L’America secondo Mitski

The Land Is Inhospitable and So Are We è il nuovo album della cantautrice statunitense

Mitksi
Disco
pop
Mitski
The Land Is Inhospitable and So Are We
Dead Oceans
2023

In carriera da circa un decennio, la 32enne Mitski – che di cognome fa Miyawaki e rivela così le proprie ascendenze giapponesi, rappresentate dalle coreografie Butoh nell’ultima tournée – è cantautrice apprezzata incondizionatamente da Iggy Pop e definita “la migliore scrittrice di canzoni statunitense” da “The Guardian” in occasione del precedente Laurel Hell, suo maggiore successo commerciale.

– Leggi anche: Mitski, canzoni pop per cavalieri solitari

In termini di visibilità le ha giovato poi il duetto con David Byrne in “This Is a Life”, brano che accompagna i titoli di coda nel film da Oscar Everything Everywhere All at Once.

E a proposito di cinema: durante gli incontri organizzati per presentare in anteprima il nuovo lavoro, The Land Is Inhospitable and So Are We, all’ascolto del disco – settimo in ordine di apparizione – è stata abbinata la proiezione di alcuni classici scelti personalmente da lei, tra cui La strada di Fellini, Drugstore Cowboy di Van Sant e Days of Heaven di Malick, mentre elencando le fonti d’ispirazione che ne hanno influenzato la preparazione, accanto ad Arthur Russell, Igor Stravinsky e Scott Walker, ha citato le colonne sonore di Ennio Morricone per “La trilogia del dollaro” di Sergio Leone.

Se ne percepisce l’eco in “I’m Your Man”, dove – guarnita da latrati di cani – l’atmosfera da “spaghetti western” fa da sfondo all’icastica battuta di chiusura: “Mi credi come un Dio, ti tradisco come un uomo”. Registrato a Nashville, da qualche tempo sua dimora, con il produttore di fiducia Patrick Hyland, è – dice l’interessata – “il mio album più americano”: prerogativa confermata dall’inflessione country attribuita dalla steel guitar a “The Frost”, ballata di natura malinconica (“La brina, sembra polvere che si è posata sul mondo dopo che tutti se ne sono andati da tempo”), e “Heaven”, viceversa apologia dell’amore in dimensione domestica (“Ora mi piego come un salice pensando a te, come un ruscello gorgogliante che s’incurva su di te, mentre sorseggio il resto del caffè che hai lasciato”).

A quel sentimento sono consacrati in maniera esplicita altri due episodi, benché siano racconti di solitudine: “My Love Mine All Mine” filosofeggia con delicatezza (“Luna, dimmi se posso mandare il mio cuore su da te, così quando morirò, cosa che devo fare, potrà brillare quaggiù con te”) e il conclusivo “I Love Me After You” esprime con orgogliosa intensità la reazione all’abbandono (“Cammino per casa nuda, non importa che le tende siano aperte, lascio che l’oscurità mi veda”).

E a una storia finita allude pure l’elegia intonata con tono sommesso in “Star”: “Quell’amore è come una stella, se n’è andato, lo vediamo solo luccicare in lontananza”.

Si apprezza qui, in particolare, la raffinata opulenza dell’orchestrazione curata da Drew Erickson, già arrangiatore per conto di Lana Del Rey e Father John Misty, che insieme all’uso ricorrente di un coro costituito da una dozzina di elementi accentua l’umore analogico del disco, opposto al carattere sintetico degli immediati antecedenti.

A tratti, nel crescendo impetuoso di “The Deal” e nello slancio epico in cui sfocia “When Memories Snow” (“Quando i ricordi nevicano e coprono il vialetto, li spalo via tutti per liberare la strada e andare al negozio, e quando i ricordi si sciolgono li sento nel tubo di scarico che gocciola attraverso il tombino”, recita il testo prima dell’irruzione prepotente di fiati e archi), Mitski corre il rischio di eccedere in grandeur, trovando invece un perfetto senso della misura in “Buffalo Replaced” e “I Don’t Like My Mind”.

Se in quest’ultimo caso descrive “uno scomodo Natale” (“Mangio una torta, una torta intera, tutta per me, e poi mi ammalo e vomito”), in “Bug Like an Angel” ammette con altrettanta disinvoltura di avere un debole per l’alcol: “C'è un insetto come un angelo appiccicato al fondo del mio bicchiere, con un goccino avanzato. Invecchiando ho capito di essere una bevitrice, a volte un drink sembra una famiglia. Ehi, qual è il problema?”.

Tale schiettezza, associata a un talento poetico non comune e a una grafia musicale di stampo classico ma niente affatto ordinario fa di questa raccolta di 11 canzoni uno degli album più convincenti del 2023.

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