauré. Analoga attenzione timbrica si poteva cogliere anche nei Preludi op. 28 di Chopin, vivacizzati da un rubato mobile, tardo romantico, evocativo della magistrale versione lasciataci da Cortot. Couteau suddivide l'opera in due sezioni, evita tempi eccessivamente veloci e contrasti troppo violenti, prediligendo un suono a volte scabro, rassegnato, livido, antieroico, con improvvisi spegnimenti e sussurri a mezzavoce, simili a flautati. Caldo successo e due fuoriprogramma di Scarlatti e Chopin.

Interpreti: Geoffroy Couteau

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