L'incoronazione di Chailly

Il neo direttore musicale del Festival di Lucerna apre la rassegna con l'Ottava di Mahler

Foto Decca
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Recensione
classica
Lucerne Festival Lucerna
12 Agosto 2016
Barbara Hanning ha ufficialmente aperto il sessantottesimo Festival di Lucerna, intitolato [i]Prima Donna[/i], cantando "Djamila Boupacha" di Nono. Poi, al seguito dei discorsi uffciali delle autorità, il soprano canadese ha ricordato una sua tournée nel 2011 con [i]Pli selon pli[/i] di Pierre Boulez, con l'autore sul podio, e ha lungamente (forse troppo) divagato sulla propria biografia di prima donna. Dopo di che l'attesissima [i]Ottava[/i] di Gustav Mahler, diretta da Riccardo Chailly, l'unica delle sinfonie di Mahler che Claudio Abbado non ha fatto in tempo a dirigere a Lucerna. Una scelta che ha concluso l'integrale ed è stata doverosamente dedicata al maestro scomparso nel 2014. Migliore incoronazione di Chailly come nuovo direttore musicale del festival non poteva esserci Assoluta la sua sicurezza nell'affrontare l'impervia paritura. L'attacco dell'organo con l'esplosione dei cori e dell'orchestra del roboante "Veni creator spiritus" ne ha dato subito la prova, ma è stata la seconda parte quella che ha mostrato come questo organico, che pur si raccoglie solo una volta l'anno in occasione della rassegna, abbia nel suo DNA la musica di Mahler. Chailly ha così potuto offrire momenti di eterea leggerezza portati a una astrazione assoluta come anche momenti di drammatica intensità, quasi fossero a un passo da una rappresentazione scenica. Preziosi complici di questo miracolo dell'ascolto il Chor des Bayerischen Rundfunks, il Latvian Radio Choir, il basco Orfeón Donostiarra e il Tölzer Knabenchor. Quest'ultimo capace di evocare l'innocenza gioiosa della vita paradisiaca nell'ultimo tempo della [i]Quarta sinfonia[/i]. Di tutto rispetto le voci soliste. Ricarda Merbeth (Magna Peccatrix), Juliane Banse (Una poenitentium), Sara Mingardo (Mulier samaritana), Mihoko Fujimura (Maria Aegyptiaca), Andreas Schager (Doctor Marianus), gli ottimi Peter Mattei (Pater Ecstaticus) e Samuel Youn (Pater Profundus). E dulcis in fundo l'apparizione sulla balconata dell'organo di Anna Lucia Richter, una Mater gloriosa davvero dotata di timbro celestiale. Per la prima volta hanno suonato nell'orchestra di Lucerna alcuni strumentisti della Scala ai quali, a detta di Chailly, si aggiungeranno il prossimo anno alcuni del Gewandhaus di Lipsia. Come pure, fatto salvo il benestare delle autorità cittadine, il prossimo anno dovrebbe aprirsi il cantiere per la nuova Sala modulabile che verrà costruita lungo lago accanto al KKL e che sarà destinata all'opera lirica. Non c'è che da fare gli auguri a Lucerna.

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