Voci che urlano e gridano da vicino

Il nuovo lavoro di Fabio Cifariello Ciardi in prima assoluta a Reggio e a L'Aquila

Recensione
classica
Società dei Concerti Barattelli L'Aquila
07 Novembre 2014
Cosa è la "Passione in quattro quadri" per giornalista narrante, video, ensemble ed elettronica intitolata "Voci vicine", commissionata e prodotta da I Teatri di Reggio Emilia e dalla Società Aquilana dei Concerti "Barattelli"? È troppo facile definirla un concerto multimediale, ma così non si è detto molto. Si tratta di una riflessione su un fatto che osserviamo ogniqualvolta si verifica in Italia una catastrofe naturale o esplode il disagio sociale: allora il dolore e la disperazione, generalmente vissuti nel privato con compostezza, si trasformano in esibizione di indignazione e di rabbia ad uso delle telecamere e i volti alterati e le invettive gridate di terremotati, alluvionati, disoccupati e inquinati finiscono nell'intrattenimento serale dei talk show, abilmente manipolati dai professionisti dell'indignazione. È un conduttore di talk show pentito, Gad Lerner, a introdurci in questi meccanismi e a spiegarceli, in quattro interventi definiti recitativi, perché come in un'opera sono i momenti esplicativi che preparano i momenti dell'espansione degli affetti, cioè le arie. E appunto arie e concertati potrebbero essere definite le quattro sezioni di "Voci vicine" in cui sullo schermo vengono proiettati gli sfoghi degli italiani: arie in cui si staglia un singolo protagonista e concertati in cui i volti e le voci si alternano o si sovrappongono. Qui entra in azione la musica di Fabio Cifariello Ciardi, che da tempo s'interessa alla trasposizione sugli strumenti delle inflessioni e dei ritmi della voce parlata. Ma più che una trascrizione il risultato è un'interrelazione strettissima tra i due aspetti sonori. Gli strumenti e l'elaborazione elettronica del suono rafforzano le voci, le imitano, le contraddicono, dialogano con loro. Le voci che parlano e gridano assumono così una valenza musicale, favorita dalle varie inflessioni dialettali e dal montaggio, e si trasformano quasi in un canto stravolto, che non si fa mancare pezzi di bravura, cabalette e strette finali: sia detto senza ironia. Dapprima si osserva e si ascolta tentando di essere razionali e di darsi delle risposte, come se si trattasse di un'inchiesta giornalistica, ma presto si entra a far parte di quella disperata bolgia infernale, vociante e impotente, che travolge lo spettatore con la forza emotiva di un melodramma italiano. "Voci vicine" non è un'opera moralistica, né didascalica, né politica, nulla di tutto ciò, ma è un pezzo di musica contemporanea che sul momento coinvolge e, una volta usciti dalla sala, lascia un segno che fa riflettere. La parte strumentale era realizzata dall'ottimo Ensemble Icarus diretto da Yoichi Sugiyama.

Note: Postproduzione audio/video Edison Studio Opera commissionata e coprodotta da Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli"

Orchestra: Ensemble Icarus

Direttore: Yoichi Sugiyama

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo